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Un blog creato da Dericcardo80 il 05/02/2009

Testudo Marginata

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GENERALE

Post n°4 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da Dericcardo80

Ordine

TESTUDINES

Sottordine

CRYPTODIRA

Famiglia

TESTUDINIDAE

Genere

TESTUDO

Specie

TESTUDO MARGINATA

STATUS GIURIDICO

Testudo marginata è inclusa nella Convenzione di Washington (C.I.T.E.S.), appendice II  allegato A.

DISTRIBUZIONE IN NATURA

Testudo marginata è la tartaruga terrestre Europea di maggiori dimensioni, raggiungendo in alcuni casi i 40 cm di lunghezza e i 7-8 Kg di peso.

E' originaria della Grecia, ma attualmente sono presenti popolazioni in Albania ed Italia. Segnalazioni certe la danno presente a San Rossore, in Toscana, ed in alcune località della Calabria, dove la presenza è da attribuire all'immissione da parte dell'uomo in tempi storici risalenti prima dell'avvento dell'Impero Romano, probabilmente a seguito di scambi commerciali con la Grecia Classica.

Carapaci di Testudo Marginata sono stati rinvenuti di fatto in tombe etrusche a testimonianza della millenaria presenza di questo rettile nella nostra penisola.

Tali popolazioni hanno comunque carattere isolato. Un discorso a parte merita invece la presenza del rettile in Sardegna, dove appare diffusa e ben acclimatata, particolarmente nella Gallura, nell'Ogliastra e nella penisola di Stintino.

Le prime notizie storiche certe risalgono comunque al diciassettesimo secolo e confermano la presenza sull'isola.

Si hanno poi notizie di successive introduzioni sino al periodo della seconda guerra mondiale.

Attualmente appare in declino per il prelievo indiscriminato a cui da tempo è soggetta, nonostante la protezione a cui è sottoposta sia dallo Stato Italiano che dalla Regione Sardegna.

COLLOCAZIONE TASSONOMICA

Secondo le ultime revisioni la specie è stata suddivisa in tre sottospecie, quella tipo Testudo marginata marginata (Schopff, 1795), presente in gran parte della Grecia e Testudo marginata sarda (Mayer, 1992) per le popolazioni sarde.

Più recente l'introduzione di una nuova sottospecie denominata weissingeri (Bour, 1995), presente in una stretta fascia costiera a sud del Peloponneso in Grecia.

Pareri discordanti sono venuti fuori circa l'opportunità di assurgere a sottospecie quelle che vengono definite varianti geografiche.

A risolvere il contendere, uno studio pubblicato nel 2002 sulle relazioni filogenetiche relative al  genere Testudo appaiono indicare l'unicità della specie Testudo marginata.

Le varianti geografiche si spiegano con quello che in biologia evolutiva viene definito effetto fondatore.

Tutto può apparire chiaro con questo esempio: mettiamo che chi ha introdotto la Testudo marginata in Sardegna abbia preso animali di dimensioni maggiori rispetto alla media della popolazione originale, che naturalmente ha una variabilità genetica molto ampia.

La popolazione che si andrà a costituire non avrà più questa ricchezza, ma bensì le caratteristiche possedute dai pochi esemplari introdotti.

Se erano più grandi, avranno discendenti che tenderanno, naturalmente, ad essere di dimensioni maggiori.

Nel caso del nanismo della variante weissingeri, esso può essere imputato all'ambiente povero di cibo in cui vive.

CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE

Testudo marginata ha, come il nome già lo preannuncia, la caratteristica di avere un carapace scampanato in corrispondenza di sette-nove squame marginali posteriori.

Questo carattere, evidente e più marcato nei vecchi maschi, comincia a svilupparsi oltre i cinque anni di vita, o comunque da una certa dimensione corporea in poi.

Testudo marginata è la tartaruga terrestre europea che raggiunge le dimensioni maggiori con una media di circa 30 cm, ma non sono rari esemplari che raggiungono e superano i 40 cm.

Oltre alla scampanatura posteriore, la specie ha la caratteristica di presentare triangoli neri in campo color ocra su otto-dieci squame del piastrone.

Filogeneticamente la specie più affine e all'opposto la più piccola specie di Testudo mediterranea, è certamente Testudo Kleinmanni, che invece presenta due, al massimo quattro triangoli sul piastrone.

Queste caratteristiche la fanno distinguere bene da Testudo Graeca sp., anche se non di rado ai lati della coda, seppur meno marcati, sono presenti due o quattro piccoli tubercoli conici, tipici di quest'ultima specie.

