Era da una vita che non sentivo Sandra, una mia amica.
L'ultima volta, un mese fa, mi aveva trascinato a vedere uno spettacolo teatrale al WestingPalace.
Erano di scena i Motus. TwinRooms, forse uno degli spettacolo piu' convenzionali del loro repertorio, beccammo male, cazzo.
Giudizio negativo.
Il mio.
Ma a Sandra era piaciuto, a Sandra piace tutto cio' che crede faccia figo apprezzare.
E poi a bere, offro io che lavoro, coca havana, negroni,
e giu' di confessioni.
Le sue.
L'avvertivo sola. Si erano lasciati, lei ed il mio amico Marco, da qualche mese.
Avevo sempre saputo che sarebbe successo, era come vedere insieme un pitbull ed un gatto siamese, entrambi stronzi nel proprio genere, ed incompatibili.
Pero' era durata una vita la loro storia, non so come, ma era durata.
Durata per poi finire, di comune accordo, si dice in questi casi.
Ma era Sandra a non poter essere imbrigliata. Sandra la studentessa per sempre con i suoi viaggi, le sue conoscenze, le sue citta' in cui vivere.
Ed uscire di sera.
Marco, me lo vedevo dopo la fresca rottura, me lo vedevo smadonnare alla grande, e piangere anche, di notte, che tanto col cazzo che dormiva.
Me lo vedevo nervoso ed incattivito e piu' acido di prima, proteso e proattivo nel trombare la prima passante a tiro per dimenticare.
Sandra di fronte a me, succhia la cannuccia nel bicchiere di negroni.
Mi dice che lei con Marco ci tornerebbe, mi piace ancora Marco, dice, e tornerebbe a rivivere la situazione di prima, con lei che fa cio' che vuole e
lui che tenta di seguirla e bestemmia schiavo del suo amore.
E' sola Sandra, si vede, ed accenna che ha voglia di sesso, lo accenna a me, e dice che lei, si, che non glienefrega un cazzo
Che lei vorrebbe farsi delle avventure di solo sesso, che non vuole storie, no, va bene cosi', ma un po di cazzo, beh, quello le manca un pochino, e che non ne prende da quando ha rotto con Marco
Ha anche visto XXX di Fura Des Baus, merda, sul palco un set hard, ha ancora sulla retina la sequenza di immagini, le vedo, come alimentassero il fuoco di una voglia incontenibile.
Ovviamente non dice tutto questo con queste parole.. Ma il succo giuro che era quello!
Ed io, come l'ultimo dei coglioni che fuoriesce dal paese delle meraviglie seppi dire
'Beh, non dovresti fare fatica a trovare qualcuno...
Sai Sandra, e' tardi, devo andare a casa che sono cotto non ne posso piu' di lavorare in 'sta citta' di merda'
Ci salutammo e lei mi abbraccio', tremava ma non faceva freddo. Ed aveva gli occhi lucidi mentre diceva dai, ci sentiamo, se non hai troppo da fare.
Non ci siamo sentiti per circa un mese, fino a questa sera, quando l'ho chiamata guidando.
Stava prendendo un aperitivo.
Una conversazione veloce, giusto il tempo di chiederle 'come va Sandra?',
'bene e te?'
'Io normale.'
'Normale? Impossibile, te non sei normale.'
pietrificando io: 'Cosa vorresti dire che non sono normale? Io non sono normale?'
'dal primo istante in cui ti ho visto ho pensato che non fossi normale.'
'in che senso non sono normale?'
'Non mi hai mai chiesto in quale senso non ti considero normale... ne parleremo'
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il 27/05/2016 alle 20:39
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