« La Torcia Olimpica a Trento...Forum sulla qualità di v... »

sarà vero che... la nostra regione muore per troppa ricchezza?

Post n°15 pubblicato il 24 Gennaio 2006 da ElCid_TheKid

(da L'Adige)

«Il Trentino muore per troppa ricchezza». Lo dice a chiare lettere Alex Zanotelli, lo dice con il sorriso sulle labbra al presidente Lorenzo Dellai: «Caro Dellai, questa provincia si sta adagiando, addormentando, annichilendo. Forse è venuto il momento di fare qualcosa per ridipingere uno scenario di idealità e di speranza, al di là del rilancio economico-finanziario». Ancora sofferente a causa della brutta caduta subita per aver protetto una amica durante un tentativo di scippo nel centro di Napoli, Alex è salito in Trentino per una rapida visita alla famiglia e al suo paese natale. La sua nuova missione nel rione Sanità sta cominciando a portare i primi frutti. In questi giorni sta guidando una mobilitazione di popolo contro i tentativi di procedere alla privatizzazione dell'acqua e la politica ha cominciato a cedere: «Due emissari di Bassolino sono venuti a impedire la mia partecipazione nella notte bianca di fine novembre. Avrei parlato sul problema dell'acqua insieme a Grillo. Ho chiesto con forza il motivo di questa censura, Il caso è scoppiato sulla stampa e il movimento ha reagito con forza, ora Bassolino si è fatto avanti per discutere ma esigiamo un impegno concreto». Padre Alex, come mai si rivolge direttamente al presidente Dellai? Perché mi sento di accettare la sfida che mi ha lanciato all'inizio di novembre quando ha aperto la fiera del consumo critico. «Qualcuno - ha detto Dellai - dovrà pur dire a padre Zanotelli che il Trentino non è poi così arido». E io vorrei rispondere al presidente. Non ho mai detto che il Trentino è arido. In questa regione c'è moltissimo fermento, che sta maturando, c'è una vivacità di base splendida ma questo Trentino mi fa paura perché con la sua ricchezza si sta semplicemente adagiando, addormentando, annichilendo. È il benessere che spegne dentro di noi tutte quella spinte di idealità, di sogno, di un mondo altro da quello in cui viviamo. Quando sono passato per la canonizzazione di Comboni ho detto che una delle spie di questo declino del Trentino potrebbe essere che non ci sono più vocazioni missionarie. La vocazione missionaria non è altro che la volontà di spendere la propria vita per i poveri, per gli ultimi, per gli esuberi. Questa spinta a voler vivere per gli altri era molto sentita in Trentino. Oggi non c'è nulla. Lo scorso anno abbiamo celebrato l'anno della montagna - una cosa molto bella perché abbiamo le cime più possenti e affascinanti del mondo - però mentre commemoravamo le montagne ci siamo dimenticati di dire che queste comunità montane stanno morendo l'una dietro l'altra. Ogni volta che torno in queste vallate mi sembra di avvertire i segni di una morte sempre più incombente, sempre più incipiente. Caro Dellai, ecco perché parlo di aridità del Trentino. Muoiono le tradizioni, si spegne la cultura nelle vallate, la globalizzazione appiattisce tutto? Ma non era la critica che faceva Pasolini trent'anni fa? Sono cose che io dico da sempre. Mi ricordo che alla metà degli anni Settanta - non ero ancora direttore di Nigrizia - mi trovavo a scalare una delle nostre cime, quando il gestore del rifugio dove eravamo andati a rifocillarci cominciò a parlare delle nostre vallate e io rimasi di ghiaccio: «Vedi Alex quello che sta accadendo nelle nostre vallate - mi disse trent'anni fa, più o meno ai tempi di Pasolini, mostrandomi col dito il profilo delle valli viste dall'alto - guarda che razza di distruzione sta avvenendo. Noi stiamo bene, il turismo tira, ma non ci sono più valori, abbiamo spazzato via tutto». Quanta ricchezza culturale, religiosa avevano le nostre vallate, quante esperienze comunitarie molto belle, molto gioiose si respirava nei nostri paesi. Oggi ci sta saltando tutto e stiamo tornando ad un individualismo spaventoso. Ognuno per sé. So che il carattere dei trentini è chiuso, ma qui non si tratta di carattere, si tratta di deriva dei rapporti umani e di invasione dei valori artificiali del mercato, del benessere, della ricchezza che ci sta uccidendo dentro. Ecco perché anche persone come Dellai devono cominciare a riflettere su questi processi di erosione della cultura che ha fatto la storia del nostro popolo. O ne usciamo con una politica che sa alzare lo sguardo, oppure ci ripiegheremo in un declino disastroso. A Napoli lei si impegna intensamente in una battaglia contro la privatizzazione dell'acqua. In Trentino ha partecipato, fin dall'inizio, alle proteste contro l'inceneritore. Ora Beppe Grillo ha annunciato che verrà personalmente a Trento in febbraio per sostenere gli amici di Nimby. Lei ci sarà? Non so se ci sarò, se mi invitano con Grillo vengo volentieri perché penso che sia una battaglia fondamentale. Io ho detto a tutti in questo periodo che una delle cose più belle che sono accadute è la vittoria della val di Susa: Ma questa mobilitazione deve collegarsi alle altre sul territorio italiano, quella di Offlaga nel bresciano contro la mega centrale, la mobilitazione in atto contro il ponte di Messina, lo stesso movimento che abbiamo ad Acerra contro l'inceneritore, a Scanzano ionico contro i rifiuti tossici. Ecco, credo che anche la mobilitazione contro l'inceneritore a Trento debba entrare in rete con le altre proteste di popolo. La società civile si organizza e per la prima volta diventa soggetto politico perché impone alle forze politiche di cambiare marcia rispetto ai loro propositi. La lotta del Trentino sull'inceneritore, partita in sordina con un digiuno a staffetta, ha una forza morale incredibile. Forse bisognerà pensare ad una sorta di collegamento nazionale su un obiettivo critico: la non sostenibilità di questo sistema. Si è parlato molto di Tav e dell'alta velocità in val di Susa, ma poco del grande progetto che investe anche il Trentino, ossia il corridoio del Brennero con il tunnel di base, un'opera costosissima e che avrà un forte impatto ambientale. Come mai nelle varie mobilitazioni nazionali si parla poco di questo progetto? La Tav ha fatto molta impressione perché ha fatto capire che i costi ambientali non sono giustificabili da un punto di vista della resa che l'alta velocità può produrre. Insomma, il gioco non vale la candela. La gente ha fatto i suoi calcoli e ha cominciato a dire che forse sarebbe più utile mettere mano alle vecchie linee ferroviarie per renderle più efficienti e più organizzate. Ci fanno guadagnare venti minuti con il ponte e ne perdiamo 48 ad arrivare fino a Reggio Calabria. Ma queste sono assurdità. E credo che anche sul tunnel di base del Brennero dovrebbe cominciare a scaturire una riflessione forte sul senso di un progetto che ha un costo (economico e ambientale) fortissimo. Ma anche in questo caso dobbiamo collegarci con la val di Susa, rendere più forte e pregnante l'azione pratica che ha già attecchito in altri luoghi.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

silvia.gadottimichelachistestefania.cabiancagiorgio.variscogianulaalzheimer.erbiribbolaa.lisa67quadrini.rloca4teresa.fiorillotreekingZeroRischiortseam1moprato
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963