Creato da gigiovp il 23/05/2007
Magari servirà ad aiutarmi

Il dentista

Se per te il nostro incontro è stato come "cavarsi un dente", be... allora io vado subito ad iscrivermi ad odontoiatria!!!
 

Sono come il Foscolo

Preferisco vivere di illusioni piuttosto che di rimpianti! Meglio vivere con la vana speranza che lei un giorno possa essere mia, piuttosto che trascorrere il resto della vita sapendo che non starà mai assieme a me, il dolore sarebbe troppo forte da sopportare.
 

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E questa è giustizia?

Post n°22 pubblicato il 02 Marzo 2008 da gigiovp
 

Giustizia:

Dal lat. iustitia; fr. ing., justice; sp. justicia; tedesco Gerechtigkeit; la parola deriva da justus, giusto e questo da jus, diritto, ragione.

Giustizia è ordine dei rapporti umani; la virtù morale per la quale si osserva in sé e in altri il dovere e il diritto; è la costante e perpetua volontà di riconoscere a ciascuno ciò che gli è dovuto; è l'ufficio, il magistrato o il luogo dove si rende giustizia.

Questa è la definizione che ho trovato su Wikipedia riguardo alla parola giustizia. Ma è realmente così? Non mi pare! Solone, filosofo dell'antichità disse: "La giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli mentre i grandi trafiggono la tela e restano liberi". Un concetto espresso circa 2500 anni fa, ma mi pare ancora attuale ai giorni nostri!
Cosa sarebbe disposta a fare una madre per la propria creatura? Tutto il possibile per assicurarle un futuro tranquillo e radioso. Il padre (e suo ex compagno) è un poco di buono, però conosce molte persone. La madre, nonostante i vari richiami verbali a comportarsi bene, non riesce a far cambiare atteggiamento al padre: allora gli fa un richiamo scritto alle forze dell'ordine. Risultato: il padre se ne esce dal commissariato più arzillo di prima, mentre la madre viene derisa dagli agenti: soltanto perchè voleva proteggere la sua creatura dal padre irresponsabile, un padre senza testa, ma con molte conoscenze.

E QUESTA E' GIUSTIZIA?

Dopo questo smacco, la madre riprova a tessere un dialogo col padre, cercare di farlo capire, ragionare un attimino, venirsi un po' incontro per il bene della bambina. Niente da fare, lui mantiene gli atteggiamenti da spavaldo, da colui che "so tutto io, nessuno mi può fermare". A questo punto arrivano gli assistenti sociali. Prima vanno a casa di lui: le voci girano, sembrerebbe che ora finalmente abbiano capito che razza di padre sia, e che tutto vadi a favore della madre. Poi il colpo di scena: quando fanno visita a casa di lei come per magia, tutto è cambiato: lui è diventato un buon papà, perchè quando lei lavora di mattina, lui va a vestire la piccola (e non solo, perchè spesso e volentieri da un'occhiata in casa sua, frugando tra le sue cose, ma... lasciamo perdere che è meglio), mentre lei si sente accusare di essere una madre troppo apprensiva.
- Una madre è apprensiva se si preoccupa perchè il padre porta la loro creatura al bar a giocare al videopoker, o a bere l'Aperol?
- E' apprensiva se giudica inadatto per una bimba di 8 anni, il fatto che davanti a lei il padre parli dei night club che frequenta, e delle signorine che ci lavorano?
- Se poi la madre si preoccupa perchè il papà permette alla loro creatura di guidare un trattorino falciaerba, senza nessun adulto che la supervisioni, allora è da considerarsi una madre apprensiva?
Be, per l'assistente sociale sì, mentre lui resta un bravo papà! Solo dopo un paio di giorni, però, veniamo a sapere che il capo dei servizi sociali del comune, è amico di vecchia data col bravo papà.

E QUESTA E' GIUSTIZIA?

Arrivati a questo punto, credo proprio che soltanto il Padreterno potrà darci una mano a risolvere questa situazione.
Cecilia sta sempre peggio: è più di un anno che non esce di casa, va solo al lavoro, o da sua madre; non ha più la voglia e nemmeno la forza di combattere: ha delle fitte continue allo stomaco, e sta iniziando a rifiutare il cibo, prova a mangiare, ma deve fermarsi subito dopo, perchè sente gli stimoli del vomito! Non trova scampo da questa situazione;
Marta, invece di staccarsene, vede sempre di più il suo babbino, gli vuole tanto bene, e non riesce a capire minimamente il male che fa sia a lei che a Cecilia.
Ed io me ne sto in silenzio in un angolo, a soffrire per la mia impotenza nel non poter fare nulla per aiutare la persona che amo. Purtroppo in un mondo come quello di oggi, privo di ogni più elementare principio etico, è facile credere di comprare tutto con il denaro. Siamo noi, ciascuno di noi a dare potere a tutto ciò.

