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Post n°182 pubblicato il 09 Marzo 2008 da punkim
Mente omicida:
Incipit I film horror appartengono oramai come categoria onoraria alla lista dei prodotti hollywoodiani più frequenti, apprezzati e pure largamente criticati. Nelle sale del giorno d’oggi, è impensabile non trovare almeno una nuova carneficina, nella quale solitamente ciò che varia da quella del mese precedente, è solo il nome dei protagonisti. Le storie si susseguono uguali, la solita ultraviolenza, il classico sangue zampillante e grida disperate di persone il cui destino è comunque già segnato. Ma allora, come mai anche questo mese la sala in cui è trasmesso il nuovo massacro è tragicamente piena di gente, esaltata ad aspettare la sua mensile dose di furia e grida al limite del decente? Alcuni dicono si tratti di una fuga dalla monotonia della vita reale, altri sfruttano questa ripetitiva occasione per dimostrare il sangue freddo per tollerare scene alle quali sarebbe più umano chiudere gli occhi. Ragioni difatti che motivano soprattutto il pubblico più giovane ad assistere numeroso a questo massacro; essi infatti spinti in parte dalla necessità di dimostrarsi superiori alla paura, definita infantile invece che utile, e in parte attirati e incuriositi dalle perversità delle menti così apparentemente diverse delle loro, attendono ansiosi il sabato sera, di motivare ulteriormente con il loro biglietto, registi e produttori a offrire su vasta scala prodotti che di cultura hanno ormai ben poco. Tuttavia, non vi è da negare che alcuni film e libri, anche trattanti tematiche violente, per quanto irreali o al limite del perverso, possano offrire una loro utilità. Se si parla infatti di produzioni cinematografiche quali “The Clockwork orange” film di Stanley Kubrick tratto dal romanzo di Anthony Burgess, o “Profumo” by Patrick Suskind bisogna riconoscere in essi dei possibili sbocchi di cultura. Esaminando il primo, ad esempio, è facile intuire il tentativo di sensibilizzare, e provocare il pubblico a riflettere sulla criminalità e la violenza che sta dilagando incontrollata in questi nuovi secoli, usando proprio per similitudine essa, come tema principale del romanzo. Passando invece al secondo romanzo assolutamente stupefacente, che oltre a incuriosire il pubblico con un criminale da una assai inusuale dote, fornisce una visione della Francia del 17esimo secolo originale e irriverente e inoltre apre al pubblico un mondo così vasto eppure inesplorato quale quello dei profumi. I film che shockano e hanno ottenuto un debutto eccezionale e numerosi oscar sono, difatti, quelli capaci di affascinare il pubblico con una presentazione teatrale e malinconica dei Serial Killer, soggetti che acquistano ancora più interesse se alle spalle della loro storia infiocchettata ed elaborata da esperti del settore, hanno una traccia di verità; Si basti pensare al celeberrimo “Il silenzio degli innocenti” film di Jonathan Demme tratto dal romanzo di Thomas Harris, o al pluririprodotto “Jack lo squartatore” pseudonimo di un reale serial killer che ha agito a Londra nell’anno del 1888. |
Post n°181 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da punkim
<< Chi conosce il motivo, per cui una goccia prima di scivolare, rifletta in se il panorama che l’avvolge… Che voglia prendere coscienza anch’essa, di ciò che sta perdendo? >> Nel logoro mondo, tra le grida dei nascituri e i lamenti dei morenti, generazioni di precari, affittano mensilmente la loro porzione di vita. Data la brevità delle loro esistenze non provano a porsi ciò che pensa di loro e della loro parassitica evoluzione, colui il cui diritto di nominarsi abitante terrestre è più corretto. C’è ovviamente da tener conto che pochi esseri hanno il privilegio di spingere la loro vita oltre un umana durata, e forse quindi essere più commiserevoli alle ignoranze di questi. Tuttavia non ritengo di dover essere a ogni altro modo misericordioso con chi non ha avuto pietà verso la bocca ramificata e terrosa da cui trae il vigore dei suoi muscoli e su cui poggia le piante dei suoi piedi. Per chi non rispetta, non vi è punizione ingiusta. Dunque, dal ramo di un albero, giaccio ad osservare con sguardo neutro un altro sciocco bipede, la cui fine a manifesta, gli corre incontro a braccia tese, per condurlo al pagamento della quota per aver goduto di tramonti e di albe. Si dice che allungando la vita a