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Governo in mille pezzi

Post n°72 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da Privilege_bg
 
Foto di Privilege_bg

Si chiude il sipario sul governo.

Molta gente è contenta per questa circostanza, molti altri invece no; qualcuno ostenta menefreghismo tanto, dice, non cambierà proprio nulla. La situazione sembra farsi caotica ma, infondo, cosa c’è di più caotico di quanto già stavamo vivendo?

E mi riferisco alla situazione del paese in generale. Del resto l’abbiamo sperimentato negli ultimi dieci anni : che governi un polo o che governi l’altro,  il risultato finale è sempre lo stesso.

I provvedimenti politici cruciali vengono presi pensando prima di tutto alla contropartita  personale che ogni politico riceverà per le sue decisioni, prima ancora che al bene comune della gente, al progresso ed all’economia della nazione. Così, assistiamo ormai da tempo immemore a vivaci quanto squallidi attacchi di chi sta in minoranza verso chi governa in quel momento, solo per il gusto di contrapposizione e di opposizione, e non per spirito realmente critico.

Diciamo, poi, che per un pizzico di dignitosà serietà, un politico che si trovasse ad uscire dal proprio partito o coalizione entro i quali è stato eletto, dovrebbe avere il buon senso di dimettersi perché non più legittimamente rappresentate di chi l’ha precedentemente scelto; ed invece nulla, tutti al proprio posto per tenersi stretta la comoda e redditizia poltrona.

Onorevoli condannati per reati gravissimi, in concussione, collusione mafiosa, frode e molti altri ancora, restano spudoratamente al loro posto senza provare un minimo di vergogna. La logica direbbe di dimettersi e lasciare il posto a qualche altra persona, maggiormente degna di credibilità. E invece no, restano senza particolari problemi. Il carrozzone politico ingurgita soldi e sprechi, mentre la gente comune fatica ad arrivare alla fine del mese, tra mutui con tassi che salgono a dismisura, inflazione incontrollata, prezzi dei beni di consumo che schizzano sempre verso l’alto. Certo, quando c’è da aumentarsi lo stipendio, in parlamento, allora l’unanimità è garantita. Su questo non v’è dubbio.

L’attuale crisi di governo rilancia la separazione tra due opposte fazioni, l’una intenzionata a portare il paese verso le elezioni anticipate subito, l’altra, invece, orientata nell’attuare prima le doverose e tanto auspicate riforme sulla legge elettorale, le quali permetterebbero una migliore governabilità.

Secondo me, è chiaro che se riproponessimo immediatamente le elezioni con la regole attualmente in essere, rischieremmo di vedere nuovamente il caos politico degli ultimi anni, dove un partitello con l’1% di consensi a livello nazionale tiene in scacco una larga maggioranza.

Ma questi sono meccanismi tutti italiani, purtroppo, come quello che non permette a volti nuovi, freschi e volenterosi, di entrare in parlamento per proporre idee innovative, scalzando così i ruderi che da lustri e lustri scaldano le onorevoli sedie.

Francamente non riesco a capirlo, o forse non voglio proprio capirlo; mi è quasi fin troppo chiaro, ma mi sembra un’assurdità. Ma dove viviamo? Un recente studio scientifico di un’università stabilisce che entro il 2030 l’età media dell’uomo si innalzerà di almeno un decennio. Bisognerebbe essere contenti; ma se penso che questo vorrà dire vedere politici di 105 e passa anni ancora presenti nel parlamento italiano a litigare come dei bambini, allora sono un pochino meno felice. Vorrà dire che faremo una legge popolare per far sostituire la fornitissima buvette con un reparto di assistenza geriatrica d’elite.

 
 
 
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