Una mia poesia...
Amore tormentato....
Il mio pensiero principale nella vita è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io continuerei ad essere; e, se tutto il resto persistesse e lui venisse annientato, l'universo mi diverrebbe estraneo; non mi sembrerebbe di esserne parte. Il mio amore per lui è simile alle rocce eterne ai piedi degli alberi; fonti di poca gioia visibile, ma necessarie. Io sono lui, lui è sempre, sempre nella mia mente, non come un piacere, così come io non sono sempre un piacere per me, ma come il mio stesso essere; dunque, una nostra separazione è impossibile...
Catherine finchè io sarò in vita continua a tormentarmi, non darmi un attimo di pace perchè io non posso vivere senza la mia anima. Io ti ho uccisa e allora tu perseguimi, tormentami, ci sono degli spiriti che tornano sulla terra allora tu vieni a cercarmi non darmi un attimo di tregua, ti prego. Non lasciarmi solo su questo abisso
Catherine...
Se lui fosse stato al mio posto, ed io al suo, sebbene io lo odii di un odio che mi ha avvelenato tutta la vita,
non avrei mai alzato una mano sopra di lui. Io non lo avrei mai allontanato dalla sua compagna, finché a lei fosse piaciuto. Al momento stesso in cui Cathy non gli avesse più voluto bene, gli avrei strappato il cuore e bevuto il sangue: ma fin là, e se non mi credi non mi conosci, ma fin là, sarei morto ad oncia ad oncia prima di torcergli un capello!
"Cime Tempestose"
E imparai, con umiltà e fatica, ma imparai quello che dovevo fare, e che sarebbe stato ovvio per un bambino: la vita non è altro che un susseguirsi di tante piccole vite, vissute un giorno alla volta. Si dovrebbe trascorrere ogni giorno cercando la bellezza nei fiori e nella poesia e parlando con gli animali. E nulla può essere migliore di un giorno colmo di sogni e di tramonti e di brezze leggere. Imparai soprattutto che la vita è sedere su una panchina sulla riva di un fiume antico, con la mia mano posata sul suo ginocchio e a volte, nei momenti più dolci, innamorarmi di nuovo.
"Le pagine della nostra vita"
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Noi sporchiamo il mondo, e il mondo cerca di lavarci via con la pioggia, ma quasi sempre lo fa debolmente, quasi non ce ne accorgiamo, ci basta un ombrello per sconfiggerla. Sembra che abbia perso ogni speranza, con noi, erba cattiva che se sradicata ricresce sempre, più forte di prima, più perfida. Un potere troppo grande messo tra le mani di anime che non lo meritano, che non sanno come gestirlo, che lo usano per se con la presunzione che lo sia davvero. Così piccoli e così terribili, il castigo del mondo, immeritato, perché da che esiste non ha mai fatto niente di male, niente che minimamente assomigli ad una nostra bugia, a un nostro tradimento, alla carta buttata per strada, una bottiglia lanciata in un prato.
"Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Se hai un sogno tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non la sai fare. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto." dal film "la ricerca della felicità"
"La ricerca della felicità"
Mi sento uno schifo, sono uno schifo... un idiota patentata, una persona che non vale assolutamente niente. Perché non riesco a gestirmi? A dirmi "ok, devo fare così" e farlo, soffrendo certo, ma farlo, per me, perché sò di stare meglio (perché lo sò), perché posso guardarmi allo specchio e piacermi, almeno un po', perché ne va della mia salute, fisica, ma anche mentale. Sono arrabbiata, mi odio (ecco, ho trovato qualcosa che detesto, vedasi post di qualche giorno fa), mi son guardata allo specchio ed ho usato per me stessa le peggio parole, ho pianto..... Mi sfogo qui perché alle 8,23 di mattina non posso sconvolgere la giornata di qualcun'altro chiamandolo al telefono e poi perché scrivere mi aiuta, mettere tutto nero su bianco mi calma e mi fa vedere le cose sotto altre prospettive. Solo che in questo, altre prospettive non ci sono... c'è solo il fatto che ho mangiato quanto una sfondata ultimamente ed ho ripreso chili che avevo perso, chili che mi rendevano goffa e pesante e che buttandoli giù mi avevano dato non pochi benefici, sia di salute, ma anche al morale. Adesso che dovrei fare? Come dovrei considerarmi? Cosa devo pensare di me? E chi mi sta accanto e mi vuole bene, che opinione può farsi? Sono in cura da una dietista, lunedì ho la visita (già rimandata di 15 giorni, la pago (ca@%o!) e cosa le racconto?! No, mi vergogno troppo, sono una merda, dovrei andarci solo per dimostrare anche a lei quanto riesco ad essere "bassa" e assurdamente idiota. Mi sono messa in cura con lei perché avevo avuto problemi di salute, non gravissimi ma importanti, perdendo peso li ho in parte risolti, e ora che faccio? Il mio problema, ho paura, non è nel gusto, nella voglia di mangiare, nell'essere una buona forchetta. Il mio problema è nella testa. Ci sono giorni in cui non riesco a smettere di mangiare, giorni che ingurgito anche cose che non mi piacciono, posso finire un intero barattolo di nutella da sola e poi metterci sopra un panino col salame. Questa è follia pura, un raptus che mi prende nei confronti del cibo e che è inarrestabile, o almeno per me lo è. Finisce che dopo aver mangiato tutte queste cose, sto peggio di prima, perché si aggiunge anche il senso di colpa per ciò che ho fatto, e allora che faccio? Mangio di nuovo.... è una catena che non riesco a spezzare e sò per certo che la soluzione è solo dentro di me..... ma dove? Ho paura.... una paura folle di quello che sono? Come posso avere sogni immensi e desiderare certe cose se poi cado così solo per una squallida abbuffata? Sono veramente a terra, se non si era capito, ed ho bisogno di aiuto. Passerò questi 3 giorni a mangiare insalata e zucchine lesse, ho troppa vergogna di andare dalla dietologa in questo stato, anche questo non mi classifica come donna senza palle e senza un briciolo di spina dorsale?! Assolutamente sì! E poi alla fine... riuscirò a farlo davvero, o rimanderò ancora l'appuntamento dicendo che ho il tifo, la malaria, la febbre emorragica o che sò io, per non presentarmi davanti a lei, spogliarmi, salire su quella dannata bilangia e farle strabuzzare gli occhi stupita per questa mia assurda caduta alla quale si può dare solo un nome: STRONZAGGINE. Grazie per avermi letta... non mi sento meglio, sono sconcertata da me stessa, schifata ed esterefatta e sarà così per un po', o per sempre. Buona giornata a voi. A. |
Post n°15 pubblicato il 12 Marzo 2010 da azzurrasky
Oggi non so che scrivere, allora vi posto una cosa che ho scritto io un po' di tempo fa...
