La corte di cassazione sta
infatti stabilendo alcune parole che possiamo dire e altre che ci
conviene evitare di pronunciare, se non vogliamo essere denunciati su
due piedi. L’ultima in ordine di tempo è un’espressione che molto
spesso viene utilizzata: se dite a qualcuno “Che c…o vuoi?” potreste essere multati. Perchè secondo i giudici questo non è altro che un insulto volgare e un’ingiuria bella e buona. La Corte di Cassazione ha stabilito che questa frase, oltre che essere “triviale” è anche “sinonimo di disprezzo dell’uomo e della sua dignità“.
La sentenza è stata emessa nei confronti di un uomo che aveva detto
questa frase a dei poliziotti, che poi lo avevano denunciato. Il
giovane ha tentato di rivolgersi in Cassazione per farsi cancellare una
multa per questa frase che la sua difesa ha definito “certamente di significato scurrile ma non idonea a ledere l’onore e il decoro della persona cui era stata rivolta“. Ma la Corte di Cassazione ha stabilito “che la frase rivolta
agli operanti, oltre che triviale, ha una oggettiva idoneità a ledere
l’onore ed il decoro del destinatario, tanto più nel caso in esame,
apparendo evidente il proposito di mortificare l’operato degli agenti,
apostrofati, nell’adempimento del proprio dovere, con un epiteto che è
sinonimo di disprezzo dell’uomo e della sua dignità“.
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