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Mondiali Turchia!!

=== GRUPPO A ===

SERBIA-GIORDANIA 112-69

La Serbia scatena tutta la sua frustrazione per la sconfitta di ieri in doppio overtime contro la Germania contro una Giordania che prosegue nel suo passaggio "enogastronomico" al Mondiale turco. Non c'è partita sin dalle prime battute, con la Serbia a volare subito sul +13 alla fine del primo quarto e sul +20 (57-37) all'intervallo. Tre ventelli a referto, con Kosta Perovic (20 e 6 rimbalzi), Marko Keselj (21 con 9/10 dal campo), e Dusko Savanovic (21 e 7): la Serbia tira con percentuali fantascientifiche (64% dal campo e 47% abbondante da tre), mentre i giordani chiudono con un modestissimo 39% e un terrificante 5/28 dall'arco: il solito Abbas ne mette 15, mentre il naturalizzato Wright sparacchia malamente con 2/14 al tiro.

GERMANIA-AUSTRALIA 43-78

Semplicemente non c'è partita. Il grande sforzo di ieri sera, coinciso con il successo nel doppio overtime contro la Serbia, pesa tantissimo sulle gambe dei tedeschi, malamente ripassati da un'Australia vogliosa di vendicare la sconfitta al photo-finish contro l'Argentina. Surclassata su tutti i fronti e in ogni quarto, la Germania chiude con un tristissimo 26% dal campo (15/59), mentre i Canguri veleggiano con un ottimo 46% dall'arco (12/26) e il 52% complessivo al tiro: le statistiche, per quanto possano contare in un match come questo, vedono ancora una volta un buon Patrick Mills con 16 punti e 7 assist e il solito solido contributo di Maric, che chiude con 15 punti e 5 rimbalzi.

ARGENTINA-ANGOLA 91-70

Nonostante l’assenza di Fabricio Oberto, ancora ai box per un fastidioso virus intestinale, l’Argentina non trova particolari difficoltà nell’archiviare la pratica Angola e proseguire in un cammino finora immacolato fatto di 3 vittorie in altrettante partite. L’Albiceleste prende il largo nel secondo quarto (45-32 all’intervallo) e ricaccia prepotentemente indietro il tentativo di rientro avversario con un parzialone di 27-11 nell’ultimo periodo: Luis Scola è ancora devastante con 32 punti e 11 rimbalzi, ma Carlos Delfino gli fornisce un ottimo supporto aggiungendone 22 a referto.

Classifica: 1. Argentina 3-0, 2. Serbia 2-1, 3. Australia 2-1, 4. Germania 1-2, 5. Angola 1-2, Giordania 0-3.

=== GRUPPO B ===

CROAZIA-SLOVENIA 84-91

Il derbyssimo slavo non tradisce le aspettative, e Croazia e Slovenia, in lizza per un probabile terzo posto alle spalle di Stati Uniti e Brasile, aprono la terza giornata dei Mondiali turchi con una gustosissima partita dalle grandissime emozioni. Il primo tempo è tutto croato: la squadra biancorossa mostra un'ottima circolazione di palla anche contro la zona schierata a tratti da coach Memi Becirovic, e chiude all'intervallo sul +5 (44-39), un vantaggio forse un po' risicato per la qualità del gioco espresso. Nella ripresa la reazione slovena è sorprendente: la squadra di Vrankovic si risolleva dal massimo momento di difficoltà (-8) lucrando sui problemi di falli dei lunghi avversari, e grazie a una serie lunghissima di triple (11/22 di squadra) prende in mano l'inerzia della partita con un parzialone di 26-15. Ma la riposta croata non tarda, e arriva, anche questa, con tanti canestri dall'arco (11/20 da tre di squadra, addirittura meglio degli sloveni): Ukic (23 punti con 5/6 da tre e 7 assist) e Popovic (17) fanno frusciare la retina a ripetizione, prima che il quinto fallo di Tomic e un paio di scelte rivedibili di Ukic affossino definitivamente le speranze di rimonta: la Slovenia continua ad essere un orologio in attacco e mantiene i nervi freddi per allungare dalla lunetta. Ai 15 punti con 5 assist di Jaka Lakovic fanno eco i 14 di Dragic e gli 11 di un Gasper Vidmar ancora positivo dopo le buone prove contro Tunisia e Stati Uniti.

