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Un blog creato da springfreesia il 04/07/2007

SPRINGFREESIA

Appunti di viaggio

 
 

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Lucia con affetto

 

 

 

AREA PERSONALE

 

Lucia Guida, 2012, Succo di melagrana. Racconti di vita quotidiana al femminile, Piazza Armerina, Nulla Die, pagg 68, ISBN 978-88-97364-24-5, € 9,90

 

Forbidden colours, R. Sakamoto

... perché i ricordi legati a sensazioni sono scritte in Braille nel nostro cuore

Oggi mi trovate anche qui:

luciaguida, il mio nuovo blog su Wordpress in cui parlo di me come autrice e del mio libro

 
Citazioni nei Blog Amici: 55
 

 

Un amico

Cos'è per te un amico,
Perché tu debba cercarlo
Per ammazzare il tempo?
Cercalo sempre per vivere il tempo.
Deve colmare infatti le tue necessità,
non il tuo vuoto.
E nella dolcezza dell'amicizia
Ci siano risate,
E condivisione di momenti gioiosi.
Poiché nella rugiada
delle piccole cose
Il cuore trova il suo mattino
E si rinfresca

Kalhil Gibran

 

 

FEMMES.

JE SUIS COMME JE SUIS

Je suis comme je suis

 Je suis comme je suis

Je suis faite comme ça

 Quand j'ai envie de rire

 Oui je ris aux éclats

 J'aime celui qui m'aime

 Est-ce ma faute à moi

 Si ce n'est pas le même

 Que j'aime à chaque fois

Je suis comme je suis

 Je suis faite comme ça

 Que voulez-vous de plus

Que voulez-vous de moi

Je suis faite pour plaire

 Et n'y puis rien changer

Mes talons sont trop hauts

 Ma taille trop cambrée

 Mes seins beaucoup trop durs

Et mes yeux trop cernés

 Et puis après

Qu'est-ce que ça peut vous faire

Je suis comme je suis

Je plais à qui je plais

Qu'est-ce que ça peut vous faire

 Ce qui m'est arrivé

Oui j'ai aimé quelqu'un

Oui quelqu'un m'a aimée

Comme les enfants qui s'aiment

 Simplement savent aimer

Aimer aimer...

Pourquoi me questionner

 Je suis là pour vous plaire

Et n'y puis rien changer.

Jacques Prévert

 

 

"Gli uomini non cambiano", Mia Martini

 

Quando sento la parola "fuga"

il mio sangue scorre piu' veloce, 

sorge in me improvvisa la speranza

e son pronta a volare.

Emily Dickinson                   

" Rebirth ", E. Rodriguez

I am Emma Woodhouse!

Take the Quiz here!

 

Della tribù gli uomini sono la lana, ma sono le donne a tesserne la trama

(proverbio degli Emirati Arabi)

 
 

 

" Le mie parole ", S. Bersani

" M' abbandono ", G. Moro

 

 

 

"O Sohno", Madredeus 

 

 

 

Se tu non parli

Se tu non parli
riempirò il mio cuore del tuo silenzio
e lo sopporterò.
Resterò qui fermo ad aspettare come la notte
nella sua veglia stellata
con il capo chino a terra
paziente.

Ma arriverà il mattino
le ombre della notte svaniranno
e la tua voce
in rivoli dorati inonderà il cielo.
Allora le tue parole
nel canto
prenderanno ali
da tutti i miei nidi di uccelli
e le tue melodie
spunteranno come fiori
su tutti gli alberi della mia foresta.

Rabindranath Tagore

 

 

 

 

Conchiglia


Mi hanno portato una conchiglia.
Le canta dentro
un mare d'atlante.
Il mio cuore
si colma d'acqua
con pesciolini
d'ombra e d'argento.
Mi hanno portato una conchiglia.

