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I Cavaliers in crisi senza LeBron

Post n°11 pubblicato il 08 Dicembre 2007 da AJ31

Mentre i "grandi" continuano a regalare spettacolo e canestri (immensi Allen Iverson e Manu Ginobili), l'Nba azzurra rimane dolceamara, con Belinelli a lottare negli allenamenti per non sparire dallo suardo del coach dei Warriors Don Nelson, e Bargnani a dimenarsi tra belle prestazioni e problemi fisici. Al grande show di questi tempi non partecipa LeBron James, ancora bloccato da un infortunio a una mano: quasi inutile dire che senza "Il prescelto", i Cleveland Cavaliers stanno quasi scomparendo dalla geografia dell'Nba.

Il "Gaucho" e "La risposta" - Un problema alla mano rischiava di mettere in dubbio anche la presenza di Manu Ginobili nel derby texano tra San Antonio e Dallas. Ma visto che gli Spurs erano privi anche di Duncan (problemi a un ginocchio), coach Popovic ha deciso di lanciare l'argentino addirittura in quintetto-base, per l aprima volta in stagione. Risultato? L'argentino ha insaccato 37 punti, con 4 rimbalzi, 6 assist e 1 stoppata, firmando così il 97-95 dei campioni contro una Dallas che più che a Nowitzki (15 punti e 9 rimbalzi) si affida ormai con maggiore continuità in attacco alla coppia Howard (22 punti) e Terry (20). Splende anche la classe di Allen Iverson, la "pepita" più lucente tra i Nuggets di Denver, pure sconfitti dai Los Angeles Lakers (107-111): per "the Answer" 51 punti (18/27 dal campo, 15/18 ai liberi) e 8 assist, anche se la vittoria va poi ai gialloviola trascinati da Kobe Bryant (25 punti, 8 rimbalzi e 5 assist).

Dolce… Amare – Ogni tanto le sue ginocchia, che gli hanno fatto perdere quasi completamente la scorsa stagione, scricchiolano ancora. Ma quando sta bene, Amare Stoudemire è l'ala/centro più devastante della Lega, il "big man" ideale per i Phoenix Suns di Mike D'Antoni. Perché Stoudemire unisce a uno straordinario istinto al rimbalzo, un'eccellente sensibilità al tiro e una velocità non comune per un giocatore delle sue dimensioni (208 centimetri per 112 chili). In una Phoenix che corre a cento all'ora sotto l'impulso degli assist di Steve Nash in regia, e che solo una volta in stagione ha segnato meno di 100 punti, Amare è uno dei terminali offensivi più efficaci, in grado di produrre quasi 21 punti e 9 rimbalzi a serata, con punte di assoluta eccellenza (vedi i 42 punti e 13 rimbalzi nella vittoria contro gli Indiana Pacers). Numeri confermati anche nella vittoria contro Toronto – assente Bargnani – per 136 a 123, nella quale Stoudamire ha contribuito al record stagionale di segnature dei Suns con 25 punti. Cifre del resto abituali per il 26enne della Florida, matricola dell'anno nel 2003, che già nel 2004/05 viaggiava a circa 27 punti e 9 rimbalzi di media, prima dell'infortunio. Insomma, anche lui sembra pronto a spingere i "Soli" verso la finale.

Magie a sprazzi, il Beli inattivo – Continua a singhiozzo la stagione degli azzurri. Bargnani "il Mago" prima piazza contro Cleveland il suo record personale di punti in carriera (26, anche se con 19 tiri, oltre a 6 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata 1 recupero in 40 minuti di gioco), poi crolla a 4 punti con un terribile 2/15 dal campo contro Washington, per poi rimanere in tribuna, infortunato, nella sconfitta con Phoenix. E in tribuna, ma per volontà di coach, siede ancora Marco Belinelli. I suoi Golden State Warriors volano (10 successi nelle ultime 12 gare, l'ultimo contro Milwaukee con un nettissimo 120-90), ma il "Beli" continua a vivere ai margini del parquet la sua esperienza Nba. Ormai l'ultima apparizione risale in campo risale al 26 novembre: appena un minuto (con 0/1 al tiro) in campo per Marco nella vittoria 129-114 contro Phoenix. Per il "Beli" è il momento di tener duro e stringere i tempi, in attesa di tempi migliori.

Cavalieri senza guida – L'assenza di LeBron James rende i Cavs di Cleveland una franchigia marginale nella Lega, fuori (per la diminuita attenzione mediatica) e dentro (per i risulati scadenti) dal parquet. Lo provano le due pesanti sconfitte contro New Jersey (79-100) e Washington (86-105). Quello che preoccupa, oltre ai passivi rimediati, è l'attitudine del gruppo orfano di James. Poca grinta, attendismo, gambe molli, in attesa del ritorno del fenomenale LeBron, cui toccherà riprendere per mano la squadra e riportarla a livelli almeno accettabili. Basti pensare che, nelle due sconfitte in questione, il migliore in campo è stato Shannon Brown, al secondo anno nella Lega e da tempo dato in partenza verso altre franchigie, in attsa di un rinforzo che entro febbraio renda i Cavs almeno presentabili....

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Data di creazione: 10/11/2007
 

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