SPRINGFREESIA

Principio


questo blog partecipa al gioco letterario ‘incipit’ promosso da Writer "http://blog.libero.it/AltreLatitudini/ “Era una magnifica giornata, tiepida e  trasparente. Le montagne formavano un semicerchio di vette innevate  e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio. Le otto del mattino. Pareva impossibile che avesse potuto rovinarsi in quel modo  la sera prima …Eppure era quello che le era capitato e al momento non intravedeva rimedi di sorta. Le montagne coperte di neve, splendide nella loro circolarità, sembravano non farle nessun tipo di effetto. Non riuscendo a darle, quella mattina, nessun tipo di conforto. Erano montagne che quotidianamente aprivano le sue giornate accompagnandola fedelmente per un pezzo di superstrada, sino allo svincolo che prendeva per dirigersi a nord, verso il suo posto di lavoro. O almeno quello che era stato, adesso che un lavoro non l’aveva più … E tuttavia automaticamente aveva imboccato il raccordo con una certa decisione, quella di sempre. Quella dettata dalla fretta abituale di tentare di arrivare in tempo dribblando il traffico sostenuto che intasava costantemente il centro di quella piccola città per conquistarsi un pezzetto di parcheggio, una via di fuga verso casa, alla fine di una giornata che da tempo non le dava più la soddisfazione di una volta, trascorsa in un ufficio in cui si sentiva soffocare, avviluppata dall’attenzione indesiderata del suo capo alla ricerca di conferme femminili a buon mercato. O almeno era quello che lui pensava.Si era licenziata. Di netto e con risolutezza. Abbandonando precipitosamente il party natalizio aziendale tra due ali di folla attonita che, in stupefatto silenzio, l’ aveva lasciata passare accompagnando con lo sguardo  quella donna snella, inguainata in un tubino lungo che a fronte alta e con deprecabile nonchalance aveva rovesciato sul capo del Direttore Generale un  intero bicchiere di gin tonic. Prima di lasciare la sala e sparire nella notte.Peccato per il gin tonic, aveva pensato lei con un sorriso col senno di poi, servitole una volta tanto a puntino, con poco ghiaccio,  proprio come a lei piaceva. “Sono libera, finalmente.” E senza un’ occupazione.All’ improvviso un’ idea peregrina aveva iniziato a frullarle per la testa. E quell’ inserzione che aveva sbirciato velocemente su una pagina di un quotidiano locale aveva preso nuovamente forma prospettandole una via di fuga insperata, quasi provvidenziale, verso luoghi lontani.Trasferirsi in Africa Mediorientale per accompagnare turisti in cerca di itinerari non omologati che li mettessero a contatto con situazioni reali, genuine, legate all’ habitat del deserto e alla sua gente. Requisiti richiesti disponibilità a trasferirsi nell’immediato per almeno tre mesi all’estero, conoscenza dell’ inglese e dell’arabo, spirito d’intraprendenza, capacità organizzativa …Sorrise e pensò all’intraprendenza e all’iniziativa dimostrate la sera precedente. Nei corridoi della sua ditta avrebbero avuto di che parlare e per molto ancora. Accostò in una piazzola di emergenza e tirò giù il finestrino della sua auto. Fuori l’aria era insolitamente dolce per quel mese di dicembre, mitigata dal garbino che intempestivamente, soffiando dalla costa, rimandava ad atmosfere e tempi ancora troppo lontani e che, tuttavia, suo malgrado le addolciva l’anima. Chiudere casa, salutare gli amici e, per un periodo al momento indefinito, provare a cambiar vita. Immergendosi in un’atmosfera totalmente diversa. Forse più vera e sentita. O forse soltanto un’ occasione per mettersi alla prova e lucidare il suo senso di autostima ultimamente un po’ appannato.Quello che le era apparso, a inizio di giornata, come una rovina dalle proporzioni epocali, le sembrava adesso, a distanza di poche ore, una benedizione del cielo, un segnale di cambiamento chiaro e forte. Il destino che per lei decideva aiutato  dalla sua  impulsività, troppo spesso, di recente, mortificata e ridotta al silenzio. Ma tuttavia ancora forte e viva, vitale. Presente.Un ultimo sguardo a quel profilo imbiancato dalle abbondanti ultime nevicate e poi di nuovo in marcia, questa volta verso il mare. Per approfittare a piene mani di quel giorno di libertà insperatamente conquistato.Atollo di serenità ritrovata in un oceano di infinita progettualità futura.
 " Senza titolo "    di     ruobby