Creato da mielealpeperoncino il 24/04/2008

trilogia mentale

Incontro di pensieri, parole e immagini

 

 

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SONO UN TEPPISTA?...SI' E ME NE VANTO!

In Gran Bretagna l'essere etichettato come "Asbo" ("anti social behaviour order", ossia come persona incriminata per comportamenti antisociali: in breve, il nostro "teppista") è giudicato come una medaglia al valore da un ragazzo su due.

Che l'identità negativa sia oggi la più seducente sirena all'orizzonte dei giovani l'ha colto subito anche la pubblicità. Essere cattivi come status symbol - "Bad girls wear...", "Bad boys wear..." (le cattive ragazze, i cattivi ragazzi indossano...) - è uno degli slogan a maggiore effetto.
L'identità negativa, in altri termini, sta acquisendo una capacità di attrazione e polarizzazione mai vista prima (come dimostrano anche i videogame in cui bambini e ragazzi possono identificarsi con il delinquente giocando a mettere in scacco e uccidere il poliziotto).

Si dirà che i ragazzi negativi ci sono sempre stati e non c'è niente di nuovo sotto il sole. Tuttavia, la gravità pervadente di questa crisi morale è forse perfino meglio esemplificata da un'altra riflessione che mi capita di sentire sempre più spesso: "Sono considerato un bravo ragazzo e questo mi fa infuriare. Ormai questa è un'etichetta da perdente!". Da un lato, dunque, il cavalcare l'attuale "deriva delle norme", come se fosse un fare surf sulle onde, sta diventando uno stile di vita. Dall'altro sono in profonda crisi di identità i ragazzi educati secondo il più antico criterio di interiorizzazione della norma morale, di identificazione con l'altro - e i suoi sentimenti - prima di agire. Percorso interiore che aumenta il senso etico personale e riduce l'aggressività, ma anche i comportamenti in generale scorretti verso gli altri, nel lavoro, in casa, in amore. E che tuttavia viene vissuto come un fattore di riduzione della competizione sociale, su tutti i fronti.

L'equazione "bravo ragazzo uguale perdente" comporta uno sgretolarsi interno, una frattura profonda e insidiosissima delle forze buone del tessuto sociale, che in un certo senso si arrendono a questo cambiamento etico senza nemmeno più contrastarlo, come invece succedeva naturalmente in passato. D'altra parte, con il nostro "fatti furbo/a" usato a ripetizione con i bambini fin dalla culla, non facciamo altro che incoraggiare esattamente questo rovesciamento di valori. E con i nostri comportamenti da furbi li avalliamo.

Un problema solo maschile? No. La crisi dell'ideale dell'Io, del modello di riferimento coinvolge anche le giovani donne. L'identità negativa comincia a far premio anche tra di loro: al punto che comportamenti teppistici, di bullismo, di aggressione verso compagne più timide o meno inquadrate sul modello negativo comincia a diventare socialmente preoccupante non solo nell'ambiente metropolitano ma anche in piccoli paesi italiani.

Nel 1996, con il suo bestseller "Le brave ragazze vanno in paradiso. Le cattive dappertutto", Ute Ehrhardt siglò con questo titolo non solo un libro fortunato, ma l'inizio di un'era. L'elogio della non arrendevolezza, della non sottomissione femminile al di fuori della casa, riuscì ad avere un ascolto epidemico grazie all'uso divertito della spregiudicatezza e dell'ironia. In quel contesto la cattiveria era ancora moderata.
Di fatto, il contenuto era un incoraggiamento alla sana affermazione di sé, non dell'egoismo ad oltranza, grazie ad una parodia divertita e critica della ristrettezza di orizzonti delle "brave ragazze", rispetto a quelle scaltre e spregiudicate. Tuttavia il titolo, più forte del contenuto, divenne una sorta di bandiera per tutte coloro che vedono nella "cattiveria" una vantaggio sociale.
In poco più di dieci anni, l'orizzonte è mutato ulteriormente: e privilegia ora nettamente le "identità negative" anche per molte ragazze.
Il loro identikit? Molto simile a quello dei maschi Asbo: fallimenti scolastici, bassa scolarità per abbandono precoce della scuola, basso livello socioeconomico, famiglie sgretolate, fumo, alcool e droghe "leggere", rapporti precoci.
Se l'identità positiva non è più possibile, "meglio un'identità negativa che non avere identità". Si intrecciano così fattori di fallimento personale, secondo il codice tradizionale, e il bisogno di affermazione comunque all'interno del gruppo degli amici, oggi il più potente fattore di riferimento dei giovani. Questo comporta l'adesione a modelli trasgressivi, che fanno della violazione sistematica della norma un modus vivendi e un criterio di valore all'interno del gruppo, specialmente, ma non solo, di livello socioeconomico più basso.