qualcuno, accorci irrimediabilmente la tua. Non saprei dire se ciò che feci avrebbe poi effettivamente sottratto a me i momenti che regalai a Lei. Eppure ripercorrendo con lentezza i fotogrammi in cui di slancio afferrai colei, la quale vita era segnata, gioisco di averli compiuti e tuttora li rifarei. Anche dopo il sangue versato. Anche dopo i muscoli lacerati. Anche dopo il suo ultimo sorriso, che seppi apprezzare anche nella mancanza dei miei. Un grido. - Karoline – Un sussurro. Una visione sfuocata. Il battito frenetico mancante sotto il petto, che sembra saltare da dirupi scoscesi, lasciando quell’attimo di attesa prima di ritoccare con impeto la terra. Il fiato. Entra corrodendo la gola, come appena usciti da un’apnea, durata una vita. E la coscienza che questa volta, la morte ha fatto cilecca. Davanti, la visione nebbiosa di una sala d’ospedale si apre agli occhi di una ragazza. Lei. I genitori preoccupati accanto al letto. La madre dorme, dopo la veglia della notte. Il padre piange, il dolore di una figlia che non vuole destarsi. Solo Uno è sveglio. Ma non mostra angoscia, dolore, frustrazione o qualsiasi probabile emozione di un momento di Tensione. Solo un’intensa curiosità, che si specchia in occhi gialli come grano maturo, risplendenti al neon che illumina la camera. Un gatto. O un animale similare ad un gatto, dotato eppure di uno sguardo che non appartiene certamente all’immagine comune, che l’osservava con malizia dall’angolo della camera. Con passi sinuosi, come acqua in mezzo a ciottoli, sorpassa il genitore singhiozzante, non visto, e con un salto vellutato come il pelo che l’ammanta, si adagia inudibile sul lenzuolo. Karoline non indugia, non teme quell’essere inumano, non trema della iniqua distanza ne della brezza selvatica che spira dalla sua pelliccia. Osservandolo meglio, lo trova come parte di se. Ma non prova a toccarlo, sfiorarlo, anche solo a parlare, il panico che esso possa svanire le impone un religioso silenzio ed un immobilità statuaria. Come a rispondere ad un suo muto desiderio un immagine esplode nei suoi occhi. Prima di percepire anche solo i colori di ciò che vedrà, un solo pensiero bussa al davanzale della sua mente: Passato. - Non credo che chiarire il problema con i miei genitori sia la soluzione migliore Fred, se venissero a sapere ora il mio interesse per le materie antiche, come l’indirizzo di mitologia che intenderei frequentare, l’unica risposta che riuscirei a cavare dalle loro benpensanti menti, sarebbe un assoluto e rigoroso NO. – - Karoline… sei troppo negativa nei loro confronti, non puoi dedurre qualcosa solo dal fatto che i loro indirizzi di studio furono i materie scientifiche. Ovviamente ciò non aiuterà loro a comprendere la tua “ossessione” per le leggende, ma non dovrebbe escludere automaticamente la possibilità.. - Cercò di motivare Fred. Il tema trattante la futura scelta di facoltà di Karoline, era discusso frequentemente, e anche alla fine pomeridiana dalla estenuanti lezioni, l’amico di corso trovava la pazienza di ispirare fiducia nella compagna, afflitta dalla presenza di un imminente “riunione familiare”. Questi regolari raduni domestici, presentavano un motivo di stress non trascurabile per una diciottenne alle soglie di una decisione come la facoltà futura. - Vada come vada – sbuffo Karoline – ormai la decisione è stata presa. Per quanto pestino i piedi o mi minaccino, non cambierò idea a un mese dalla fine di questa pluridannata scuola! - l’espressione imbronciata della ragazza fece sorridere Fred, serenamente meno preoccupato per il proprio di destino, il quale, aveva già informato padre e madre che la sua scelta sarebbe stata solamente a suo discapito. - è bene, in ogni caso, che ti mostri ferma nella tua decisione – asserì, - per il resto credo che anche i tuoi genitori sappiano riconoscere la determinazione, anche se sotto le spoglie della loro tenera e infiocchettata bambinella - Quest’ultimo commento gli causo un sguardo torvo, poi subito seguito però da un sollevato sorriso. - non so proprio come farei a sopportare questa frenetica esistenza senza i tuoi saggi consigli, mio caro compare – scherzò, - ora mi incamminerò verso la tomba, fammi gli auguri Fred e spera di trovarmi ancora integra domani a lezione! - I due si salutarono di malavoglia, illuminati dall’ardente tramonto che si perdeva tra i boschi di Oxford, creando nostalgiche ombre sui preti verdeggianti in attesa