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causa, maestri, insegnamento, Cristo e la Croce

Post n°22 pubblicato il 19 Febbraio 2010 da imeldamay
 

- ogni causa che mi porta avanti sulla strada dell’evoluzione è una buona causa

- ogni maestro che mi aiuta a camminare da sola, a ridirigermi nel flusso o ad affinare l’arte è il maestro di cui ho bisogno

- ogni insegnamento che lascia un segno divino è l’insegnamento per me.

ah si, e la sofferenza…. ma Gesù CRISTO e la CROCE non ci hanno insegnato proprio nulla?
tutti a dire che ha sofferto per noi e quindi anche noi dobbiamo imparare come si soffre ecc….
il Cristo sulla Croce è invece un grande insegnamento di TRASFORMAZIONE!
è la macchina trasformatrice più potente che ci è stata indicata nella storia dell’umanità, ci sta sotto il naso tutti giorni della nostra vita e non ce ne accorgiamo…
provate a stare in piedi e ad aprire le braccia a croce e magari anche a camminare così…non con la mente, fatelo veramente, col corpo fisico, reale… cosa sentite?
come vi sentite?
la cosa che viene spontanea è dire che si è aperti e vulenrabili
e gli altri possono aprofittare di noi e farci del male
invece è proprio il contrario
nella croce sta la forza e al centro della croce sta il Sacro Cuore di Gesù, il motore potente della grande macchina trasformatrice:
nel segno della croce ti apri;
se ti apri, senti, come prima cosa, col cuore, grande organo senziente;
se senti, comprendi e sai cosa ti sta succedendo, discerni fra cose buone e quelle da evitare;
se senti cosa ti sta succedendo, dentro e fuori, sei pronto per accogliere
se sei pronto per accogliere, non ti farai sorprendere, non sarai ferito e anzi, farai la cosa giusta per te e per gli altri.
se non sarai ferito, non porterai rancore e non ricambierai sgarbo con sgarbo, dolore con dolore, aggressione con aggressione, violenza con violenza
ma trasformerai quanto è venuto a te nel bene e nel male in “altro – oltre”.

nessun obbligo di sofferenza espiatoria, figuriamoci!
se solo sapessimo leggere i segni e i simboli per quello che sono e non per come ce li propinano!
il simbolo della croce è uno dei tanti simboli grandemente mal interpretati ed equivocati.

che peccato, vero?

un bacio a voi

 
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Commenti al Post:
esse.michele
esse.michele il 19/02/10 alle 20:12 via WEB
mi sa che l'insegnamento dopo 2000 anni ancora nessuno l'ha preso in carico, e quindi l'amore incondizionato per tutti ancora resta relegato sulla croce di sofferenza come simbolo del dolore invece di avere come simbolo il cuore di cristo che esso stesso lo offre a chiunque, cioè chiedi e ti verrà dato
(Rispondi)
 
gianni_meneghini
gianni_meneghini il 05/03/10 alle 13:36 via WEB
E' meraviglioso questo tuo post. Peccato che la Chiesa, nasconda anche ai semplici preti il "vero" "sacro" esoterismo, patrimonio dell'Umanità intera.
(Rispondi)
 
gianni_meneghini
gianni_meneghini il 12/03/10 alle 13:13 via WEB
A rifletterci un po', penso che purtroppo si venga feriti lo stesso e proprio Cristo ne è l’esempio, altrimenti non avrebbe pronunciato: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”, frase che fa capire la sua sensazione di essere rimasto da solo proprio nel momento della sua massima sofferenza ed inoltre, non sarebbe morto della “morte fisica”. La croce è sì lo strumento della trasformazione, ma resta anche lo strumento del sacrificio !!! … E nonostante quelle sue parole, Gesù ha scelto di rimanere fedele, fino alla morte, alla volontà del Padre E di non rinnegare le sue origini. Proprio per questo motivo, Cristo è l’esempio più grande di fedeltà, di trasformazione, di purificazione e di perdono; … di espiazione e di martirio. A noi, resta la scelta di rimanere aperti per essere pronti ad accogliere, fedeli ai valori che abbiamo scelto. Non è detto che riusciamo a comprendere il grande disegno del Cosmo, (diventa più facile, semmai, a posteriori), e più siamo e restiamo aperti, più prove dobbiamo e dovremo affrontare, per numero e per complessità, ma vogliamo essere e rimanere sempre aperti !!! (Gianni).
(Rispondi)
 
imeldamay
imeldamay il 12/03/10 alle 16:18 via WEB
Non sono daccordo con te Gianni. Gesù era un uomo e come tale alla fine nel momento del dolore più straziante si sente abbandonato da Dio Padre. E' la sua condizione di Uomo nella quale si è incarnato che glielo fa dire. Non lo dice perché Dio l'ha abbandonato veramente. E' questo l'insegnamento: quando il dolore è tale per cui ti sembra di morirne (ma lui già stava morendo) e ti pare un'ingiustizia che sia successo tutto a te, non capisci e il mondo intero ti cade addosso, quello è il momento della trasformazione. Dio non ti abbandona così, non ti abbandona mai, se è per quello. Quindi nel momento della maggiore sofferenza c'è il potenziale maggiore di traformazione. Non che uno lo debba invocare apposta, ma se ti è destinato, allora tantovale di trasformare. L'alternativa è abbattersi e "sopportare". Secondo te è meglio sopportare o trasformare? Comunque ognuno ha la libertà di scegliere, il libero arbitrio è ciò che ci contraddistingue. Se scegli di sopportare il sacrificio diventa martirio ed è ovvio che prima o poi cedi e ti spezzi. Se invce trasformi, il sacrificio diventa ciò che è, cioè fare il sacro, e tu passi ad un altro livello, di gioco, di incarnazione, di quello che stai sperimentando. E si ricomincia. Gesù questo ha indicato. Lui ha trasformato e ha fatto il sacro e ha ricominciato nel modo più radicale possibile, per dare l'esempio assoluto. E' stato l'unico infatti. Noialtri non siamo chiamati a fare altrettanto. Siamo chiamati a capire l'insegnamento. E ad applicarlo nel piccolo e nel grande delle nostre vite. E' molto facile equivocare e scivolare nel dolore del sacrificio sanguinolento e martirizzante. Ma non c'è gloria nel martirio. C'è gloria nella trasformazione. Su questo non si fanno sconti.
(Rispondi)
 
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