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Solo Dio ci può aiutare!!!

 
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Un dolce pensiero...

Post n°21 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da gigiovp
 
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Qualche volta nella notte, se sono già a letto mi alzo, vado in un bar a comprare delle paste, e poi gliele porto a casa, lasciandole all'interno della sua auto, oppure appese al recinto del giardino.

Prima magari l'avviso dicendole: "...lasciami la macchina aperta, perchè probabilmente stanotte passa il mago pasticciere...".

Questa notte... è una di quelle notti!

Queste sono piccole cose, inezie, vorrei poter fare molto di più per lei.

Spero solo che possano contribuire a farle iniziare in maniera più dolce la giornata.

 
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La partitella...

Post n°20 pubblicato il 17 Febbraio 2008 da gigiovp
 
Foto di gigiovp

Ieri pomeriggio ho giocato un po' a pallone con sua figlia Marta: le avevo portato un compressore, gentilmente prestatomi da alcuni amici. Così lei, dopo aver gonfiato le ruote della sua bicicletta, ne ha approfittato per dare un po' d'aria anche al suo pallone, che sembrava alquanto messo male.
Mentre la mamma era rimasta in casa al calduccio, tentando di riposare un attimino: la notte prima non aveva chiuso occhio, 1000 pensieri le si agitavano per la testa, la maggior parte dei quali causati da quell'infame dell'ex marito. Si gira a destra, a sinistra, prona, supina, ma niente da fare, riesce a sentire chiaramente tutti i rumori causati dai cani e dai gatti del vicinato. E la sua unica salvezza, è stata lo spuntare del sole, e l'inizio di una nuova giornata, sempre alla ricerca di quel "giorno di tranquillità" che oramai brama da diversi anni a questa parte.
Ma prima di andare a giocare, bisognava finire i compiti: che impresa!!! Marta è una bambina assai intelligente, ma ha 8 anni, ci siamo passati tutti per quell'età. La voglia di studiare non è mai ai primi posti della sua personale scala di valori. Se poi teniamo conto che ieri era anche una stupenda giornata di sole, piuttosto atipica per il periodo, allora ecco che il restare in casa per fare i compiti, viene visto come un'ingiustizia subita, piuttosto che come un dovere da compiere: provate a spiegarlo voi ad una ragazzina di 8 anni, che se lei fa i compiti, è per il suo bene e non per accontentare i genitori o le maestre.
Ma poi finalmente l'agognata partitella: tirava un po' di tramontana, ma per una buona mezz'ora siamo rimasti fuori, tra palleggi coi piedi, schiacciate a mo' di pallavolo, colpi di testa, era un mix di tanti sport. Anche alcuni cani dei vicini sono accorsi a vederci giocare: io mi preoccupavo più che altro, che non ci azzannassero il pallone, finendo col bucarlo. Marta invece, complice anche la sua giovane età, appena riceveva la palla, mirava subito a colpirli, e qualche volta ci riusciva sul serio: che birba!!!
Comunque sia, sono contento che per 30 minuti ho fatto divertire una bambina, che nonostante abbia solo 8 anni, ha già sofferto (e soffre tuttora abbastanza) per colpe di cui lei non centra niente. E sono contento anche perchè forse, per 30 minuti, ho fatto rilassare una mamma, che ogni giorno deve lottare con il mondo intero, solamente perchè ha commesso l'"errore" di volere una famiglia. E spero vivamente che prima o poi, io riesca a far parte di questa famiglia.
Cosa sarebbe la mia vita senza di te? Grazie di esistere, Cecilia!

 
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E se ci fosse un perchè?