dell’estate. Forse il clima temperato, così raro nell’uggiosa Inghilterra, forse per la scarsa voglia di varcare la soglia di casa, Karoline optò per percorrere a piedi almeno qualche isolato per poi usufruire del puntuale bus a sostegno degli studenti. Quella sceltà cambiò radicalmente la sua vita. Dopo dieci minuti di tranquilla camminata arrivò a camminare adiacente ad un parco. Questo creò in lei come un richamo. Allungò il passo ed un brivido ghiacciato percorse la sua schiena. Eppure il giardino li affianco era ancora ben illuminato dalla luce solare in declino, così invitante rispetto all’ombrosa via che stava percorrendo. Così spinta dalla ricerca di calore, spento poco prima dalla strana sensazione di gelo, attraversò la strada con la mente offuscata da quell’ovattato silenzio e dalla luce orizzontale e confortante, proveniente da quel parco. Le foglie si muovevano come in una danza celtica, mosse da una brezza che non spirava che tra quegli alberi, e le piante scuotevano cullando i loro rami, che come vecchi, stanchi pescatori stiravano le membra al sole morente. Il panorama sinistro ma orribilmente seducente, distolse lo sguardo di Karoline dalla strada che stava attraversando. I fanali di una jeep apparvero troppo veloci. I suoni della brusca frenata, troppo assordanti. Il gelo che l’avvolse nel preciso istante, in cui seppe, troppo pungente. Era..finita. Urlò. |
Post n°180 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da punkim
per lo Sfizio di un Nemico << Harry, >> disse Basil Hallward, guardandolo negli occhi, << ogni ritratto dipinto con sentimento è un ritratto dell'artista, non del modello. Il modello è solamente un accidente, l'occasione. Non è lui quello che viene rivelato dal pittore; è piuttosto il pittore che sulla tela dipinta rivela se stesso. Il motivo per cui non esporrò questo quadro è che ho il timore di avervi messo in evidenza il segreto della mia anima. >> ... << ... L'unico modo di liberarsi di una tentazione è abbandonarvisi. Resisti, e la tua anima si ammalerà del desiderio delle cose che si è proibite, di passione per ciò che le sue stesse mostruose leggi hanno reso mostruoso e illegale. Si è detto che i grandi avvenimenti dell'umanità si sviluppano nel cervello. Ed è anche nel cervello che si verificano i grandi peccati dell'umanità. ... >> ... << Quando la sua giovinezza se ne sarà andata, la sua bellezza la seguirà e allora improvvisamente si renderà conto che non ci saranno più trionfi per lei, oppure dovrà accontentarsi di quei mediocri trionfi che il ricordo del passato renderà amari più di sconfitte. Ogni mese che passa la avvicina a qualcosa di tremendo. Il tempo è geloso di lei e combatte contro i suoi gigli e le sue rose. Il suo colorito si spegnerà, le guance si incaverrano, gli occhi perderanno la luminosità. Soffrirrà orrendamente... Ah ! approfitti della giovinezza finchè la possiede. non sprechi l'oro dei suoi giorni ascoltando gente noiosa, cercando di migliorare un fallimento senza speranza o gettando la sua vita agli ignoranti, alla gente mediocre, ai malvagi. Questi sono gli obbiettivi malsani, i falsi ideali della nostra società. Deve viere ! Vivere la vita meravigliosa che è in lei ! Non lasci perdere nulla ! Cerchi sempre sensazioni nuove. Non abbia paura di nulla... ... >> ... << Le emozioni hanno il vantaggio di condurci fuori strada, mentre il vantaggio della scienza è quello di essere priva di emozioni. >> ... << Oggi la gente conosce il prezzo di tutto e non conosce il valore di nulla. >> ... << Mio caro ragazzo, le persone superficiali sono quelle che amano una volta sola nella loro vita. Quella che essi chiamano lealtà io la chiamo letargia dell'abitudine o mancanza d'immaginazione. La fedeltà è, per la vita emotiva, quella che la coerenza è per la vita intellettuale: una semplice confessione di fallimento. Fedeltà! Un giorno dovrò analizzarla. C'è in essa l'amore per il possesso. Ci sono molte cose che getteremmo via se non temessimo che altri se ne impadronissero. Ma non voglio interromperti. Continua la tua storia. >> ... << L'esperienza non aveva un valore etico, era semplicemente il nome che gli uomini davano ai loro errori. Di regola, i moralisti l'avevano ritenuta un avvertimento, avevano sostenuto che essa aveva una certa efficacia nella formazione del carattere, l'avevano esaltata come qualcosa che ci insegnava la via da seguire e ci mostrava quella da evitare. Ma nella esperienza non c'è forza motrice. Come causa attiva aveva lo stesso infimo valore della coscienza. In realtà dimostrava solo che il nostro futuro sarà uguale al nostro passato e che il peccato che abbiamo commesso una volta, con disgusto, lo ripeteremo molte volte con gioia. >> se vorrete altre frasi.. non avete che da chiedere. |
