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Messaggi del 14/02/2015
Post n°443 pubblicato il 14 Febbraio 2015 da syd_curtis
Ombre conradiane: I suoni di “Endkadenz Vol. 1” sono densi e stratificati. Il fuzz attraversa ogni canzone e funziona come un laccio che tiene insieme una tessitura sonora complessa, dominata dalla batteria di Luca Ferrari, che costruisce un’ossatura solidissima su cui poggiare chitarra e basso spessi e rumorosi (“Un Po’ Esageri”, “Rilievo”, “Derek”). I tre del pollaio non hanno paura di ritmi franti e sincopati: “Sci desertico” spinge avanti il discorso iniziato in “Wow” con “Rossella Roll Over” e con “Mi coltivo”; “Rilievo” accelera e rallenta e accelera e gioca a spogliarsi fino a restare solo voce e percussioni per alcuni secondi di purezza primordiale, dopo i quali si riveste di elettricità abrasiva e distorta, disturbante e maestosa nel suo incedere, fino a una coda su cui un ritmo tribale getta la sua ombra conradiana. [Indie for Bunnies] Nebbia fitta: “Enkadenz vol.1" sarà anche un disco intelligente, aperto e sperimentale, ma mostra anche il lato del “non so che strada prendere”, una prova medio indecisa dove il tutto e di più fa massa ma poca sostanza – intesa come proposta -, un disco che ha un atteggiamento eroico e coraggioso, anarchico, ma fermamente in cerca di una vera “identità” che ora come ora si è data alla macchia. Una consapevolezza di gruppo annebbiata? [ShiverWebzine] Opinioni non richieste: EndKadenz (Volume Uno) è un disco enorme, scrive Valentina Ziliani, e verrebbe voglia di darle ragione e chiuderla qui: è necessario aggiungere altro? Giusto un paio di considerazioni, vah.
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