E' possibile tornare indietro? Forse: ma è molto difficile, data la deriva dei valori e delle norme in corso in tutte le società ad alto e basso reddito. Per ridurre il fenomeno, prima che gli stessi bravi ragazzi si arrendano del tutto, bisognerebbe agire a monte, non solo sui molti fattori di disgregazione sociale e di fallimento personale dei giovani, ma anche sulla sostanziale corruzione etica degli adulti, soprattutto quelli più visibili, in politica e sui media.

La sensazione è che la maggioranza della popolazione giovane sia ancora moralmente sana, in Italia come in Gran Bretagna. Ma le identità negative, nei comportamenti, nel linguaggio, nei modi, fanno più rumore, hanno più fascino e sono molto più infettive. Non sottovalutiamole. Non facciamone un modello. E non premiamole.

Rossella

 
 
 
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"AMORE"

 

 

L'amore è come il mare:

è possibile che si riesca

a vederne l'inizio ma la

fine si perde oltre la linea

dell'orizzonte.

          Rossella.

 

L'amore, quello vero, che fa palpitare.

che regala quel prezioso elisir

che ci permette di sentirci giovani

e vitali anche quando il trascorrere del tempo

vorrebbe impedircelo è fatto, soprattutto

di silenzi, di sguardi lunghi, intensi,

ricchi di significati che le parole non

riuscirebbero mai a comunicare...

AMORE!!!

          Rossella

 

 

 

DALLO SCRIGNO DELLE MIE

FIORI

I fiori sono fragili e muoiono in un sofffio quasi come i giorni della vita.

Ma se sai guardarli, sfiorarli, ammirarli e gioirne,

darai un senso al loro breve vivere.

 

L' ETERNITA' IN UN BACIO

Ricordo, Chiedesti: "Come mi baceresti?"...

Risposi: "In verità non saprei rispondere"...

So solo che per essere analogo alla tua unicità sarà privo di estensione,

senza inizio nè fine, sospeso nel tempo, senza un prima o un dopo.

Il presente ha i suoi limiti nel non averne, e un bacio

fuori dai limiti della estensione e del tempo è semplicemente ed

unicamente eterno.

ATTESA

A volte come una barca alla deriva mi sento,

sembra estenuante l'attesa

ma è l'essenza stessa della vita.

                 Mielealpeperoncino.

 

DALLO SCRIGNO DELLE MIE

ACQUA-TE

Acqua pura e cristallina che sgorga dalla terra, che cade dal cielo;

nutre i suoi frutti, colma fiumi ed oceani.

Acqua fonte di vita dolce e pura, forte e dirompente

come te!

Te che mi disseti con la tua presenza e m'inondi col tuo amore,

consentendomi di nuotare nel tuo mare,

permettendomi di sprofondare in esso

fino a raggiungere gli abissi del tuo mondo,

quel mondo pieno di tesori nascosti, ricco di vita.

Quel mondo in cui vorrei immergermi

e di cui vorrei far parte.

 

SORGENTE DI VITA

Siamo nate insieme tu ed io.

Dolce e serena,

calma e tranquilla,

impetuosa e travolgente acqua.

Ogni tua goccia è vita.

