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Post n°65 pubblicato il 25 Aprile 2006 da iseidiamanti
Tag: PeNsIeRi ScOnNeSsI
Dopo avere illustrato l'essere e l'apparire nel post precedente, tratteremo separatamente i due aspetti dell'uomo L'apparire è strettamente collegato all'evoluzione (o involuzione...ma di questo parleremo in un altro post) della moda, al cambiamento del gusto della massa, a ciò che di epoca in epoca è considerato bello/brutto, di tendenza/obsoleto. Per semplificarvi le cose (non abbiamo una buona opinione dell'intelligenza dell'uomo medio da community, anzi in verità parliamo di argomenti del cazzo proprio per non fare affaticare i suoi neuroni), facciamo qualche esempio. Negli anni '80, a ben vedere le immagini tv o le fotografie, andavano di moda i capelli ricci o, comunque, particolarmente gonfi, simili a palloncini. Giratevi ora e noterete che tutte le donne hanno i capelli perfettamente lisci, lunghi, con una schiacciatissima frangetta. Ebbene, oggi i ricci extra volume di vent'anni fa sembrano orrendi, mentre allora erano un gran tocco di bellezza. Altro esempio, i jeans. Ah, prima larghi sotto, poi stretti, poi larghi sopra, poi stretti dietro e larghi sul pacco per simulare grandi doti, insomma, noi non ci stiamo dietro coi jeans. Infatti qui in taverna giriamo tutti nudi come vermi, eccetto Paolo il Silenzioso che usa coprire il pene, per pudicizia, con un ago di pino. Se cambiano le mode legate alle acconciature e agli abiti, sono soggette a mutazione (non genetica, eh) anche le fattezze femminili. Un anno more, l'anno dopo le bionde, poi le magre, poi le più tonde. La bellezza, per fortuna, è quanto di più soggettivo ci sia, eppure tende a seguire certi canoni. Teniamo presente che il "canone", ovvero la regola standard, nasce sempre da una rottura con il passato. Ad esempio, prima del boom della Monroe, le bionde finte con vita stretta, e fianchi e seno prosperosi, non rientravano nel gusto comune. Eppure, dopo di lei, tutti quegli attributi sono diventati il canone. Anni '50 a parte, oggi il canone di bellezza è ancora diverso. A una donna, nel mondo dello spettacolo, fabbrica di moda e costume, si richiedono un paio di tette (beh, esiste il silicone), un culo sodo (viva la palestra) e soprattutto, un quoziente intellettivo inferiore alla media. In pratica, una bambola gonfiabile. Anche sulle sue tette dovete stare attenti a non poggiare le manette con cui vi dilettate, potrebbero scoppiare.
Post n°64 pubblicato il 23 Aprile 2006 da iseidiamanti
Tag: PeNsIeRi ScOnNeSsI
Caro Amleto, hai fatto il tuo tempo! Qual è la prima cosa che ci viene in mente quando sentiamo "Amleto"? Esatto, essere o non essere? Già, perchè il problema dell'uomo è sempre stato esistenziale, ovvero legato all'estremo dolore dell'essere e alla potenziale scelta del non essere, la morte insomma. La vita in contrapposizione con la sua negazione. Un problema di un certo spessore, quindi. Questo dubbio amletico, in realtà di ogni uomo, con il tempo ha subito un grosso cambiamento, e, credo, soprattutto negli ultimi anni, quando ai grandi idoli del passato (uno su tutti, el Che!) si sono sostituite troie d'alto borgo (una su tutti, e in senso fisico, Paris Hilton). La moda è diventata la principale occupazione del ragazzo medio (magari anche medio-basso), distraendolo dalla cura dell'interiorità, intesa come dicotomia cervello/carattere. Ecco come siamo arrivati alle omologazioni su due zampe (ops, gambe) che girano per strada. Abbronzatissimi anche a Gennaio, mutandoni griffati rigorosamente fuori dai jeans per lasciare vedere la marca (altrimenti perchè cazzo c'hanno speso 50 euro?) e, la cosa che più mi sembra assurda, la violenza alla lingua italiana ( hey raga sono con la Silvy in disco). Essere o apparire? Loro scelgono di apparire. Noi abbiamo scelto di essere, anche se è la strada più difficile. Ma, noi gitani, le guerre le abbiamo sempre vinte.