Post n°178 pubblicato il 05 Dicembre 2007 da punkim
Fuori, gli uccelli si agitano tra le fronde, si sentono i ruomori degli uomini che vanno a lavoro, o i sospiri e i singhiozzi del vento che scende dai monti e si aggira intorno alla casa solitaria come s etemesse di svegliare chi dorme e tuttavia costretto a evocare il sonno della sua purpurea caverna. I soffici veli di nebbia si sollevano a uno a uno, a gradi le cose riacquistano forma e colore, e noi vediamo l'alba che restituisce al mondo l'antico aspetto. I pallidi specchi riprendono la loro vita di imitazione. I candelabri senza fiamma sono dove li abbiamo lasciati. Accanto, c'è il libro a metà intonso che stavamo studiando o il fiore, sostenuto dal filo di ferro, che portavamo al ballo, la lettera che, per timore, non abbiamo letto o che abbiamo letto troppe volte. Nulla ci appare cambiato. Dalle ombre della notte esce di nuovo la vita che conosciamo. Dobbiamo riprenderla dove l'abbiamo lasciata e a questo punto, pian piano, ci pervade la terribile sensazione di dover continuare a impiegare energia nello stesso monotono circolo di abitudini stereotipate, o anche il desiderio sfrenato che una mattina i nostri occhi si possano aprire su un mondo che nell'oscurità si è rinnovato per nostro piacere, un mondo dove le cose abbiano nuova forma e colori, siano diverse o abbiano altri segreti, un mondo in il passato abbia poca o nessuna importanza, comunque sopravviva in forme ingnare del dovere e del rimpianto: ANCHE IL RICORDO DELLA GIOIA, INFATTI, POSSIEDE UNA SUA AMAREZZA E QUELLO DEL PIACERE UNA SUA PENA. Il ritratto di Dorian Gray (O. Wilde) |
Post n°177 pubblicato il 23 Ottobre 2007 da punkim
<< Cammino nell'oscurità, calando gli anfibi sul terreno. Lontana dal mondo dei viventi. Dall'isteria che lo percorre. Dall'afrore che emana. Da quella carne pulsante che mescola sazietà e disgusto. Da quassù, il loro mondo è così piccolo. Grappli di lumini adagiati nelle valli. Abbarbicati a picchi scoscesi. Bordeggianti le acque oscure dei laghi. Li immagino fibrillanti di pazzia nella notte che precede la domenica. La notte della festa. Dei loro miseri fuochi. Chiusi nelle loro macchine, nei locali. Nelle case. Ubriachi e scoppiati e folli di noia. Obbligati a divertirsi. Noi siamo sempre stati diversi. Il tempo è sempre stato nostro. Non ci sentivamo obbligati nei confronti di nesuno. E se siamo morti propio di sabato, di fronte ad una discarica, se siamo morti soli, nel buio, in una stradaccia di campagna che puzzava di spazzatura è perche non ci siamo mai sentiti obbligati, come questi forzati del divertiemento. Perciò dobbiamo durare. Per rispetto del nostro amore. E di noi stessi. Dobbiamo durare perchè l'amore duri. E si compia. >> ... << è stato talmente facile che incomincio a chiedermi se non posso procurarmi tutto quello che voglio senza dover chiedere aiuto a nessuno. Sono saltata sull'albero, e da lì sul balcone del quarto piano. Dopo di che è stato semplice come salire un gradino. Perfino un bambino ci sarebbe riuscito. Per non parlare della mia Ophi. finalmente comincio a capire perchè i gatti hanno un aria così sdegnosa, quasi venata di disprezzo nei confronti degli esseri umani. Avete mai visto con quanta disinvoltura fanno i salti più incredibili? che la morte sia gatta? >> pg.182-185 Non mi Uccidere (Chiara Palazzolo) |
Post n°176 pubblicato il 02 Ottobre 2007 da punkim
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Post n°175 pubblicato il 30 Agosto 2007 da punkim
Come se chiedessi una comune Elemosina,
C'è una parola Ovunque corra l'affannato sole - |
Post n°174 pubblicato il 14 Agosto 2007 da punkim
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Post n°173 pubblicato il 08 Luglio 2007 da loziocapo
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Post n°172 pubblicato il 07 Luglio 2007 da punkim
V per Vendetta Il film è tratto dalla graphic novel V for Vendetta scritta da Alan Moore e illustrata da David Lloyd , adattata per il grande schermo dai fratelli Wachowski .
eccoVi 1 po' di informazioni utili x conVincerVi a Vedere qst capolaVoro....