Mielealpeperoncino

 

PRIVA DI TITOLO

Rifessi di luce costante

al calar del tramonto

si nascondono.

Primeggiano le scure ombre

dietro le verdi fronde.

 

Rinascono in un pensiero

triste o felice

purchè vero.

Vestendosi di bianco

passeggiano di fianco.

 

Ritorna il giorno e con esso il sole

ma se fosse pioggia o vento,

alcuno il tormento.

Chi è in natura

alla natura affida 

fragilità e forza

timore e coraggio.

 

Se ne fa scudo, letto e sostegno

non tralasciando il proprio impegno.

Fra immensi giardini, prati ed aiule

si spegne la vita di un fiore. 

          (Mielealpeperoncino)

 

Così in natura...

  Così dal fioraio... 

 

Così nel mio cuore...

Così in casa mia...

 

DALLO SCRIGNO DELLE MIE...

 

 

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Dialogo tra sguardi

 

Lei: Guardami e parlami

      e mentre mi parli, ascoltami

      perchè è ascoltando che potrai parlarmi

      ed è parlando che potrò ascoltarti

      e ancora guardami!

Lui: Ti guardo, è bello guardarti!

      Ti ascolto, è bello ascoltarti!

      Ti parlo, è bello parlarti!

      Forse ancor più bello sussurrarti!

      Per poi perdermi in quel sussurro

      giungere a te e finalmente

      perdermi in te.

                (Mielealpeperoncino)

 

DEDICATO A PROFUMO DI ROSE E A CATWOMAN

L'amicizia ha qualcosa di misterioso che spinge alla confidenza e all'abbandono più completo. E' una dimensione dell'amore pur non essendo l'amore.

Vi voglio bene ragazze.

L'immagine a seguire ed il pensiero trascritto, mi sono state dedicate da Profumo di rose nel suo Blog. Grazie Profumina sei sempre molto cara e dolce. Spero di non deluderti nel percorso che ci vede unite al di là di quella che è una reale ed abituale frequentazione tra amiche.

Sei come la luce che emana il sole prima di andare a dormire.

Sei come l'acqua che rigenera ogni cosa che tocca.

Sei come il vento che ossigena chiunque.

Sei grande come il mare.

Ti voglio bene Mieluccia. 

 

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IL MIO MARE UOMO

 

Una poesia a rappresentarmi

Il più bello dei mari è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.

E quello che vorrei dirti di più bello

non te l'ho ancora detto.

Nazim Hikmet

IL MIO MARE UOMO

Il mare cos'è per me il mare...

E' il letto sul quale riposare,

la seggiola sulla quale dondolare,

l'avvolgente abbraccio di un compagno,

il tumulto da cui lasciarmi sconfiggere.

Ad esso affido le mie intime confidenze,

talune me le rende, altre le insabbia

nei suoi abissi profondi.

In esso ritrovo le infinite e contradditorie

risposte ad una inassolutà verità

sull'eternità della vita.

Il mare, il mare, cos'è per me il mare

se non l'altare della mia pace.

Mielealpeperoncino.

 

.....METAFORANDO.....

"Glia alberi e le montagne sono il desiderio di cielo che ha la terra." (...)

Le tue mani sono rami dell'albero che sei.

Io vorrei essere la tua terra.

Sei il mio desiderio di cielo,

il mio albatro dei sentimenti,

il portatore sano di "malattie dell'anima",

l'essenza dell'incontro,

l'assenza di ragione,

il vuoto di memoria,

la montagna da scalare e

il pozzo di Talete.

 

Mielealpeperoncino

 

Irrisolto quesito

Quantunque tu in quell'essere io,

quantunque io in quell'essere tu.

Smarrito l'io, smarrito il tu

ritrovarci dovremmo

in quell'essere tu, in quell'essere io.

 

Originato dalla fusione del tu-io-tu,

il mio ed il tuo essere dovrebbero

dare essenza

ad un unico essere…

Vale a dire: “Il nostro essere” o

vale a dire: “Noi”.?

Irrisolto quesito.

 

      

 

 

sessualità

 
 

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