Post n°63 pubblicato il 19 Aprile 2006 da iseidiamanti
Tag: PeNsIeRi ScOnNeSsI
La pubblicità, come tutti sappiamo, ci propina ogni giorno articoli diversi, dalla patatina che piace Rocco Siffredi sino a due sfigati che danno una porta in banca in cambio di un prestito (chissà se portano il cesso che succede). Eppure la cosa che più mi colpisce non è la durata, non è il costo, non è l'idiozia, è la scelta degli attori. Specialmente quando si tratta di famiglie. Ricordate le panatine? Cinque minuti, solo cinque vedrai, esatto quella. Lui circa trentacinquenne, tutto ok. I figli un po' rincoglioniti e vestiti da piccoli fighetti, ma tutto sommato possono andare. Ma lei, la madre...strafiga, strabionda, stramagra, stragiovane! Avrà avuto...quanti? Venti? Ventidue? Dunque, se l'età media dei figli era dodici anni, lei è rimasta incinta verso i nove. A pubblicitari, ma che ci prendete per il culo? Poi c'è la vecchietta sola in casa, la figlia è fuori. Festa con gli amici pensionati, tutti lì a ballare e far casino, palloncini, trombette e quant'altro. Ma se i vecchietti sono arzilli, com'è che sull'autobus pretendono che si ceda loro il posto? E soprattutto, come fa questa vecchiaccia del cazzo a pulire quel gran casino in un'ora, e per di più da sola? Oh, mandateci l'indirizzo che la assumiamo qui in taverna, ci sono le cicche di Cri sparse per tutto il pavimento. Dulcis in fundo, lei, la mitica ed insuperabile famiglia del Mulini Bianco! Abitano in un casolare su verdi colline, del valore di circa quattro milioni di euro, terreno escluso. Il sole è già alto quando i quattro si siedono a fare colazione, quindi lui a che cazzo di ora si presenta in ufficio? Eccoli lì, seduti, allegri, sorridenti, non come noi che quando ci sediamo qui in taverna a fare colazioni siamo rincitrulliti, con gli occhi semichiusi e il pigiama. Il marito, bello, rasato, distinto. La moglie, fascinosa, allegra, addenta in kinder brios con fare erotico, quasi ad imitare la fellatio precedentemente attuata su di lui. I figli, buoni, tranquilli, dicono "grazie" e "per favore", non protestano per alzarsi né per andare a scuola. Quante famiglie italiane possono davvero identificarsi in questi modelli?
Post n°62 pubblicato il 18 Aprile 2006 da iseidiamanti
Tag: PeNsIeRi ScOnNeSsI
Parliamo spesso, su questo blog, di involuzioni mascherate da pretesa di progresso. Mesi fa abbiamo parlato del linguaggio (trp bll), la scorsa settimana dei giochi (vedi sotto) ed ora la nostra attenzione si sofferma sul cibo. Da piccoli tutti abbiamo mangiato i classici "tegolini", o le "girelle", e mente chi asserisce di non avere avuto una predilezione per le "crostatine" o per le "fiesta". Ora, forse perchè siamo fisicamente cresciuti, ma mi pare che tutte queste merendine siano diminuite di dimensione. Di anno in anno il loro peso scala, arrivando, ad oggi, a pesare quanto i peli delle ascelle di Kidgloves. Dunque, il prezzo di codesti pan di spagna ricoperti di cioccolata raddoppia, il peso diminuisce. Qualche conto non mi torna. E prima, tutti quei cornetti, le pizzette, le krapfen ripiene dell'impossibile (talvolta anche sperma dell'Imperatore), che fine hanno fatto? Abbiamo sacrificato quei meravigliosi cazzoni (ops, calzoni) al forno all'altare degli SchifenBurger? Preferiamo davvero la carne sintetica, priva di sapore e di proteine, al buon vecchio cibo? Persino il gelato, attualmente, viene venduto nei fast food, nessuno compra più quella buona e fredda crema dal vecchietto del parco, che tanto amorevolmente si incazzava quando cercavamo di fregarlo sul resto della banconota. Le buone, vecchie, caramelle Mu, quelle appiccicose che si infilano tra i denti e non riesci neanche a masticarle senza che nasca istantaneamente almeno mezzo chilo di carie? No, oggi tutti Virorsol Erection (ops, Air Action...), che fa tanto figo avere persino le caramelle americane. Insomma amici, non ne possiamo più del cibo moderno, rivogliamo le torte di mele della nonna!
