Un orrendo fatto di cronaca sconvolge l'Egitto e rivela più che mai la miseria della società egiziana. Il corpo di un 14enne è stato trovato barbaramente sgozzato in una colombaia nella campagna di Kafr el Sheik nel delta del Nilo. Ad ammettere il delitto due ragazzini di 12 e 13 anni. Il movente: il 14enne era il realtà il loro aguzzino e li costringeva a fare furti per poi intascarsi tutto il bottino non lasciando niente a loro. I due stufi di subire la vessazione hanno messo in atto il loro piano sanguinario. Con una scusa la vittima è stata convinta ad entrare nella colombaia di una tenuta agricola. Una volta dentro, i suoi carnefici hanno proposto di legarlo con una corda alle mani ed ai piedi sfidandolo di liberarsi da solo. Una volta legato, il "capobanda" è stato tramortito con un bastone prima di essere "sgozzato" ed il corpo coperto con arbusti per non essere scoperto. Nell'interrogatorio che ha seguito l'arresto avrebbero |
La proposta di costituzione approvata dall'Assemblea costituente egiziana il 30 novembre e che sarà sottoposta a referendum il 15 dicembre. Di quanto questa bozza non piaccia a moderati-cristiani-copti-liberali-laici e persone normali è inutili che lo ripeta. E di quali contestazioni siano in corso in Egitto pure è inutile che dica. Oggi però Amnesty ha fatto un'analisi attenta dei 234 articoli della Costituzione e ha rilevato i seguenti problemini: non protegge i diritti umani, ignora i diritti delle donne, limita la libertà d'espressione in nome della tutela della religione e prevede che i civili possano essere processati dai tribunali militari. |
Tra una protesta e l'altra è arrivato l'ok del parlamento egiziano alla nuova Costituzione. L'hanno votata tutti all'unanimità. Il nuovo testo ha 234 articoli compreso il controverso articolo 2, che ha scatenato proteste tra e fila dei copti e dei laici. L'Egitto adotta quindi la sharia, come fonte principale di diritto. Una cosagrave per un paese che vuole guardare al futuro, ma tutto sommato una dicitura blanda che non modifica in concreto quanto già figurava nella Costituzione di Mubarak. Niente di preoccupante quindi? Insomma... Prima di tutto l'Egitto aveva fatto una rivoluzione per togliersi di dosso un dittatore e le sue leggi e se le ritrova pressoché invariate. Poi adesso il parlamento non è più cooptato dal grande capo ma ha tra i suoi membri più influenti salafiti e fratelli musulmani che possono distorcere quell'articolo a seconda delle loro mattane. E in più c'è un referendum popolare che deve approvare questo testo e che si terrà entro tre settimane. Riuscirà il paese dei faraoni a superare questa difficilissima prova di tenuta? Le previsioni danno brutto. Nonostante l'ottimismo profuso da Morsi che, dopo avere cercato di far capire al mondo che si è arrogato poteri assoluti, ma solo per un po' di tempo, ha così comunicato: Stiamo imparando a essere liberi. Non lo abbiamo mai provato prima. Stiamo imparando a discutere, ad avere opinioni differenti, a diventare una maggioranza o una minoranza", ha detto Morsi al settimanale Time. "Quando avremo una costituzione, tutto quello che ho fatto o detto la settimana scorsa si fermerà", ha aggiunto il presidente egiziano. "Quando avremo una costituzione, tutte le decisioni che ho preso (recentemente) perderanno efficacia immediatamente". Gli egiziani di solito commentano tutto con Inshallah... Forse pure in questo caso. |
E' bastato un annetto scarso e la falsa rivoluzione egiziana è già stata tradita. Come era facile prevedere (l'avevo previsto pure io nella mia più totale ignoranza) l'Egitto sta veleggiando verso la guerra civile o comunque verso una profonda spaccatura sociale con scenari preoccupanti. Il Fratello Musulmano Morsi ha già gettato la maschera e si è rivelato per quello che non poteva non essere: un dittatore camuffato da presidente. Il presidente egiziano (ispirato da Allah e dal Corano) si è attribuito poteri che nemmeno il tanto vituperato Mubarak aveva nemmeno pensato di arraffarsi. Arrivato al potere anche grazie alla solita totale insipienza degli americani e appena incensato per la tregua fatta firmare a Israele per salvare i terroristi di Hamas di Gaza, Morsi con uno scarno comunicato ha presentato il conto a tutti e principalmente agli egiziani e, perché no, pure all'Occidente miope. Forte della larga maggioranza in parlamento e dell'appoggio degli unici due partiti organizzati sul territorio, oltre che del fatto di brandire più o meno sfacciatamente il Corano come fonte di legge, Morsi si è attribuito in quattro e quattr'otto il potere di stare al di sopra anche della legge: qualunque decisione esecutiva del presidente è inappellabile. Credo non ci sia bisogno di spiegare cosa ciò significhi. Ma in un paese sempre più povero, lacerato da forti conflitti sociali, attraversato da estremismi religiosi e divorato dalla corruzione questa decisione ha scatenato immediatamente le proteste. E i manifestanti sono tornati in piazza Tahrir e nelle altre piazze da Alessandria a Ismailiya fino al sud. Per la prima volta Baradei, Sabbahi e i copti finalmente a fare una voce unica contro chi, dopo essersi accaparrato i frutti della rivoluzione senza avere mosso un dito, adesso pretende di trasformare il paese più importante del mondo arabo in una satrapia musulmana, una specie di Iran sunnita. Le proteste sono già iniziate e altre sono in fermento, con la speranza che tutti i laici di Egitto facciano fronte comune. La speranza è che non sia troppo tardi per rovesciare un governo eletto in modo scorretto (il parlamento è già stato sciolto), con un presidente eletto con una percentuale minoritaria e che in pochi mesi ha messo mano all'esercito e al potere politico e adesso prova pure ad arraffare anche quello giudiziario. E l'occidente che fa? Udite, udite alla buon ora esprime preoccupazione per la "svolta" autoritaria di Morsi. Ma in che mondo vivono questi sedicenti esperti di geopolitica e di diplomazia internazionale? E' possibile incoronare e poi buttare giù dal trono uno nel giro di una settimana?! Evidentemente sì. Domanda per i vari Obama e altri leader occidentali: avete mai sentito parlare Morsi? Gli avete mai chiesto quale sia la sua idea di democrazia? Avete mai visto un integralista islamico costruire uno stato democratico (tipo quelli che siamo abituati a concepire noi in Occidente)? Ora Morsi è a un bivio: o va avanti o si dà una calmata. Se va avanti si porta dietro circa metà del paese ma l'altra metà (più eterogenea ma più ricca) potrebbe riorganizzarsi e rendere la situazione intricata. Se si dà una calmata riesce a placare forse le ire dei suoi nemici ma corre il rischio di perdere il consenso della sua base che non è fatta esattamente da fini intellettuali ma da personaggi che pregano 5 volte al giorno e vogliono l'applicazione della Sharia anche per contrattare l'acquisto dei cammelli. In entrambi i casi Morsi deve gettare definitivamente la maschera. E allora per l'Egitto (e anche per tutto il mondo civile) potrebbero essere davvero problemi grossi. |