La coda non presenta un astuccio corneo come in Testudo hermanni sp. e nei maschi appare allungata ed appuntita, mentre nelle femmine può essere molto corta e la cloaca aprirsi in fondo ad essa, presentandosi tronca.

La colorazione è molto varia: partendo da soggetti melanici quasi completamente neri, passando per esemplari con areole giallastre evidenti che occupano buona parte delle squame dorsali, si arriva a colorazioni molto chiare di un colore ocra diffuso.

Questi ultimi sono esemplari certamente ipomelanici se non certamente albini, che hanno una frequenza enormemente alta nelle popolazioni sarde.

Personalmente posso dire che ci sono segnalazioni certe di albinismo in Testudo marginata già evidenziate in esemplari rinvenuti negli anni 40 dello scorso secolo e conservati in alcool al museo di Storia Naturale di Milano (reperti N°3084 e 3328).

Segnalazioni di nascite di albini non sono rare e personalmente ne ho un buon numero discendenti da un unico maschio albino e di una vecchia femmina eterozigote rinvenuti in natura oltre 30 anni fa.

Risalire al motivo di una frequenza così alta di una mutazione all'apparenza svantaggiosa, non è certo semplice, ma si può ipotizzare la presenza di un mutante al momento dell'introduzione in Sardegna quando ancora il numero esiguo di esemplari ha garantito una certa diffusione del gene.

Altra ipotesi a conferma del mantenimento di questa alta frequenza può essere imputata ad un vantaggio mimetico dei giovani esemplari, in quanto crescendo la colorazione un po' si scurisce e diventa prossima al colore dell'erba secca.

Ritornando alle presunte differenze morfologiche tra le varianti geografiche, Testudo marginata marginata, la sarda e la weissingeri, queste sono ad ascriversi ad un rapporto differente tra lunghezza, altezza, larghezza del carapace, nonché alle dimensioni medie.

Per le popolazioni  sarde si individuano rapporti lunghezza/larghezza inferiori rispetto alla forma tipo, nonché a dimensioni generalmente maggiori.

Per intendersi è mediamente un po' più tondeggiante e meno allungata.

Discorso diverso invece per la variante weissingeri, dove sono le dimensioni molto ridotte a distinguerla dalle altre.

Resta inteso che, viste le evidenti differenze di colorazione che si possono riscontrare in natura, una valutazione discriminante su questo carattere appare a mio avviso molto soggettiva.

DIMORFISMO SESSUALE

In Testudo marginata la differenza di dimensioni tra maschio e femmina non è così marcata quanto tra le altre specie del genere Testudo, complice la maggiore scampanatura dei maschi.

Questo carattere, unitamente ad una maggiore bombatura delle femmine, distingue i due sessi da un'osservazione sommaria.

In molti casi, addirittura, il maschio appare di dimensioni maggiori rispetto alla femmina, anche se in letteratura il record appartiene a quest'ultima.

Di seguito si evince il dimorfismo sessuale della specie:

  • I maschi possiedono una coda lunga, robusta e grossa alla base. Non è presente un astuccio corneo. La coda della femmina è invece piccola e corta, in alcuni casi appare tronca;
  • La distanza dell'apertura cloacale dalla base della coda è maggiore nel maschio.
  • I maschi adulti presentano una concavità nel piastrone che tende ad accentuarsi con l'età; il piastrone delle femmine e dei giovani non è mai completamente piatto. Le ultime 4 squame del piastrone fanno corpo unico e risultano mobili ed articolate al resto del piastrone sia nei maschi che nelle femmine;

Eccetto che per quanto detto ad inizio paragrafo, il dimorfismo sessuale tra i due sessi non è molto evidente in questa.

Non vi è inoltre una specializzazione, se non la maggiore concavità del piastrone, per facilitare l'atto riproduttivo come invece è marcata nelle altre specie del genere Testudo.

Tale caratteristica inoltre maschi di dimensioni prossime a quelle delle femmine, di qui probabilmente la non grande differenza di dimensioni tra i due sessi.

Tutti i caratteri considerati si rendono tanto più evidenti quanto più l'esemplare in oggetto si avvicina alla maturità sessuale (in cattività, 7-8 anni sia per i maschi che per le femmine, in natura oltre i 10); piccoli di 1-2 anni possono essere sessualmente indistinguibili se non ad un occhio molto esperto o attraverso la comparazione con numerosi esemplari.

Per esperienza personale è invece molto più facile questa analisi alla nascita con i piccoli maschi che appaiono con una caratteristica leggera uncinatura della coda.

Tuttavia molti esemplari rimangono sempre difficili da sessare sino ai 4-5 anni di vita.  

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