C'è un attimo nelle nostre esistenze che cambia l'intero corso della vita, un attimo un battito di ciglia un sorriso uno sguardo un profumo e ti ritrovi a chiederti chi eri e dove stai andando. Un attimo, niente di importante, stravolgente.
E poi, una meravigliosa poesia di Neruda... dedicato a tutti voi che entrate e leggete, e soprattutto alle persone a cui voglio bene...
chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e' infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. Pablo Neruda
E adesso.....
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Amo la neve, mi emoziono nel guardarla proprio come un bambino, mi da pace, una tranquillità interiore che non raggiungo in nessun altro momento e con nessun'altra cosa. Però adesso non ci voleva! Devo tornare a casa, nel paesello lassù sul monte e non vorrei dover mettere le catene (soprattutto perché non saprei da che parte cominciare!). Mia figlia esce alle 4 da scuola; le 4 è un orario critico, visto e considerato che adesso è mezziogiorno, dicasi ora più calda della giornata, e qui fiocca che è una meraviglia! Ho la vaga impressione che domani mattina resteremo a casa, ci metteremo le tute imbottite, scarponi da neve, ci attrezzeremo con sacchi neri della spazzatura e ce ne andremo giù per la discesa a scivolare come matti, sperando ogni volta di mancare il muro, o le macchine parcheggiate (poche in verità, siamo 84 al paesello, di cui la maggior parte anziani e non motorizzati!). Il mondo coperto di neve è incantevole. Il silenzio che ne deriva e surreale, si sente solo il rumore del vento e quel leggerissimo fruscio dei fiocchi di neve che si posano sugli altri fiocchi. Se si chiude gli occhi, sotto la neve, senza l'ombrello, sembra di essere in un altra dimensione, liberi, a tu per tu con l'universo, con qualcosa di superiore che ci sovrasta, soprattutto quando è buio e il cielo è più scuro del piombo. Il vento di oggi fa cadere la neve quasi in orizzontale, fuori si gela, le persone corrono a casa al calduccio (chi può farlo!) e pregano che sia l'ultima sfuriata di questo lungo inverno umido, e che nonappena la pianta di nevicare, ci si avvicini alla tanto agognata primavera, mai desiderata come quest'anno! Io amo l'inverno, è necessario, è quel che ci vuole dopo un estate rovente, anche perché senza il freddo non ci godremo poi la dolcissima primavera con gli alberi in fiore, l'erba verde, il cielo azzurro, le passeggiate in campagna, i giacconi finalmente riposti negli armadi, le prime maniche corte con le braccia bianche che non vedono il sole da un po, i colori e le mille sfumature dei campi, le nuove foglie sugli alberi e via così, potrei parlarne per ore... Ma ora vi lascio, torno al mio lavoro, ai miei doveri, e cerco di non ascoltare il mio stomaco che scalpita affamato! Un abbraccio A. |
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XVII sonetto
Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.
T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
P. Neruda
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Non vi è corazza più forte di un cuore incontaminato! Tre volte armato è chi difende il giusto; e inerme, sebbene coperto di ferro, è colui la cui coscienza è corrotta dall'ingiustizia.
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Una scrivania ordinata è sintomo di una mente malata.
Se hai trovato una risposta a tutte le tue domande, vuol dire che le domande che ti sei posto non erano giuste.
Dietro esistenze sublimi, c'è sempre qualcosa di tragico. Occorrono grandi tribolazioni perché possa sbocciare un piccolissimo fiore.
Chi, essendo amato, è povero?
Perdona sempre i tuoi nemici. Nulla li fa arrabbiare di più.
Nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri.
La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha.
La maggior parte della gente è altra gente. Le loro idee sono opinioni altrui, la loro vita un'imitazione, le loro passioni una citazione.
Non vedo niente di romantico nel dichiararsi. È molto romantico essere innamorati. Non vi è niente di romantico in una proposta precisa, perché si corre sempre il rischio di essere accettati. Di solito lo si è, credo. Allora l'eccitazione se ne va per sempre. Il nocciolo della questione è l'incertezza.
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il 29/04/2010 alle 16:33
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il 29/04/2010 alle 08:40
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