Attenzione: La storia è ambientata in una Gran Bretagna futuristica e distopica , in cui un regime ha preso il potere in seguito alla confusione derivata da degli attentati terroristici. Il conflitto politico è concluso, i campi di concentramento hanno esaurito la loro funzione e il popolo è assuefatto al regime instauratosi. La turbativa al sistema è rappresentata dalle azioni di V, un anarchico che si nasconde dietro la maschera di Guy Fawkes , dotato di inimmaginabili capacità e risorse, che inizia una campagna elaborata, violenta e teatrale, volta a sovvertire il regime.
Riferimenti e analogie Le connotazioni del regime hanno dei chiari riferimenti al modello della politica totalitaria con mezzi di comunicazione controllati dal governo, corpi di polizia segreta , campi di concentramento per minoranze discriminate dal punto di vista razziale e sessuale . A questo si aggiunge una forte componente tecnocratica , con richiami al 1984 di George Orwell (i cittadini sono costantemente monitorati dalle telecamere a circuito chiuso). Nella storia, di volta in volta, compaiono riferimenti alla lettera V e al numero 5 ("V", in numeri romani, rappresenta il 5). Si possono notare alcune analogie, inoltre, con la storia del Fantasma dell'Opera di Gaston Leroux : ad esempio il parallelismo tra il rifugio di V e quello del Fantasma, il fatto che entrambi i personaggi indossino una maschera . La tutina arancione che Evey indossa durante la sua "fasulla" prigionia, e i cappucci neri che vengono messi a tutti i prigionieri costituiscono un riferimento al famoso luogo di detenzione di Guantanamo.[citazione necessaria ] Nella scena in cui V uccide il cancelliere e non muore in seguito alla sparatoria con le forze di polizia, è presente un chiaro riferimento al film Per un pugno di dollari di Sergio Leone , nel quale l'uomo senza nome (Clint Eastwood ) si difende dagli spari di Ramon (Gian Maria Volontè ) usando una lastra d'acciaio come giubbotto antiproiettile. La frase detta da V, È il principio fondamentale dell'universo: a ogni azione corrisponde una reazione uguale contraria, è molto simile ad un'altra pronunciata dal Merovingio in Matrix Reloaded , film sempre dei fratelli Wachowski .
Il film è il frutto dell'impegno di molti cineasti che già avevano dato la luce alla trilogia di Matrix . Nel 1988 , il produttore Joel Silver acquistò i diritti di due opere di Alan Moore: V for Vendetta e Watchmen . I Wachowski brothers erano grandi fan di V for Vendetta e a metà degli anni novanta , prima di lavorare alla pellicola Matrix, scrissero una sceneggiatura che seguiva abbastanza fedelmente il fumetto. Durante la postproduzione del terzo film della trilogia di Matrix i Wachowski brothers revisionarono la sceneggiatura e offrirono il ruolo del regista a James McTeigue e a Pedro Esteves. Tutti trovarono che il testo originale si adattava bene alla contingente situazione politica internazionale. Moore si dissociò apertamente dal film, lamentandosi di come il suo testo era stato adattato. Egli interruppe per questo la sua collaborazione con la DC Comics dopo che la Warner Bros. (partner della DC) non riuscì a ritirare il nome di Moore dall'operazione. Moore si lamentò del fatto che la sceneggiatura conteneva diversi buchi narrativi e di come l'adattamento avesse stravolto il senso originale della sua storia nella quale due ideali politici antitetici, anarchia e fascismo si trovano a combattersi l'un l'altro. Si lamentò di come il suo lavoro fosse stato trasformato in una storia sul "moderno neo-conservatorismo americano contro il recente neo-liberismo americano". Per volontà dell'autore, quindi il suo nome non compare nei titoli. Al contrario David Lloyd , illustratore del fumetto e assiduo collaboratore di Moore, supportò la lavorazione del film e si dichiarò soddisfatto della sceneggiatura.
