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Ascolto dopo ascolto, mutando continuamente opinione, bel disco, disco così così, sciapo, promette ma non mantiene, scorre che è un piacere, sono arrivato a questa linea di compromesso con me stesso: viste e considerate le personalità in gioco, Danger Mouse (che oramai lo si ritrova un po' dappertutto, Black Keys, Sparklehorse, Beck) e il leader degli Shins, James Russell Mercer (dici poco), ci si poteva aspettare un filo di più. Tuttavia, tanto per ripiombare nell'empasse di cui sopra, l'album resta di piacevolissima beva, in particolare nell'incipit, The high road, Vaporize (con l'intro acustica in stile Shins) e Your head is on fire (con echi imprevisti ma bellissimi di Fab Four in salsa elettronica). Il resto scorre bene, con altri momenti notevoli in Trap Doors e Citizen, ma in generale c'è come una sensazione di superficie, sensazione alla quale contribuisce qualche banalità assortita (una: gli arrangiamenti orchestrali qua e là, una battaglia personale, lo so) e qualche linea melodica fin troppo elementare, ammiccante e paracula (vedi The Ghost Inside).
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Inviato da: Gesu
il 28/07/2022 alle 01:24
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il 28/07/2022 alle 01:22
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il 28/07/2022 alle 01:20
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il 28/07/2022 alle 01:19
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il 28/07/2022 alle 01:06