Federico Garcia Lorca

  

"At the Seashore", S. O' Brien

"Mele Cotogne", P. Rosati

Sereno

Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
presa in un giro
immortale

 G. Ungaretti

 

 

 

« LiberazionePiccole donne crescono »

Il femminicidio si può e si deve fermare

Post n°463 pubblicato il 28 Aprile 2012 da springfreesia
 

Leggere ogni giorno di donne che perdono la vita per mano del proprio uomo o comunque di uomini di famiglia, le persone che, cioè, dovrebbero garantire loro affetto e protezione per prime, è un dolore sordo, sottile, pieno di rabbia impotente che non può essere lenita. Il femminicidio in Italia non ha ancora una sua collocazione giuridica e viene definito ancora come "delitto passionale"; nulla di più lontano, perché passioni e sentimenti sono moti d'animo autentici, vitali. Ben diversi da un gesto di morte fine a se stesso come, appunto, quello di privare dell'esistenza un altro essere umano.

Qui di seguito riporto un articolo stralciato da "La 27ora" del 28.04.12 del Corriere della sera che a mio avviso contiene degli spunti interessanti e assai condivisibili. Dando anche una speranza concreta a chi pensa che questa infinita mattanza possa e debba avere fine.

Un abbraccio

Lucia

IL FEMMINICIDIO SI PUO' FERMARE

di Lea  Melandri

“Ma come si fa a uccidere una ragazza per un litigio?”, si è chiesto il padre di Vanessa Scialfa, la giovane di Enna vittima del fidanzato con cui era andata a convivere da pochi mesi. E’ la domanda che nasce spontanea e che segnala l’incredulità di fronte al ripetersi quasi quotidiano di una violenza che inspiegabilmente esplode all’interno dei legami più intimi. Ma è proprio vero che le ragioni del perverso annodamento tra odio e amore, rabbia e tenerezza, presente da sempre nei legami di coppia e nelle relazioni famigliari, anche se solo ora si comincia a discuterne, sono così misteriose, così insondabili?

“Noi uomini -ha scritto Adriano Sofri (La Repubblica, 27.03.2012) parlando del ‘nemico in casa ’- se appena siamo capaci di ricordarci del modo in cui siamo stati iniziati, e non ci dichiariamo esonerati, sappiamo che cosa è la voglia frustrata o vendicativa o compiaciuta di malmenare o vessare”.

Se la pulsione aggressiva è così diffusa, tanto da poterla riportare al “millenario addestramento” dell’uomo a considerare la donna un suo naturale possesso, se ne deduce che il passaggio all’azione dipende solo dal grado diverso di intensità e di controllo del singolo. Ciò significa che, se scartiamo l’ipotesi di una connaturata malvagità del sesso maschile, possiamo pensare, più ragionevolmente, che un cambiamento -nel senso di relazioni più umane tra uomini e donne- venga dalla cultura, dall’educazione, dalle leggi, da una conoscenza di sé e dell’altro più consapevole della barbarie che ci portiamo dentro, nostro malgrado. Il femminicidio si può fermare.

Purtroppo però neppure questa sembra, al presente, una strada facile da percorrere, come sa chi ha tentato di cominciare dalla prima infanzia a rimuovere pregiudizi atavici, “differenze” di identità e di ruoli, precocemente interiorizzati, che costringono i maschi e le femmine a contrapporsi in modo astratto e deformante: da una parte la forza, la padronanza del mondo, dall’altra la docilità e la dedizione alla famiglia. Un ostacolo viene dai bambini stessi, accomunati da stereotipi che portano i segni della cultura maschile dominante, ma fatta propria da entrambi i sessi.

Nella sua video inchiesta, Il cielo è sempre più blu, Alessandra Ghimenti osserva:

“Tutti i bambini percepiscono la differenza, ma non tutti riescono a spiegarla. I più piccoli si limitano a riferire ciò che vedono: differenze nel taglio dei capelli, nell’abbigliamento. I più grandi invece, ricalcano gli stereotipi: alle femmine è riservata la bellezza, la dolcezza, la docilità, l’obbedienza a scuola; ai maschi la forza, l’aggressività, l’insubordinazione alle maestre, la violenza, la velocità. Sia maschi che femmine sono abbastanza concordi nell’affermare che la femmina si occuperà dei figli, il marito lavorerà.”