Post n°19 pubblicato il 13 Febbraio 2008 da gigiovp
 
Foto di gigiovp

Rieccoci qua, come al solito al lavoro. Siamo però nella fase calante, le ultime consegne prima della Pasqua, che quest'anno arriva presto, subito dopo l'inizio della primavera. Oggi sono solo nel reparto, e tanto per cambiare, tra un compito e l'altro... penso a lei: quando non ho nessuno qui con me, le 8 ore... sono ore di trepidante attesa, di un suo cenno, un suo squillo, anche soltanto un "Grazie, anche a te" basta per allietarmi la giornata e darmi la carica necessaria per affrontare gli impegni quotidiani. Oramai sentirla ogni giorno è diventato per me una specie di bisogno primario, come mangiare o dormire.
A volte capita che le scrivo un messaggino, oppure provo a chiamarla ma non da nessun segno di vita: allora la mia mente inizia a fantasticare le situazioni più assurde: cosa le sarà mai successo? Perchè non risponde? Sicuramente sarà con un altro! Poi però, quasi sempre, la ragione prende il sopravvento sull'istinto. Inizio a riflettere e tutto quadra: lei ha un lavoro più delicato ed impegnativo del mio, ha una figlia, deve badare alla casa, ha una madre anziana,... e con un minimo di buon senso mi rendo conto che non può starmi sempre dietro, pronta ad accudire ogni mia richiesta. Allora mi calmo e rincomincio la mia normale attività. E puntuale, dopo qualche minuto, arriva una sua risposta!
"Cecilia, ti amo!": 3 parole, 12 lettere di cui 5 consonanti e 7 vocali. Come pure 7 sono gli anni che ci dividono, a favore suo. Questo è un altro enorme motivo per cui non riesco a dichiararle ciò che provo nei suoi confronti: la nostra differenza d'età. Spesso ribadisce che con quelli più piccoli non si vuole confondere, anche se mi ha raccontato che una volta ha avuto una storia con un ragazzo di qualche anno più giovane di lei, un pessimo elemento, il classico "bello & dannato" che tanto piace alle donne. L'esatto opposto di come sono io, cioè "brutto & perbene". Ed infatti io non ho mai avuto successo con le donne, non sono mai stato con nessuna. Ma che questa finalmente sia la volta buona, che riesco a sbloccarmi, a mettere un "1" in schedina? Mah... le premesse forse ci sono, ma sarò io che dovrò saper giocare bene tutte le mie carte.
Intanto standole vicino, ho creato un bellissimo rapporto con sua figlia Marta: lei mi cerca sempre, quando vado a trovarle non c'è un minuto che passo senza farle compagnia, aiutandola coi compiti, portandole dei giochi, guardandoci assieme dei dvd. Per me è come una figlia adottiva, ed io, visto che non potrò mai essere il suo padre biologico, mi sento come una specie di "padre sociale", che insieme a Cecilia, cerca di educarla nel migliore dei modi, e di non farle mancare nulla, ponendo una "pezza" a tutte le scelleratezze che le mette in testa il suo papà naturale! Davvero il rapporto che ho con questa ragazzina è spettacolare, sembriamo veramente padre e figlia. E me ne sento molto orgoglioso. L'ultima volta che sono stato a trovarle, domenica scorsa, eravamo in salotto tutti e 3 a guardare la tv. Mentre facevo il solletico a Marta, ad un certo punto se ne esce e mi fa: "...no dai, babbino!". Li io e Cecilia ci siamo guardati sbalorditi, e siamo rimasti veramente di gesso. Che l'abbia detto per prendermi in giro, oppure inconsciamente le è scappata fuori questa frase, come a voler significare un suo desiderio segreto, nascosto? Mah, chi può dirlo! Fattosta, prima che me ne tornassi a casa, ancora Marta dice: "...te mammina stasera vai sul lettino, che io e Michele si dorme sul letto grande, va bene?". Anche qui non vi dico che sensazione ha riempito il mio cuore: bellissima, stupenda, indescrivibile, ho sentito Marta come se veramente fosse figlia mia.
Dopo queste dimostrazioni d'affetto nei miei confronti, il mio amore per Cecilia e sua figlia, è salito alle stelle, aumentato all'infinito: se esistesse una lista in cui doversi segnare per diventare il padre adottivo di Marta, scriverei il mio nome dalla prima all'ultima posizione! Purtroppo non è così semplice, ma io non mi do per niente sconfitto, anzi ogni giorno che passa, in me aumenta lo stimolo e la voglia di stare assieme a loro, per tutto il resto della mia vita. Cecilia è l'unica donna che ho amato, per la quale ho provato un forte sentimento, in tutta la mia esistenza. Ed arrivato a quasi 32 anni, credo che non avrò altre occasioni come questa per trovarmi qualcuna con cui stare accanto per il resto dei miei giorni.
Una sera Marta ha espresso a sua madre il desiderio che io ed il suo papà si divenga amici: questa però è e resterà un'utopia, io non potrò mai essere amico di colui che ha fatto e fa soffrire tuttora la persona alla quale tengo di più al mondo, e che per la quale darei la mia vita, se solo potesse servire a renderla felice.
Prego Dio perchè mi dia la forza ed il coraggio necessari, per dire ad una certa persona, quelle 3 parole che da un po' di tempo a questa parte, rimbombano nei miei pensieri e nel mio cuore... Cecilia ti amo!

