Creato da TamaraRufo il 03/07/2007
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« Questo vaso che traboccaL'involucro »

In quel giardino

Post n°30 pubblicato il 31 Agosto 2007 da TamaraRufo
 

Barbara ricordava tutto, il vento possessivo tra i capelli, i gomiti premuti contro la ringhiera e il calore della fede, la fede che scivolava giù dal dito fino a scomparire.

Ma era un ricordo agrodolce rivedere ancora il pugno chiuso, la trazione della spalla mentre dava tensione al lancio e il lungo, lunghissimo volo del suo anello d’oro fino al tonfo in fondo al lago.

Quello che rimase di allora andò a stringerle un vuoto, lo stesso vuoto che aveva visto pervàdere il lago dopo il viluppo delle piccole onde.

Barbara ricordava i cerchi concentrici che erano andati ad aprirsi sempre di più sopra la superficie dell’acqua, ricordava di averli osservati dilatarsi e fermarsi come la disillusione in fondo al suo petto.

Barbara aveva sentito l’assenza avvinghiarla dentro.

Il ramo della vita si era spezzato sotto il peso disincantato degli anni e non era possibile un recupero, le restava il bruciore del tradimento.

Perché erano ormai due settimane che Madleine arrivava in casa come a ribadire con la sua presenza che avrebbe vinto.

Barbara la vedeva comparire insieme alla sua ombra nel giardino, il giardino di suo marito – il suo bel Sergio, che non aveva mai permesso a nessuno di toccarlo.

Erano sempre state di Sergio le mani in quella terra, erano sempre state sue tutte le rose e tutte le spine, suo era stato l’insegnamento nato coi virgulti.

Fu Sergio infatti a dirle un giorno che il graffio di una rosa riproduceva una richiesta di attenzione.

E Barbara aveva finito per credere che quei fiori possedessero la linfa di suo marito, la sua memoria raccolta, il gelo della sua malattia durante l’inverno e il fiore intenso della sua passione mai mancata.

Per questo non era più riuscita a sopportarlo, Barbara non era più riuscita a sopportare le mani di Madleine in quel giardino. Le sembrava che i tagli scuri dei rami sulla pelle di Madleine fossero suppliche a richiederle di non toccare.

E Barbara non poteva non ascoltare quella preghiera, era il suo stesso Sergio che si lamentava.

Barbara così decise, Madleine non avrebbe più toccato quelle rose.

Perché sapeva che l’amore per Madleine le sarebbe stato perdonato solamente se il verde del roseto fosse rimasto intatto, toccato da lei soltanto da restarle sotto le unghie. Come avrebbe voluto Sergio.

Da allora Barbara ha giurato, Madleine sarebbe stata l’ultima delle rose, sarebbe stata la spina affondata nel suo cuore malato.

 

 
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Commenti al Post:
AERclub
AERclub il 11/09/07 alle 14:08 via WEB
Grazie per l'invito Tamara. Abbiamo aperto un nuovo blog che raccoglie tutte le novità: http://blog.libero.it/easyreader/ Oltre al resto, raccoglie tantissimi romanzi da leggere integralmente online, gratuitamente. A presto
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