Post n°61 pubblicato il 14 Aprile 2006 da iseidiamanti
Tag: PeNsIeRi ScOnNeSsI
I giochi che facevamo da bambini ve li ricordate? Ore e ore con gli amici a rincorrere un supertele, giri forsennati in bicicletta, lividi e ginocchia sanguinanti, talvolta, o forse spesso, piccoli e deliziosi atti di vandalismo che tanto ci facevano sentire importanti agli occhi degli amici che ammiravano il nostro coraggio. Dov'è finito tutto ciò? Ora le mamme prendono di peso i loro cuccioli, li mettono ben calmi davanti la televisione ed ecco dei teneri fagottini imbambolati davanti ad una scatola luminosa. Tutto il pomeriggio così, la lenta morte dei loro neuroni non ancora ben formati. Poi, crescendo, alla tv è aggiunta una scatola nera, traguardo raggiunto verso i dieci anni: la tanto desiderata playstation!!! Ed eccoli lì, ad improvvisarsi calciatori senza un pallone o motociclisti senza neppure bicicletta. Virtuale, tutto diventa irreale. Certo, mamma e papà non si preoccupano sapendo i loro piccoli per strada, che rischiano il pestaggio da parte di qualche coetaneo più aggressivo, ma forse sono inconsapevoli che ciò va a danno della socializzazione e, soprattutto, dello sviluppo della fantasia. Quella originalità che viene dallo stare per strada con i propri amici, l'obbligo a inventare sempre qualche gioco nuovo per non annoiarsi. Salivamo a casa sporchi, è vero, e le mamme ci sgridavano puntalmente. Migliaia di jeans e magliette strappate, o irrecuperabilmente macchiati delle più impensabili sostanze. Eppure tutto ciò vale mille playstation. Era reale. Era vita pura.
Post n°60 pubblicato il 28 Marzo 2006 da iseidiamanti
Tag: la voce dell'anima
Piano piano. In punta di piedi, scrivo qui, nel posto meno confusionario, meno visibile. Eccoci arrivati. Destra, sinistra. Paradosso.
Post n°59 pubblicato il 27 Marzo 2006 da iseidiamanti
Mi firmo con il nick comune non perchè non c'ho le palle, ma perchè tanto i miei colleghi sanno perfettamente chi sono già dalla parola palle (cazzo siamo in pochi ad essere così sboccati). Questo è per voi. So già che susciterò polemiche, incazzature, giusificazioni, ma credetemi, proprio con voi non è il mio scopo. Vorrei solo capire perchè questo blog è statico. Perchè all'inizio ci tenevamo tanto e ora optiamo per l'egocentrismo dei nostri blog personali? Perchè qua non scrive nessuno e si possono avere dei commenti solo se si scrivono stronzate sui tipi di nick? Perchè post meravigliosi non hanno commenti e quello mio criticone e scritto alla quarta ceres (ecco, a Roma non hanno la ceres. Ndo cazzo vivete?!) ne ha 24? Perchè per attirare la gente bisogna essere per forza dei coglioni? Noi no cari amici, non ci caschiamo. Noi preferiamo non scrivere qua. Ma, a questo punto, qualcuno mi dica che cazzo ci sto a fare qua, perchè ho perso i punti di riferimento, e voi l'euforia dell'inizio. Spero in molte risposte, potete usare questo nick, tanto per come ci si conosce non credo che si possa rimanere nell'anonimato. Scusate ma sono nevrastenica, non dormo da mercoledì sera e, ripeto, qua non c'hanno la ceres. Colgo l'occasione per invitare qualunque romano in possesso di red erik ad una sana passeggiata in centro. Pregasi non rompere i coglioni perchè fumo. Grazie. (Dovrei firmarmi? Cazzo mi riconoscete dopo tre parole...)
Post n°58 pubblicato il 20 Marzo 2006 da iseidiamanti
Tag: la voce dell'anima
Ci sono giorni, ma soprattutto ci sono notti. Esatto, quello è proprio un punto. Ci sono notti. Le notti ci sono. E non ho voglia di contare le stelle o scoprire pianeti. Ho voglia di occhi. Ho voglia di divorare sguardi. Ho voglia di sapere. Non ho più voglia di giocare. Ho posato i miei divertimenti in un casseto. Non ho più voglia di finzione. Now... ...live... ...me.
