Creato da TamaraRufo il 03/07/2007
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Partenoir - A. Timpano

Post n°15 pubblicato il 05 Luglio 2007 da TamaraRufo
 

“Erano arrivati al centro di un vasto slargo, una sorta di piazzetta sotterranea, alta almeno una decina di metri, che si espandeva in varie direzioni come una macchia d’inchiostro amorfa. Da ognuna di queste direttrici d’espansione, qualcuna più vicina al centro dello slargo e qualche altra più lontana, partiva una galleria. Alcune gallerie rimanevano comunicanti per alcuni metri, collegate da archi, prima di prendere direzioni separate. Alcune partivano in piano, altre con gli scalini in salito o in discesa. Un paio, dopo pochi metri, si diramavano a loro volta in una biforcazione. Da dove si trovavano potevano vedere quattro imbocchi. Appena superato un grosso pilastro di mattoni ne poterono contare altri tre.”

I luoghi misteriosi della Napoli sotterranea, una delle città mediterranee più eterogenee e ricche di fascino, per la sua popolazione e le sue origini antiche – tra l’Europa e il Medio Oriente – per la sua posizione da cartolina e i suoi scenari nascosti, spesso lugubri, ma colmi di una grande carica evocativa.

Meandri affascinanti, come le pagine di Partenoir, il romanzo di Alessandro Timpano, in cui mai città è stata tanto degradata nonostante la narrazione tenga fede ad una realtà non poi così immaginaria.

L’atmosfera completamente satura di orge noir ed inquietanti  attua collegamenti in parallelo tra cronaca ed inventiva, tra storia e psicologia, con il risultato di un insospettabile e suggestivo viaggio allucinante.

Risalta, tra le sorprese, il divario sociale di una Napoli moderna e carnefice, primitiva e vittima, attraverso l'esplicazione di violenze inaudite e di aberrazioni umane caricate fino a diventare azioni patologiche ed alienanti che vengono scagliate contro i reietti di sempre: i minori, le prostitute, i barboni.

Al di là della fantasia, quindi, Timpano attua una vera e propria denuncia sociale contro i detentori del vile potere, del denaro e di un benessere che spesso altro non è che riprova di una nascosta e disgustosa abiezione. Una condizione umana che si ripete e non conosce confini geografici, ma si allarga e parte proprio – forse – dalla parentesi americana che improvvisamente si apre a metà della lettura. Una gelida ed imprevista realtà che arricchisce la trama di significati intrinseci, nascosti e profondi come lo sono le catacombe di Napoli e i sotterranei della psiche umana.

Si evidenzia così la contrapposizione tra la criminalità frutto di un difficile contesto sociale e l’efferatezza di una patologia che trova nella crudeltà verso il prossimo l'unica fonte di godimento e piacere.

“Il carattere maniacale delle sue perversioni era ossessionante ed estenuante. Il pensiero patologico nasceva apparentemente senza motivo, improvviso come un desiderio proibito, intenso come una fitta di dolore. A quel momento non lo abbandonava più.”

Partenoir è un piccolo capolavoro che meriterebbe una considerazione cinematografica.

Ogni favola, dopotutto, ha un fondo di verità.”

 

 

 
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