Dietro l'angolo

GIOCO LETTERARIO: INCIPIT


Questo post partecipa al gioco letterario "Incipit" promosso da WRITER.LA VACANZA PIU' BELLA DELLA SUA VITA   
Era una magnifica giornata, tiepida e trasparente. Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio. Le otto del mattino. Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo la sera prima, quella vacanza da sogno...La ragazzina alzò lo sguardo al cielo terso e senza nuvole e respirò profondamente l'aria frizzante, ancora incredula...Chiuse gli occhi: adesso che il peggio era passato non aveva più il terrore di ricordare, solo un forte senso di apprensione, misto a rabbia e disgusto, che le fecero accelerare all'istante i battiti del cuore.Quando era partita per quella inaspettata vacanza in montagna, ospite di una amica molto più abbiente di lei, le era sembrato di avere il mondo in mano, di poter abbracciare quelle vette immacolate mai viste prima. Nella sua breve vita di sedicenne le vacanze avevano avuto poco spazio: la famiglia era modesta, non poteva offrirle nient'altro che una settimana al mare nella solita pensioncina un po' squallida, finché non era giunto quell'invito che l'aveva catapultata nel mondo dorato dei ricchi. Ricchi davvero, non semplicemente benestanti. La villa dei suoi ospiti era magnifica, niente da invidiare a quelle fotografate nelle riviste di arredamento: bianca, con il tetto spiovente, un grande giardino e la piscina coperta con l'acqua azzurrina tiepida e rilassante...un sogno!Lei era piccola e minuta, per niente appariscente, capelli castani lunghi e due splendidi occhi azzurri, la sua vera bellezza. I genitori dell'amica l'avevano presa a benvolere: era tranquilla, educata, sempre pronta ad entusiasmarsi per ogni novità. La settimana era scivolata via in un lampo, fra gite in montagna, passeggiate in paese a rovistare fra i negozietti caratteristici, cene in pizzeria e serate in discoteca con l'amica e la sua compagnia, fino alla sera prima...Erano andati tutti insieme al cinema e poi al pub, un gruppetto di adolescenti senza altro pensiero che quello di divertirsi. L'amica aveva un ragazzo, un diciottenne alto, magro e vagamente scontroso, con cui non vedeva l'ora di restare da sola e lei, felice di aiutare chi le aveva regalato la vacanza più bella della sua vita, non si era fatta pregare a rincasare per conto suo.Appena entrata nell'atrio, si era accorta subito che qualcosa non andava: dal soggiorno illuminato arrivava una musica a volume altissimo, insolita per l'ora. Si era affacciata stupita sulla porta e aveva visto la stanza in disordine, bottiglie vuote rovesciate sul pavimento, un forte odore di alcool intorno...e il padre della sua amica, il gentile ospite, ubriaco fradicio che la fissava stravolto con un bicchiere in mano e lo sguardo vacuo, annebbiato:  aveva capito troppo tardi di essere in trappola. Poi tutto era precipitato: le mani dell'uomo su di lei scaraventata sul divano bianco di design, l'urlo di terrore che le moriva in gola, voleva gridare e non le riusciva, voleva dibattersi ma era paralizzata, perché tutto questo doveva accadere proprio a lei, chiuse gli occhi...E improvvisamente due mani soccorrevoli, miracolose, le avevano tolto di dosso quel corpo, l'avevano sollevata, riconosceva l'autista tuttofare della villa, con il cuore in gola era riuscita a voltare la testa e aveva visto gli occhi sbarrati dell'amica,impietrita sulla porta, che la guardavano, le mani sulla bocca... Entrambe unite da un unico grido senza voce.Aveva passato il resto della notte insonne, fra le braccia materne della moglie dell'autista, cullata e protetta come una bambina. Poi la madre dell'amica era andata da lei, voleva spiegare...piangeva, la supplicava: la sera prima lei e il marito avevano litigato e se n'era andata, lui aveva bevuto troppo e aveva perso la testa, ma non voleva farle davvero del male...per amore dell'amica non lo denunciasse, tutti avrebbero saputo e sarebbe stata la loro rovina...se avesse tenuto nascosto l'accaduto l'avrebbero subito fatta riaccompagnare a casa, suo marito non l'avrebbe più infastidita, lo giurava, non l'avrebbe rivisto mai più...Lei ascoltava e intanto continuava a vedere gli occhi sbarrati dell'amica e poteva sentire il suo grido senza voce. Era una ragazzina di sedici anni, voleva soltanto tornare alla sicurezza  della sua famiglia e dimenticare: aveva accettato.Dal piazzale della villa guardò un'ultima volta le montagne innevate, simbolo di libertà e di grandezza. Lei era diventata grande in una sola notte, ma non libera come avrebbe voluto. L'autista, premuroso, si avvicinò: se era pronta, potevano partire...entro poche ore sarebbe tornata a casa, alla vita di sempre, come se niente fosse accaduto. Il cielo era ancora così terso che abbagliava gli occhi, l'aria talmente  tiepida: non sembrava vero, pareva impossibile che tutto avesse potuto rovinarsi in quel modo la sera prima, doveva essere la vacanza più bella della sua vita...Rialzò di scatto la testa, salì in auto e chiuse lo sportello.