Differenze fra il film e il fumetto La sceneggiatura del film propone, rispetto al testo di origine, diverse differenze. In particolare è stato aggiornato il contesto politico per renderlo più aderente alla situazione degli equilibri mondiali della metà del primo decennio del XXI secolo . Anche diversi particolari sono stati cambiati: nel film non vengono descritti né menzionati né Derek e Rosemary Almond né Helen Heyer e l'amante "Ally" Harper a uccidere V nel fumetto non sono i soldati di Creedy, bensì Finch non è descritto nel film il rapporto d'amore tra la dottoressa Delia ed Erich Finch il leader nel film è ucciso da Creedy, mentre nel fumetto da Rosemary Almond il primo edificio a saltare in aria nel fumetto non è l'Old Bailey bensì il Big Ben il corpo di V viene messo sul treno per far saltare in aria Downing Street , non il parlamento , come nel film non è descritto nel film che Evey si prenderà cura di Dominic, l'agente di Finch rimasto ferito in uno scontro armato contro i popolani l'incisione V.V.V.V.V. non è su uno specchio bensì sul grande arco del salone della casa di V non viene descritto il delitto di Dascombe e la conseguente rissa tra Finch e Creedy Lewis Prothero non viene ucciso, ma la sua mente è irrimediabilmente rovinata l'Ouverture 1812 di Cajkovskij viene suonata quando V fa saltare la Jordan Tower la quinta sinfonia di Beethoveen viene suonata per mascherare il discorso tra Creedy e V, mentre nel fumetto è usata per mascherare l'omicidio del vescovo Lilliman, per mano di un'ostia avvelenata non viene descritto il rapporto amoroso tra Gordon ed Evey Gordon non viene ucciso dagli agenti di Creedy, bensì dal contrabbandiere "Ally" Harper Creedy non è ucciso da V, come nel film, ma da Harper |
Post n°171 pubblicato il 18 Giugno 2007 da punkim
La paura è un'emozione governata prevalentemente dall'istinto che ha come obiettivo la sopravvivenza dell'individuo ad una presunta situazione di pericolo; si scatena ogniqualvolta si presenti un possibile rischio per la propria incolumità, e di solito accompagna un'accelerazione del battito cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche di difesa. Principali reazioni istintive alla paura possono essere:
La paura è talvolta causa di alcuni fenomeni di modifica comportamentale permanenti, identificati come sindromi ansiose: ciò accade quando la paura non è più scatenata dalla percezione di un reale pericolo, bensì dal timore che si possano verificare situazioni, apparentemente normalissime, ma che sono vissute dal soggetto con profondo disagio. In questo senso, la paura perde la sua funzione primaria, legata alla naturale conservazione della specie, e diventa invece l'espressione di uno stato mentale. La paura di oggetti o contesti può essere appresa; negli animali questo effetto è stato studiato e prende il nome di paura condizionata, che dipende dai circuiti emozionali del cervello. Gradi della paura [modifica]La paura ha differenti gradi di intensità a seconda del soggetto: persone che vivono intensi stati di paura hanno sovente atteggiamenti irrazionali e/o pericolosi. Può essere descritta con termini differenti a seconda del suo grado di intensità: Terrore [modifica] Il terrore è un evidente stato di paura, durante il quale un individuo diventa confuso e viene attanagliato da un senso di elevato pericolo. Questo porta il soggetto a non riconoscere più il "giusto" e l'"errato",portandolo quindi a commettere azioni al di fuori di qualsiasi logica, ma dettate solo dall'istinto. Se esaminiamo il terrore umano e quello animale riscontriamo veramente poche differenze, l'unica differenza sta nel fatto che l'uomo può controllare questo suo stato di paura con ragionamenti logici,mentre l'animale si limita a seguire l'impulso e quindi tenta di difendersi fino alla fine, molto spesso senza riconoscere,nel caso di un animale domestico,neanche il padrone. Paranoia [modifica] Paranoia è un termine per descrivere una psicosi di paura, relativa alla percezione di essere perseguitati. Questa percezione spesso causa il cambiamento del comportamento naturale in modo radicale, dopo un po' di tempo il comportamento dei soggetti affetti può diventare estremamente compulsivo. LA PAURA Che cos'è la paura? Con questo termine si identificano stati di diversa intensità emotiva che vanno da una polarità fisiologica come il timore, l'apprensione, la preoccupazione, l'inquietudine o l'esitazione sino ad una polarità patologica come l'ansia, il terrore, la fobia o il panico. Il termine paura viene quindi utilizzato per esprimere sia una emozione attuale che una emozione prevista nel futuro, oppure una condizione pervasiva ed imprevista, o un semplice stato di preoccupazione e di incertezza. L'esperienza soggettiva, il vissuto fenomenico della paura è rappresentata da un senso di forte spiacevolezza e da un intenso desiderio di evitamento nei confronti di un oggetto o situazione giudicata pericolosa. Da dove nasce la paura?
Quali sono le funzioni della paura? Come guarire dalla paura? Due sono fondamentalmente i tipi di cura contro la paura patologica.
