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Venticinque dischi per il 2011 (10)

Post n°191 pubblicato il 30 Gennaio 2012 da syd_curtis
 

 

 

 

6.

Eleanor Friedberger
Last summer

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel territorio del sentimento. Così potrebbe intitolarsi questo post dedicato a una delle mie musiciste preferite. Sì, per Eleanor Friedberger e per la band di cui fa parte assieme al fratello, i maravigliosi Fiery Furnaces, ho un debole sin dai tempi di Gallowsbird's Bark, storico primo album del 2003. Un amore a prima vista che non s'è mai affievolito. Album da top ten 2011 questo esordio in solitaria di Eleanor Friedberger, poche chiacchiere. Con il fratello Matthew impegnato in sterili esercizi di stile, e i Fiery Furnaces lontani dal produrre nuove cose da oramai tre anni (ultimo disco nel 2009, il memorabile I'm going away), tocca a Eleonora tenere alto il buon nome musicale della famigliola. E lo fa mostrandoci da quale parte provenga l'anima pop dei Fiery Furnaces, da dove le loro melodiette accattivanti miscelate con le dissonanze e le cacofonie, la loro parte, insomma, più accessibile. Pop di gran classe, di quello che non ti stanchi mai di ascoltare. Ruffianissimo in I won't fall apart on you tonight (ma si veda l'esibizione minimalista in solitario, amorevole, in questo negozio di dischi), perfetto nel resto del disco, spigoloso il giusto, ritmica e melodia tutt'altro che scontate. In attesa del nuovo disco della band, il cui silenzio comincia a snervarmi, e di un nuovo tour si spera anche italiano, mi godo questo splendido Last Summer, ancora e ancora.


Il video

 

7.

Verdena
Wow

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sempre nel territorio del sentimento, la miglior band italiana. Così scrivevo a Marzo 2011, poco prima di assistere al loro concerto al Bloom di Mezzago (Mi), il live più bello del 2011, senza discussione: Wow è un album che quando arrivi alla fine del secondo cd apri la confezione cofanetto e ti chiedi dove sia finito il terzo. Ventisette canzoni, un'ora e venti di musica di cui non riesci a essere sazio. Lo so è quasi un cliché, ma con questo disco vale la pena spendere anche il vecchio riff che fa: un disco che si svela a pezzetti, a ogni nuovo ascolto infila una perlina nella collana colorata. A differenza di quanto hanno scritto da altre parti, di quest'album non sono disposto a buttare via niente, prendo tutto e chiedo di darmene ancora, di più: mi dia ancora due fette, un etto e mezzo, lasci pure, abbondi abbondi. Album che è già da ora e in modo definitivo nella classifichina dei dischi del 2011 (sapessi che roba, uau).
Il resto lo potete leggere direttamente qui.



Il video

 
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