L'inquietudine

Post N° 129


Sono, in grande parte, la prosa stessa che scrivo. Mi snodo in periodi e pararagrafi, mi trasformo in punteggiatura e, nella sfrenata disposizione di immagini, come i bambini mi maschero da re con carta di giornale; oppure, ritmando una successione di parole, mi acconcio come i pazzi con fiori secchi che sono freschi solo nei miei sogni. E, soprattutto, sono tranquilla come un pupazzo di segatura che acquisendo consapevolezza di se stesso scuote ogni tanto la testa affinchè il sonaglio in cima al beretto a punta (parte integrante della testa stessa) faccia suonare qualcosa: vita tintinnante del morto, minimo avviso al Destino.