 
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Pensando a te...

Post n°18 pubblicato il 12 Febbraio 2008 da gigiovp
 
Foto di gigiovp

E' dura! L'avevo saputo fin dal principio che sarebbe stata così, però... è dura veramente. Mai un giorno che abbia una buona notizia o un pochino di tranquillità: sempre l'ex marito di mezzo a darle fastidio, cercando di portarle via la figlia; gli ex che ogni tanto tornano alla carica; i nuovi spasimanti che non accettano, o perlomeno non capiscono cosa significhi un NO. Ed io qui, fermo, immobile a pensare a lei, preso ogni giorno dalla tentazione di dirle quello che provo per lei, cioè che l'amo. Ma in realtà io amo sia lei che sua figlia, certamente di un amore diverso, ma loro sono parte di me, sono una mia famiglia.
Ma come fare per dirglielo? Ogni volta sta li a ribadire che questa situazione, questo stato di cose l'ha voluto lei, che non vuole nessuno intorno, che deve pensare solamente al bene di sua figlia. Io che non ho mai detto a nessuna TI AMO, anche perchè nessuna finora mi ha dato la possibilità di dirglielo, sempre e soltanto a vedermi come il diverso, quello brutto ed handicappato. Io cerco di aiutarla in ogni maniera: faccio fare i compiti alla figlia, le porto al cinema o a mangiare una pizza, le vado a trovare durante la settimana.
Con Cecilia mi sento più volte durante il giorno, vari sms spesso seguiti anche da qualche chiamata. Va avanti così, ogni giorno, da quando l'ho ritrovata il 31 ottobre scorso: per una mia cazzata, per un mio egoismo l'avevo perduta alla fine di agosto. Da quel momento 2 mesi d'inferno... in cui ero arrivato anche a tentare la soluzione estrema: era un periodaccio, dove pure in casa le cose non andavano per niente bene. Avevo perso a lei, ed allora decisi che il giorno dopo il mio 31esimo compleanno, l'avrei fatta finita. Ma non so come, non so perchè, il mio piccolo nipotino Matteo, di 3 anni e mezzo, era venuto li dove mi trovavo... ed ha pensato che stessi facendo un gioco: sì, il gioco della vita! Quello per me è stato un indizio, un indizio di una nuova rinascita. Da allora la ricercai molto assiduamente, e dopo circa un mese, ebbi il coraggio di mandarle un messaggino: lei mi rispose ed il legame tornò saldo.
Ma adesso però è diverso: io non posso dirle amore, non riesco a buttar fuori queste parole, anche perchè nessuno me le ha mai dette. Quanto vorrei poterle dire "Cecilia, io ti amo!" senza aver nessun timore della sua risposta. Ma non ci riesco! So che un suo rifiuto per me sarebbe la fine certa, non riuscirei mai a risollevarmi da una batosta del genere. A volte invidio le macchine, i computer: finchè hanno corrente, vanno avanti a fare i loro compiti. Appena togli l'alimentazione, si fermano, e quando li riaccendi, non ricordano nulla di quello che stavano facendo prima. Ma purtroppo (o per fortuna), il cervello umano non è così, il cuore umano non funziona così! Quindi per ora, preferisco restare nel dubbio, nel limbo del non sapere niente. Soltanto di una cosa sono certo: dell'amore che provo per lei e per sua figlia, niente e nessuno potrà separarmi da loro. Finchè anche l'ultima goccia di sangue scorrerà nelle mie vene, io cercherò di fare tutto per aiutarle a vivere meglio.
Prego ogni sera Dio, che la aiuti, che migliori la sua situazione. E che mi dia il coraggio e la forza per riuscire a dirle ciò che provo, ciò che tengo dentro da 9 mesi a questa parte, da quel 16 maggio dell'anno scorso... quando il Signore mi ha dimostrato che gli angeli esistono veramente, facendomene incontrare uno di nome Cecilia!

 
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