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Post N° 162

Post n°162 pubblicato il 14 Maggio 2008 da tricolore.sport

IL TRICOLORE SPORTIVO

MERCOLEDI', 14 MAGGIO 2008

IL MILAN VORREBBE DONADONI

 

La sconfitta di Napoli brucia. E in Via Turati un'esclusione dalla Champions League per una gara come quella giocata al San Paolo, ha fatto imbufalire l'amministratore delegato Galliani e, soprattutto, il Presidente Berlusconi tanto da far tornare d'attualità un cambio alla guida tecnica, fino ad una settimana fa impossibile da immaginare. L'idea si chiama Roberto Donadoni, il quale al termine degli Europei dovrebbe lasciare il ruolo di commissario tecnico. Ex milanista, stimato dalla società e dai giocatori, Donadoni ha sempre parlato del Milan con un'emozione particolare, visti i grandi trascorsi da giocatore. Ancelotti farebbe il percorso inverso, andando ad occupare quel ruolo tanto sognato dall'allenatore di Reggiolo. Scambio di panchina alle viste, dunque, con buona pace di entrambi. In seconda fila Marcello Lippi, vecchio pallino dell'entourage rossonero.

 

GATTUSO-MILAN, E’ FINITA

 

Se ne è uscito dal campo scuro in volto come poche volte lo abbiamo visto, deluso per la sconfitta e il probabile addio al quarto posto, con un pensiero in più rispetto ai compagni di squadra: pensiero che gli ha fatto rivivere in pochi secondi i nove lunghi anni trascorsi in rossonero perchè quella di Napoli potrebbe essere stata per Gennaro Gattuso l' ultima partita con la maglia del Milan.

Il cartellino giallo rimediato nel naufragio del San Paolo gli costerà infatti la squalifica nell'ultimo impegno stagionale, domenica contro l'Udinese.

Negli ultimi giorni le voci di un suo addio si rincorrono costantemente, voci mai veramente smentite dalla dirigenza rossonera, nè dallo stesso giocatore che si è rinchiuso in un insolito silenzio, silenzio diventato però assordante ed eloquente circa la sua volontà di cambiare aria.

Per un tipo come lui, si sa, le motivazioni sono tutto, e in questo momento, arrivato a questo punto, nella sua testa le motivazioni lo portano lontano da Milano, lo portano ad una nuova avventura all'estero, sogno rimasto fino a ieri nel cassetto e che ora sembra destinato a diventare realtà.

Difficile per lui metabolizzare sconfitte e delusioni, era stato così già dopo Istanbul, ma allora prevalse l'amore ai colori rossoneri. Ora, il copione si ripete ma tutti gli indizi portanto ad un epilogo completamente diverso, e così quella di Napoli per Rino può diventare l'ultima fotografia, putroppo amara, da conservare nell'album dei ricordi rossoneri.

 

 

NEDVED ALLA JUVE FINO AL 2009

 

Pavel Nedved, 35 anni, giocherà almeno un'altra stagione con la Juventus. Il centrocampista ceco, a Torino dal 2001, ha prolungato il suo contratto con la società bianconera fino al 30 giugno 2009. «Alla base della mia scelta - ha spiegato Nedved - ci sono la consapevolezza di aver vissuto sette anni straordinari e la voglia di rivivere l'esperienza europea con una squadra alla quale sono profondamente legato». Esprime soddisfazione anche l'amministratore delegato juventino Jean-Claude Blanc: «E' questo il modo migliore per cominciare la campagna di rafforzamento in vista della prossima stagione».

Nei prossimi dodici mesi l'ex Pallone d'oro guadagnerà circa 2 milioni e 250mila euro.

 

IL MILAN NON SI AFFIDERA’ A KALAC?

 

Un escalation da numero uno del Milan iniziata grazie alla sciagura prenatalizia nel derby di Nelson Dida, il portiere brasiliano cede i guantoni a Zelico Kalac dopo l’incredibile gol subito dai rossoneri firmato Cambiasso, fatale errore che promuove il 35 enne portierone australiano, che fa stropicciare gli occhi ai tifosi che si rincuorano vedendolo fare mirabilie alle prime serie chance che Carlo Ancelotti gli concede, gran voti e parate contro Udinese e Genoa, al Milan si rivede quantomeno un portiere in grado di far cose che Dida sembrava ormai aver dimenticato di fare.

 

Ma pur avendo salvato il Milan in più di un’occasione, l’ultimo mese di campionato rimette in discussione quanto di buono si era visto nei novanta giorni di Kalac titolare, prima macchia il gol realizzato dal cagliaritano Conti al Meazza, gol che riapre la partita per i sardi, gol da brividi alla schiena che fa rialeggiare antichi spettri, e proprio da qui che inizia la parabola discendente anche del gigante australiano, che all’Olimpico di Torino con la Juventus vede la palla calciata da Alex Del Piero infilarsi lentamente al secondo palo.

 

A Livorno il Milan annichilisce l’avversario, ma in occasione del gol della bandiera di Knezevic, Kalac probabilmente era già con il pensiero sotto la doccia, una settimana dopo, nel derby, in una giornata di grande festa del popolo rossonero, si fa sorprendere sul proprio palo in occasione del gol su punizione di Cruz.

 

Al San Paolo domenica scorsa prende tre gol su cui non può fare nulla, ma si dimostra meno affidabile del solito lasciandosi scappare palloni dall’apparenza innocui, qualche inquietante pasticcio di troppo che suona come campanello d’allarme, torna in discussione il portiere che a gennaio sembrava aver conquistato un futuro da portiere del Milan.

Parlare di rivoluzioni ora come ora in casa Milan è la cosa più nefasta che si possa fare: in un momento così delicato si potrebbe pensare che la dirigenza non fa affidamento sui suoi uomini.

 

Ieri, intanto è arrivata una tiratina d’orecchie per Pato, che non è stato il trascinatore del Milan al quarto posto, come la societàà rossonera si auspicava,  proprio da Galliani. Che ieri ha dichiarato che il Milan deve fare bene domenica e deve schierare la miglior formazione possibile: con Kakà, che è una seconda punta, e una prima punta, che può essere Indaghi o Pato. Ora come ora, però, Indaghi ha mostrato di essere più decisivo del giovane brasiliano che, quindi, potrebbe restare ancora in panchina.   

 
 
 
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