Non c’è niente di più diseducativo per le donne -ma indirettamente anche per gli uomini, che sono i loro figli- che rivestire il ruolo ambiguo, contraddittorio, di un genere umano che conta meno dell’altro, marginale nella sera pubblica e sottomesso in quella privata, e che al medesimo tempo viene ritenuto responsabile della sua crescita, della sua felicità, della sua riuscita sociale.

Le esperienze innovative fatte in alcune scuole primarie in Italia, e persino nella liberale Svezia, per promuovere relazioni tra i sessi meno condizionate dalle identità di genere, e dalle logiche di potere che vi sono connesse, dimostrano che siamo ancora lontani da quello che è stato il fattore primo e più duraturo del disagio della civiltà.

Dalla direttrice della scuola elementare di Castelfiorentino, che ha deciso di far indossare a tutti gli alunni indistintamente un grembiulino blu, alla responsabile dell’asilo Egalia, in un distretto vicino a Stoccolma, che ha voluto creare un “territorio neutrale”, dove ognuno potesse sviluppare le proprie potenzialità, sperimentando tutta la gamma delle appartenenze, le obiezioni di cittadini e genitori sono le stesse: la distinzione tra i generi è così atavica che le differenze si possono solo riconoscere e valorizzare “in modo equo”. Resta l’interrogativo di come si possa pensare di acquisire diritti e pari opportunità senza mettere in discussione le differenze che sono state finora alla base dell’ineguaglianza tra i sessi. A meno che “parità” non significhi l’assimilazione al modello maschile assunto come misura neutra, immodificabile dell’umano.

Per restare in ambito educativo, è interessante notare come, anche a livelli più alti di istruzione, i condizionamenti e le discriminazioni tradizionali tornino a far sentire il loro peso proprio là dove più esplicita è l’intenzione di sradicarli.

A proposito del Laboratorio sulla violenza di genere, che oggi fa parte del corso di laurea della Facoltà di Scienze della Formazione di Roma Tre, Claudio Tognato, docente e promotore dell’iniziativa, ha potuto constare, nei sette anni che sono trascorsi, un grande interesse e partecipazione, con un unico motivo di perplessità: a frequentare sono state quasi esclusivamente studentesse, orientate a diventare tirocinanti all’interno dei Centri Antiviolenza.

“Il laboratorio, indirizzato a future assistenti sociali ed educatrici, vuole creare uno spazio di riflessione su queste tematiche, che possa levare il problema della violenza maschile dal contesto privato, dal terreno della malattia o da quello del disagio mentale per riproporlo come problema sociale e culturale.”

La mano che colpisce è maschile, ma gli uomini ancora esitano a farsene carico, o semplicemente a prenderne coscienza.

Non c’è dubbio che, da alcuni anni a questa parte, le iniziative volte a prevenire la violenza contro le donne si sono moltiplicate, riuscendo, nel migliore dei casi, a coinvolgere le istituzioni. Esemplare, in questo senso, è stato il progetto Sentimenti differenti. Relazione tra i sessi ed etica dei sentimenti –la violenza alle donne e l’educazione ai sentimenti, che ha avuto come protagonisti Simona Marino e Giuseppe Ferraro, docenti presso l’Università Federico II di Napoli e alcune scuole della loro città, di vario ordine e grado.

“In breve, un’etica dei sentimenti per costruire una nuova alleanza tra uomini e donne che inauguri una relazione di vicinanza, dove il desiderio non sia possesso e assimilazione ma meraviglia e cura, e per ripensare insieme in un confronto tra gruppi di sesso differente temi come il corpo, la percezione del corpo proprio e dell’altro/a, l’amore di sé e dell’altra/o, l’amicizia, la paura, la dipendenza e il bisogno, la gelosia, il desiderio e il possesso, il rispetto e la cura, l’amore.”