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Post n°170 pubblicato il 10 Giugno 2007 da loziocapo
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Post n°169 pubblicato il 08 Giugno 2007 da punkim
Tipi di omicidio Il termine omicidio (in inglese homicide o più propriamente criminal homicide) individua generalmente una categoria di reati che puniscono l'uccisione di un uomo causata da un altro uomo, senza il concorso di cause di giustificazione (in inglese unlawful killing of a human being). Una prima distinzione è quella tra murder e manslaughter. Si tratta di due distinti reati entrambi rientranti nella categoria dell'omicidio, inteso come criminal homicide, poiché il fatto materiale di entrambi è l'uccisione di un uomo. A loro volta sia il murder che il manslaugheter sono strutturati in base alla loro gravità. Nella legislazione penale federale[1] e quella di molti stati[2] l'omicidio è pertanto classificato in ordine decrescente di gravità nel seguente modo:
È utile ricordare che questo schema rappresenta solo un tipo di classificazione dell'omicidio. Gli stati della Florida[3], Minnesota[4] e Pennsylvania[5] prevedono infatti un terzo grado per il murder, mentre altri stati (ad esempio lo Utah[6] o il Texas[7]) non adottano una classificazione per gradi, ma prevedono accanto alla fattispecie del murder una forma aggravata che comporta la condanna alla pena capitale (aggravated murder in Utah e capital murder in Texas). [modifica] Murder[modifica] L'omicidio di primo gradoL'omicidio-murder di primo grado è la forma più grave di omicidio. Esso può comportare la condanna alla pena di morte, quando il reato è sottoposto alla giurisdizione federale o di uno stato che la prevede. Generalmente perché un omicidio venga classificato di primo grado è necessario dimostrare che il reato sia il risultato di un disegno criminoso volto all'uccisione di un uomo. Si parla in proposito di malice aforethought, cioè di premeditazione del reato di omicidio. L'omicidio di primo grado è dunque un omicidio premeditato che non sia stato compiuto in uno stato d'ira o di concitazione. Accanto all'omicidio premeditato si possono individuare altre due forme di omicidio di primo grado, definite in base alle circostanze oggettive in cui il delitto è stato commesso. Le legislazioni che prevedono due diversi gradi di murder considerano l'omicidio di secondo grado come una figura residuale, nel senso che viene considerato di secondo grado ogni omicidio che sia un murder e che non abbia i requisiti richiesti per l'omicidio di primo grado. Dove sono previsti tre diversi gradi di omicidio, viene considerato omicidio di terzo grado qualunque omicidio volontario che non abbia i requisiti espressamente richiesti né per il primo né per il secondo grado. [modifica] ManslaughterUn omicidio ancorché volontario può essere considerato di minor gravità in considerazione delle circostanze in cui viene commesso. In questo caso viene considerato come un reato distinto ed è denominato manslaughter. Esso costituisce un reato diverso dal murder di cui non può essere in alcun modo considerato una diversa gradazione. Un manslaughter può essere doloso, cioè commesso con l'intenzione di causare la morte di un uomo, ma può configurarsi anche come un omicidio colposo, in cui la morte è conseguenza di una condotta imprudente o negligente. La legislazione penale federale e quella di numerosi stati individuano dunque due diversi gradi di manslaughter: manslaughter volontario e manslaughter involontario. [modifica] Manslaughter volontarioIn generale viene considerato manslaughter volontario un omicidio realizzato con un comportamento idoneo ad uccidere e di cui la morte è conseguenza prevista o voluta, quando il reato sia commesso però in un particolare stato d'ira determinato da altrui provocazione. È richiesto che la provocazione sia proporzionata, idonea cioè ad indurre una persona di media moralità in uno stato d'ira tale da rendere comprensibile una reazione omicida. Viene considerato manslaughter volontario anche il caso in cui una persona causi la morte di un'altra nell'errata convinzione di agire in legittima difesa. Si tratta del caso in cui una persona ritenga solo erroneamente di trovarsi in una situazione di pericolo che giustifichi una reazione da cui deriva la morte di un altro. [modifica] Manslaughter involontarioQuando la morte di un uomo è la conseguenza della condotta imprudente o negligente di un altro, tale omicidio viene definito manslaghter involontario. Si tratta di un omicidio colposo poiché la morte non è stata voluta né prevista ma è stata determinata da negligenza o imprudenza. Nel sistema americano rientrano nella fattispecie di omicidio una serie di reati che si distinguono tra loro principalmente sulla base della gravità del fatto. In modo sommario si può dunque affermare che il first degree murder corrisponde ad un omicidio premeditato o aggravato (artt. 576, 577 c.p.). |