IRAN-TUNISIA 71-58

Nello scontro in coda del Gruppo B, l’Iran trova il primo successo della rassegna mondiale rischiando grosso dopo aver controllato la gara a lungo. Dopo un inizio promettente, i tunisini crollano malamente nella seconda metà del primo quarto, sommersi da un parzialone di 18-2 (23-11 al 10’), un vantaggio che l’Iran amplia anche sul +20 nei due quarti centrali. Ma la Tunisia rientra ferocemente nel quarto periodo fino al 57-54, prima che gli iraniani riescano a riprendere in mano l’inerzia e a riallungare in modo decisivo negli ultimi 4 minuti. Buona la prova del solito Haddadi, con 23 punti e 13 rimbalzi, mentre per la Tunisia ce ne sono 10 a testa per Mejri e Ben Romdhane.

BRASILE-STATI UNITI 68-70

Canestrone di Billups in penetrazione, un classico di Mr. Big Shot, poi Barbosa replica con eleganza superiore veleggiando fra due avversari. 70-68 States, con 43’ da giocare. Billups va alla giugulare con la tripla dal palleggio, il suo tiro se ce n’è uno, ma spara sul ferro: rimbalzo di Garcia e ultimo possesso brasiliano, con chance di forzare la gara all’overtime o addirittura di vincere con un gioco da tre punti. Palla a Huertas, che deve affettare: gioca l’uno contro uno con Rose, lo porta al limite dell’area piccola, chiude il palleggio, prova a girargli intorno con una virata ma subisce fallo. Il pallone si alza a campanile... deng! Deng! Secondo e primo ferro, sputato! Huertas in lunetta, con i liberi del pareggio, pallone pesantissimo. Altro rumore sordo di ferro. Il primo non va. Tira per sbagliare anche il secondo, una fucilata dritto per dritto che premia lo stesso Huertas sul rimbalzo offensivo: chiuso nell’angolo, il playmaker brasiliano pesca un passaggio col contagiri per il taglio di Barbosa sotto canestro. Ma lì, il giocatore dei Toronto Raptors trova le braccia alzate a muraglia di Kevin Love. Tabellone, dentro-e-fuori. Suona la sirena, e gli States sopravvivono.

Seppur privi di Varejao e Nené, i brasiliani dimostrano che contro la squadra di coach K si può vincere, eccome. Ma bisogna farlo tenendo sempre alta l’intensità su entrambe le metacampo e giocando di squadra in attacco. Fino a quando la palla gira in maniera splendida per trovare buone soluzioni dall’arco (Barbosa e Marquinhos infuocati in avvio) e il pick ’n’ roll tra Huertas e Splitter dà ottimi frutti, il Brasile resta in controllo, toccando anche gli 8 punti di vantaggio all’inizio del secondo quarto. Gli States, che evidenziano una grave mancanza di punti di riferimento in vernice, provano costantemente a correre e ad accelerare il gioco, ma ne escono tante azioni confuse (21 palle perse, 19 delle quali nel primo tempo), salvate soltanto dalle invenzioni di Durant (27 punti e 10 rimbalzi). I problemi di falli di Splitter (13 punti e 9 rimbalzi) e la mancanza di un vero centro alternativo al giocatore dei San Antonio Spurs, uniti a una maggior pressione sul perimetro che toglie idee a Huertas, permettono agli americani di rientrare nel terzo quarto, ma al 30’ c’è ancora perfetto equilibrio sul 59-61. Il quarto periodo si gioca su livelli adrenalinici pazzeschi, non accompagnati, però, dalla necessaria dose di fosforo: gli States si perdono in continue e deleterie soluzioni in 1vs1 delle guardie, ma il Brasile, avvertendo le difficoltà avversarie, affretta eccessivamente i ritmi perdendo la coesione e il gioco ordinato e ragionato. Ne esce un quarto a punteggio bassissimo (9-9) deciso da una stoppatona di Durant e da un paio di penetrazioni di Rose: il Brasile resta aggrappato alla partita fino agli ultimi secondi, prima dell’incredibile e sfortunato duplice errore di Huertas-Barbosa. Altrimenti, saremmo qui a parlare di tutt’altra storia.

Classifica: 1. Stati Uniti 3-0, 2. Brasile 2-1, 3. Slovenia 2-1, 4. Croazia 1-2, 5. Iran 1-2, 6. Tunisia 0-3.