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Creato da gianni.toffali il 01/01/2007
detesto i comunisti...parassiti ed assassini!
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Il noto teologo don Gino Rigoldi commentando il perdono del cattolico Sig. Castagna ai carnefici dei suoi famigliari, ha asserito che “ il perdono da cristiano superman non convince, questi slanci non sono giusti, non funzionano, il perdono in automatico non esiste, non è giusto, non è umano e non è autentico”. Parole davvero insolite per un uomo di Chiesa. I cattolici (per i laici, il discorso è altro) che hanno invece preferito “allinearsi” alle esternazioni grondanti d’odio e vendetta del genero musulmano Azous, dovrebbero sforzarsi di capire che “anche se per l’uomo sembra impossibile soddisfare l’esigenza del perdono, il cuore che si offre allo Spirito Santo può, come Cristo, amare fino all’estremo della Carità, tramutare la ferita in compassione, trasformare l’offesa in intercessione”. Non comprendere queste elementari verità cristiane espresse con chiarezza dal Catechismo della Chiesa Cattolica, significa accettare quell’idea di “giustizia”, o meglio giustizialismo, tanto in voga in non pochi paesi della mezza luna.
Gianni.Toffali@inwind.it
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Molte persone si sono scandalizzate perché alcuni organi di informazione hanno trasmesso integralmente l’esecuzione di Saddam. Certi media si sa, pur di aumentare audience e share, mandano in onda porcherie di ogni sorta. Ma un conto è mostrare scene ripudianti a titolo gratuito, un altro, rappresentare fedelmente spaccati di vita anche attraverso l’uso di immagini forti. In quest’ultimo caso, sparare in faccia al pubblico la realtà nuda e cruda, paradossalmente, può far più bene che male. Diciamo la verità, a forza di alterare le fonti documentali originali con abili montaggi taglia e cuci, si corre il rischio di riecheggiare l’infausta scuola di Josepf Goebbel. L’antesignano inventore del marketing dell’informazione menzognera, fu infatti tra i primi “ammaestratori” della storia a comprendere l’efficacia del potere manipolatorio delle masse mediante l’uso delle nuove tecnologie. Nessuna censura dunque: rivestire di bambagia la realtà, non la rende migliore. Tutta la storia umana è costellata di abominevoli violenze. La visione “diretta” non è voyeurismo, ma liberazione, coscientizzazione e presa d'atto delle realtà umane. Solo la durezza dell’immagine rende merito alla verità, commenti e parole, il più delle volte (anzi, sempre) inginocchiate alle direttive della politica, della religione e dell’ideologia, molto meno.
Gianni Toffali Verona
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Nella serata di sabato 16 dicembre il partito radicale ha organizzato in alcune città italiane e europee, una veglia di solidarietà in favore di Piergiorgio Welby. La manifestazione "pro death" è stata però funestata dalla notizia che il tribunale civile di Roma non ha accolto la richiesta di Welby che qualche giorno prima aveva chiesto l’interruzione del trattamento sanitario. In mancanza di una legge sull’eutanasia, l’infermo più celebre del mondo sapeva benissimo che le norme vigenti non consentono il suicidio assistito. Come ha titolato un quotidiano italiano in prima pagina di “ aspiranti boia pronti a staccare la spina”, in piazza sabato sera se ne sono contati a migliaia. Se Welby non è nelle condizioni di suicidarsi con le proprie mani, qualcuno gli suggerisca di rivolgersi agli amici del club della dolce morte. A dire il vero Pannella, Bonino e Cappato si sono già offerti, ma per la regola della par condicio, lasciamo spazio anche ad altri. Optando per tale soluzione, entrambi i giocatori della macabra partita, verrebbero appagati! Orsù dunque, non più parole, ma pietose opere di bene: la cultura moderna lo pretende!
Gianni.Toffali@inwind.it Verona
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Laici e cattolici, si sono indignati perché il Vicariato di Roma non ha concesso le esequie religiose a Piergiorgio Welby. Si possono capire, laici, atei e agnostici, che a digiuno di questioni dottrinali, è lecito discettare senza particolare cognizione di causa, ma le obiezioni dei cattolici non sono giustificabili. Coloro che nei giorni scorsi hanno tentato di dettare il calendario alla Chiesa Romana, dovrebbero, prima di impartire lezioni di teologia alle gerarchie vaticane, dare una ripassata alla dottrina cattolica. Il Magistero afferma che un peccato mortale affinché sia considerato tale, presuppone tre condizioni: materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso. Nella fattispecie del caso Welby, tutti gli elementi erano presenti. Materia grave: suicidio; piena avvertenza: Welby era assolutamente conscio e lucido; deliberato consenso: la volontà di morire non era condizionata da alcuno (come qualcuno ha insinuato o giustificato), ma voluta e perseguita con caparbia da sé medesimo. Inoltre, il Magistero aggiunge, che se un peccato mortale non viene umilmente confessato, la Chiesa può solo rimanere a guardare, al massimo pregare, ma assolutamente, non somministrare sacramenti o elargire riconoscimenti religiosi. Chi non ha capito (o più probabilmente, finto di non capire) queste elementari verità, conviene dedicarsi alle materie laiche, in fondo più consone alla concezione laica della vita intesa dallo stesso Welby e dai suoi “amici” radicali. Gli stessi che l’hanno aiutato a partire per l’ignoto, senza la minima menzione a Dio. Coerenza, esige laicità, estremo saluto compreso. Giusto?
Gianni Toffali Verona
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Qualche giorno prima dell’esecuzione di Saddam, non pochi intellettuali, giuristi e politici italiani si sono mobilitati per salvargli la vita. Che vergogna, per una volta che un governo islamico democraticamente eletto dal popolo, ha regalato all’Occidente sublimi lezioni di civiltà giuridica: celerità processuale e certezza della pena, gli amici di “nessuno tocchi Caino – Saddam” (la definizione è di Pannella), invece di esultare assieme al popolo irakeno (come infatti le televisioni hanno mostrato), hanno tentato di impartire lezioni di diritto ad uno stato sovrano. Ma come, e tutto quel gran parlare sul rispetto delle diversità culturali, sull’autodeterminazione dei popoli, sulla non ingerenza negli affari interni di paesi stranieri, sull’arricchimento vicendevole e bla bla bla discorrendo? Evidentemente: belle parole, buone solo per riempirsi la bocca ! Meno pregiudizi e più rispetto e coerenza, per favore! Nell’era della globalizzazione e del dialogo reciproco, sarebbe davvero politicamente scorretto ritenere la giustizia occidentale la migliore delle giustizie possibili.
Gianni Toffali Verona
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