Post n°168 pubblicato il 04 Giugno 2007 da loziocapo
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Post n°167 pubblicato il 21 Maggio 2007 da punkim
I Sette Peccati Capitali (Estratto della Relazione tenuta all'incontro di studio promosso dalla Libera Accademia di Medicina Biologica "OMEOPATIA: Lezioni su i sette peccati capitali", Cervaro (FR), 14 dicembre 2002) 21 dicembre 2002
Cercherò di dimostrare come la definizione dei sette peccati capitali sia un tentativo di ritualizzazione di una vicenda fondante dello psichismo del genere umano: l’uccisione del Padre primigenio e la consumazione del pasto totemico; che nel rito sono condensate tutte le fasi e gli aspetti della vicenda; che dunque i sette peccati sono in realtà Uno: quello capitale, rifacendomi, per capitale, all’evidente etimologia: capitale, dal latino caput, ossia ”Ciò che riguarda il Capo”. - 1 - la superbia
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Post n°166 pubblicato il 16 Maggio 2007 da punkim
» Call Me When You're Sober « Don't cry to me |
Post n°165 pubblicato il 12 Maggio 2007 da punkim
» Lithium « Lithium- don't want to lock me up inside |
Post n°164 pubblicato il 27 Aprile 2007 da loziocapo
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Post n°163 pubblicato il 24 Aprile 2007 da punkim
La confraternita di Yoor Una nuova saga fantasy dalla Germania: Il mondo delle caverne La Germania è diventato un ottimo serbatoio di scrittori del genere fantasy. Il Gruppo Editoriale Armenia ci presenta Harald Evers, con il romanzo La confraternita di Yoor, primo volume della saga Il mondo delle Caverne.
Harald Evers è nato a Monaco di Baviera nel 1957, è autore di giochi per computer e di romanzi. Inizia già da giovane con la macchina da scrivere del padre, ma la strada per diventare un autore completo passa per il settore dei giochi per computer. Pubblica quindi con la casa Software 2000 i giochi d’avventura Hexuma (Stregoneria), Die Kathedrale (La Cattedrale), Das Stundenglas (l’Ora di vetro), e il gioco interattivo Die Höhlenwelt-Saga — Der Leuchtende Kristall (la Saga del Mondo delle Caverne — Il Cristallo luminoso).
I giochi hanno molto successo, e vengono anche tradotti in inglese. Il secondo gioco, La Cattedrale, in particolare, fa furore, tanto che si comincia a pensare di trasporlo in romanzo; a passare su carta stampata tocca poi invece a Die Höhlenwelt-Saga (la Saga del mondo delle Caverne), della quale questo La confraternita di Yoor (Die Bruderschaft von Yoor) è il primo capitolo. Con questo romanzo, pubblicato nel 2001, Evers diviene un autore di successo, e la saga oggi sta per raggiungere i dodici volumi.
Attualmente l’autore ha in lavorazione i seguenti romanzi: Das 7. Buch der Schatten (il Settimo libro delle ombre) in collaborazione con Kamelot (pubblicazione prevista per la fine del 2006) I volumi dal nove al dodici della Saga del mondo delle Caverne (pubblicazione prevista per gennaio 2007) Der Milliardenmörder, il quarto volume della serie Perry Rhodan (anche questo previsto per gennaio 2007)
Ora diamo un'occhiata alla trama del romanzo La confraternita di Yoor:
Harald Evers "Da oriente un'oscura minaccia incombe sul Mondo delle caverne, la parte abitata e conosciuta di un continente molto vasto e scosso da potentissime e distruttive forze magiche. La giovane protagonista, Leandra, un'apprendista maga, la sera prima del suo noviziato, è testimone di un brutale assassinio davanti all'Asgard, luogo sacro per tutti i maghi, e quindi protetto da ogni violenza e orrore. La visione dell'efferato delitto, accompagnato dalla rinascita di forze magiche proibite da secoli, insospettiscono sia Leandra sia Munuel, suo mentore e saggio amico, e mettono in guardia l'intera Gilda dei maghi di Salvagor, capitale della regione meridionale del Mondo delle caverne. Si decide allora di indagare, nella speranza di scoprire il mandante dell'omicidio, oltre che dell'assassinio del maestro di magia Lakorta, ucciso proprio a Salvagor. Una serie di coincidenze e la sensazione che qualcosa di arcano e malvagio si stia diffondendo nel mondo fanno sì che Munuel e Leandra inizino la loro missione per sconfiggere colui che manipola la magia." |
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il 14/08/2008 alle 20:04
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