Creato da abuyaqub il 12/08/2008

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L'Egitto in bolletta e lo spettro di una catastrofe

Post n°207 pubblicato il 13 Dicembre 2012 da abuyaqub
 
Foto di abuyaqub

Mentre Morsi ritratta i superpoteri, annuncia misure draconiane per ripianare i conti e poi le ritratta, si nasconde dietro l'autorità dell'esercito per garantire il referendum, l'Egitto è sempre più in fibrillazione. Il 15 il referendum per far scegliere il popolo se fare scempio di una storia millenaria e trasformare il paese guida del mondo arabo in una specie di repubblica teocratica. Le opposizioni trovano un inedito accordo e pensano di sfidare apertamente il referendum annunciando quasi sicuramente il No, evitando con l'astensione di far decollare la repubblica musulmana di Morsi e compagnia. L'esercito si era come al solito erto a mediatore tra il potere presidenziale e i contestatori laici da giorni in piazza ma senza esito. L'Egitto attende in un clima di palese tensione l'arrivo del giorno X, dopo il quale a prescindere dal risultato nulla resterà più come prima. Ma la tensione è alle stelle non solo per l'esito del referendum, per le leggi ad personam di Morsi, per le migliaia di contestatori in piazza, ma anche per un quadro economico a dir poco disastroso che solo l'intervento del maxi finanziamento da parte del Fondo Monetario internazionale potrebbe arginare. Ma quei 4,8 miliardi di dollari di prestito che sono come l'acqua nel deserto dell'economia egiziana ora sono messi in discussione: la stabilità e la credibilità del paese non sono garantite. L'instabilità di questo primo periodo egiziano post-Mubarak ha anche generato un crollo per il turismo: si calcola nell'ordine del 30% di presenze in meno (nel raffronto anno su anno). Il sistema economico generale del paese è segnalato in calo del 4,2% nei primi quattro mesi, la lira egiziana ha subito cali di 5-6 punti rispetto alle principali divise. Nessun miglioramento per quanto riguarda i dati su occupazione, investimenti esteri e inflazioni: un disastro. Il paese è più povero che mai e Morsi che aveva annunciato tasse dolorose ma necessarie su beni di larga diffusione come il tabacco, ha poi dovuto rimangiarsele per evitare di perdere, oltre alla sopportazione degli avversari più tiepidi, anche il sostegno dei suoi elettori. Il paese appare sempre più a un bivio e il risultato del referendum costituzionale segnerà inevitabilmente il futuro di una democrazia nata fragile e destinata a un avvenire precario.

 
 
 
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