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Post n°9 pubblicato il 01 Novembre 2010 da tholos1994
CONFERENZA DELL'ARCHEOLOGO LUCA SANNA Sabato 30 ottobre 2010 h 18 - Sala dell'Ufficio del Turismo SCAVI DEL CASTELLO ARAGONESE DI SASSARI
Nel 2008 nel corso di lavori pubblici in Piazza Cavallino de Honestis a Sassari sono venuti alla luce i resti del vecchio Castello Aragonese edificato tra il 1326 e il 1331 e, con delibera unanime del 1867, raso al suolo con la dinamite nel 1877. Si costruì poi la Caserma Lamarmora. Si pensava che fosse rimasto poco o niente ma gli archeologi intervenuti nel sito per esplorarlo hanno fatto ricredere gli scettici. Lo scavo è durato due anni con comprensibili grossi disagi per la cittadinanza. Si è utilizzato il metodo stratigrafico anche se talvolta si sono impiegati mezzi meccanici. Lo scavo ha messo in luce: Il fossato delle mura Il fossato del Castello Il silos-prigione Il barbacane Ceramica di produzione locale Riempimento del fossato Acquedotto del 1880 Monumento ai Caduti di Dogali (1890) Rifugio antiaereo
Si è trovata una galleria di controscarpa con due piani sovrapposti lunga 90 m in parte tagliata nella roccia e in parte costruita. Sulla parete che dà all'esterno si aprono in ogni piano 15 bocche da fuoco per artiglieria leggera puntate contro la città. Non si sa se il fossato attorno al Castello fosse umido o asciutto ma la presenza di canalette di deflusso fanno pensare che non contenesse acqua. Si è evidenziata una strada "coperta", chiamata così non perché era provvista di volta, ma perché era "coperta" dal tiro nemico. Eventuali nemici non potevano raggiungerla con i loro proiettili.
Procedendo nei lavori si è trovato un grosso silos scavato nella roccia usato per conservare derrate alimentari. Dal XVI secolo il Sant'Uffizio lo usò come prigione. Nelle sue pareti si trovano scolpiti crocifissi e Madonne. Alcuni disegni a carboncino riproducono persone con spade e processioni. Vi si trova anche la riproduzione di un pesce. Sono opera di detenuti rinchiusi nel silos-prigione fino al XVII secolo.
Il silos e il fossato hanno restituito inoltre abbondanti scarti di produzione di maioliche senza decorazione e numerosi distanziatori, cioè triangoli di ceramica recanti un marchio che servivano per sistemare le scodelle da cuocere nel forno senza che venissero a contatto tra di loro. Questo ritrovamento è molto importante poiché ci dice che la maioliche policrome ritrovate a Sassari e anche ad Alghero provengono da una fabbrica di maioliche sassarese. Le decorazioni imitano disegni spagnoli e genovesi e fino ad ora si era pensato che provenissero da quei territori. Le maioliche sono datate fine 1500-inizi 1600. Al momento di riempire il fossato si sono utilizzati vari materiali e tra questi vi era la "spazzatura" delle fabbriche di ceramica.
Tra le altre opere si è poi trovata una struttura circolare che si è rivelata essere una fontana risalente all'inaugurazione dell'Acquedotto nel 1880, poi ricoperta. Ma le sorprese non finiscono qui. Infatti adagiato dentro una fossa giaceva un grosso masso parzialmente lavorato che non aveva alcuna funzione apparente. Si è cercato di capire che cosa fosse e si è scoperto che era un monumento mancato. Infatti i Sassaresi volevano erigere un monumento ai Caduti della battaglia di Dogali del 1887e nel 1890 hanno accolto la proposta di commemorarli con un nudo masso. Il masso, prelevato da una località nei dintorni di Sassari, fu a gran fatica portato nella piazza dove si intendeva collocarlo. Ma l'impatto dell'opera non piacque e si decise di non erigere il monumento. Allora, anziché riportarlo indietro, si pensò bene di interrarlo, cosa che si è ripetuta anche in occasione del suo recente casuale ritrovamento.
Gli scavi hanno riportato alla memoria un altro manufatto: il rifugio antiaereo che riguarda il Castello solo molto parzialmente in quanto interessa marginalmente la zona del fossato. Si tratta di una galleria lunga 250 m, alta e larga circa 3m, 3,5m che arriva fin sotto il Palazzo delle Poste. Il rifugio fu completato due anni dopo la fine della seconda guerra mondiale e i due grattacieli lo hanno usato come scolo. È una struttura interessante e potrebbe trovare una funzione utile per la città. I risultati del lavoro di scavo sono stati esposti nelle sale della Frumentaria. C'è la proposta di fare una mostra permanente a Palazzo Ducale. Evidentemente la soluzione di rendere fruibile il sito anziché ricoprirlo si è rivelata impraticabile. La città avrebbe sicuramente tratto vantaggi dalla possibilità di inserire il sito in un circuito di visite, ma sembra proprio che ai sassaresi quella costruzione appaia ancora ostile e tetra. |
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