Post n°57 pubblicato il 16 Marzo 2006 da iseidiamanti
Tag: PeNsIeRi ScOnNeSsI
A proposito di nickname, vorrei porre l'argomento in modo diverso dal mio esimio collega, ma io, essendo stronzo/a, non posso non fare polemica su un argomento così ghiotto. La scelta del nickname non è mai casuale, contrariamente a ciò che pensiamo, ma non è un buon motivo per rompere le palle alle persone chiedendo "come mai questo nick?". Evitate quindi di chiederci perchè Imperatore, Kid, Camomilla, Lolita, Silenzioso o Sorridendo, potremmo essere spietati nelle risposte. Molte persone usano come nick il proprio nome e, in aggiunta, l'anno di nascita. A costoro farei un monumento all'originalità. Altri invece usano nomi di personaggi illustri, ma con le dovute precisazioni. Mai incontreremo un Albert Einstein ma, spessissimo, molte Paris Hilton. Pare ci siano anche emuli dell'Imperatore in giro. Alcuni poi lasciano intendere già dal nick lo scopo scopareccio della loro presenza nella community. Fanno parte della categoria i vari Sposato nudo in casa, solo sex 4 me, caldo 33 (33 è l'età mica la misura eh). Per non parlare dei nick da glicemia tipo dolcissima, troppo dolce, troppo duci, piccola e dolce. Insulina per favore! E poi loro, i miei preferiti: bello e stronzo, bello e simpatico, figo, carino, troppo bello, stupendo. La modestia fatta persona. La cosa strana è che alla fine son tutti dei cessi. Il nick non fa il monaco!
Post n°56 pubblicato il 10 Marzo 2006 da iseidiamanti
Tag: per saperne di più
o nick è uno pseudonimo o un soprannome. Solitamente viene utilizzato anche come "nome di battaglia" soprattutto nel circuito delle chat o dell'istant messaging. Un nickname viene usato per non dovere diffondere sulla rete i propri dati personali e quindi la propria vera identità. Un buon nickname dovrebbe soddisfare alcune regole basilari, come l'originalità e l'immediatezza, ma soprattutto deve essere di facile comprensione e non difficile da ricordare a memoria. Al nick spesso si affida un compito importante, cioè quello di attrarre l'attenzione su di sé, affinchè venga notato da più persone possibili all'interno di un gruppo, molto spesso viene anche usato come messaggio diretto, soprattutto a sfondo sessuale, ma a volte si può sortire l'effetto contrario e venire evitati proprio per un nick troppo "audace". A volte, purtroppo, al nick viene data "troppa" importanza e si finisce quasi per essere "stritolati" dalla "personalità virtuale" del proprio nickname, ma questo è già un caso "patologico" e quindi che non rientra dal campo "virtuale" ma in quello "medico-psichiatrico". Nel caso in cui si diano delle "informazioni" palesemente false o distorte con il proprio nick (per esempio nick da donna per uomini e viceversa o l'utilizzo di un nick "simile" ad uno già usato e più noto del proprio) si parla dell'utilizzo di un fake. Nel caso in cui si utilizza il proprio nick invece per compiere azioni "illegali" o "immorali" si parla di IDIOTA. P.S. inutile parlare di indirizzi IP, di legge sulla privacy, di dati per la registrazione falsi e via discorrendo, fate solo una considerazione: quando vi collegate ad internet per fare i vostri "comodi" state usufruendo di un servizio a pagamento (per esempio la banda larga di wind o della telecom), secondo voi il provider non sa a chi dover "fatturare" questo utilizzo ? siete sicuri di essere navigatori anonimi ? e come mai vi arriva la bolletta allora ?
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Inviato da: toorresa
il 25/03/2009 alle 05:26
Inviato da: iris_bleudgl
il 14/01/2007 alle 21:15
Inviato da: Lolit_arieccola
il 01/01/2007 alle 19:40
Inviato da: Lolit_arieccola
il 01/01/2007 alle 19:39
Inviato da: ImperatoreCesare
il 31/12/2006 alle 12:21