C’è da sperare che sia, come spesso accade, l’iniziativa che parte dal basso, con passione pionieristica e tanta paziente dedizione, ad aprire finalmente un cerchio virtuoso in uno dei lasciti più tragici del nostro passato.

Qui un appello da firmare intitolato "mai più complici" promosso da senonoraquando  contro la violenza di genere.


 
 
 
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"La lettura ", G. Kienerk

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           "Il giorno della mia festa", Marina Rei 

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Donne alla finestra  

 

" Donna che legge alla finestra ", H. Metzkes

 

... tu chiamale, se vuoi, emozioni ...

 

"Roma Capoccia", A. Venditti

 

"Aquarius"

  

" Crisalide di donna ", L. Greco

 

 Grazie leo, satiro del faggio e poeta

4 luglio 2008

 

 

" Il sogno ", P. Picasso

 

 

 

ESTATE 1985, CAMBRIDGE

 

 

  

 

 

                                                                                                             

 

 "Madre e figlia", dipinto del 1926

 

                                                                                                                   

 "Louise che allatta suo figlio" di M. Cassatt

 

 

" Le Printemps " di P.A. Cot

 

"Torn", Natalie Imbruglia

A volte basta poco per aprire una finestra e respirare aria nuova.

Lucia

 

Segui l'amore

«Quando l’amore vi chiama,
seguitelo, anche se le sue vie
sono dure e scoscese.
E quando le sue ali vi abbracciano,
arrendetevi a lui.
Quando vi parla, credete in lui,
anche se la sua voce
puo’ cancellare i vostri sogni,
come il vento scompiglia il giardino.
Come covoni di grano, vi raccoglie in se’.
Vi batte fino a farvi spogli.
Vi setaccia per liberarvi dalla pula.
Vi macina per farvi farina bianca.
Vi impasta finche’ non siete docili alle mani;
e vi consegna al fuoco sacro,
perche’ siete pane consacrato
alla mensa del Signore.
L’amore non da’ altro che se stesso e
non prende niente se non da se’.
L’amore non possiede
ne’ vuol essere posseduto,
perche’ l’amore basta all’amore».


Kahlil Gibran

 

Le nuvole bianche

L’uomo libero è come una nuvola bianca. Una nuvola bianca è un mistero; si lascia trasportare dal vento, non resiste, non lotta, e si libra al di sopra di ogni cosa. Tutte le dimensioni e tutte le direzioni le appartengono. Le nuvole bianche non hanno una provenienza precisa e non hanno una meta; il loro semplice essere in questo momento è perfezione.

Osho,"La via delle nuvole bianche"

 
Nuvole

bianche grigie
disegni divisi
tra cielo e terra
Alza lo sguardo
un cuore bianco
un angelo con le ali
raggianti baciati
da un raggio
Tra di loro
il sole fa capolino
si affaccia alla finestra
saluta sparisce


"Penna di Legno"

 

 

 

 

 

 

 Se i sogni fossero in vendita,
quali vorresti comprare?
Alcuni costano il suono
Di una campana che fugge;
Altri un sospiro leggero,
Che alla fresca corona della Vita
Strappa soltanto un petalo di rosa.
Se i sogni fossero in vendita,
Felici o tristi a piacere,
Al suono del banditore,
Quali vorresti comprare?

 da "Il Mercatino dei sogni", Thomas Love Beddoes

  

 

  

A Black and White Freesia Photo

"Linger", Cranberries

 

 

 

 

" Giardino con ginestre ", G. Papandrea

"Mulino a vento", U. Mazzone

 

 

Claude Monet, "Nymphéas, effet du soir"

" Speed of Sound ", Coldplay

 

 
 
 
 

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