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USCIRE DALLA SCHIAVITU' CON ONORE, VERSO UN NUOVO MONDO

Post n°739 pubblicato il 19 Ottobre 2015 da kekerex
 

Quando si parla di crisi, ci si riferisce ad una crisi di mercato dovuta alla mancanza dei suoi elementi dominanti e fondamentali o a una crisi studiata a tavolino da pochi eletti per avere il controllo globale del pianeta terra ?

A questa domanda non è difficile rispondere se si conosce il meccanismo del sistema bancario e finanziario. Si potrebbe parlare di crisi REALE solamente se fossimo in presenza di mancanza di materia prima, di manodopera o di risorse essenziali alla vita del pianeta e delle sue creature.

Niente di tutto ciò, non manca nulla di tutto questo. Tutto però è stato programmato per essere nelle mani e nelle disponibilità di pochissime multinazionali che fanno poi capo ad una unica organizzazione. A coloro che effettivamente ricavano, lavorano e trasformano le materie prime in prodotti finiti, vengono lasciate le briciole che sono appena sufficienti a reperire i beni di prima necessità. E questo quando va bene, perché oramai, la maggior parte di coloro che hanno la fortuna di essere schiavi, si trovano obbligati a ricorrere ad indebitamenti truffa il più delle volte per necessità. Il primo furto avviene nel momento della retribuzione che è molto al sotto del suo valore effettivo, il secondo sulla necessità di ricorrere al finanziamento in virtù del primo furto subito. La cosa non cambia per i lavoratori così detti autonomi o per le imprese. Tutti i frutti del loro lavoro finiscono in tasse e tributi che, associata alla truffa del debito, fanno parte del piano di impoverimento. Certo, da tutto questo sono esclusi quei pochi che hanno un ruolo molto funzionale al progetto globale, siano essi di questo consapevoli o no.

Poi vi è la categoria degli abbandonati. Sono quelli a cui non è consentito neppure di fare gli schiavi e sono in forte aumento. Certamente non è facile uscire da questo meccanismo perverso in quanto le multinazionali di cui si parlava poc’anzi hanno ottenuto oramai il predominio ed il controllo di tutti i settori dell’economia. Controllo finanziario, farmaceutico, alimentare, produttivo e distributivo. L’economia locale sta scomparendo sotto i nostri occhi, i salari continuano a diminuire mentre in aumento vi sono solo obblighi, tassazioni e vessazioni. Insomma siamo dentro un sistema barbaro che ignora completamente i diritti fondamentali dell’uomo. L’uomo stesso è una macchina, non ha anima e spirito, è solo concepito come un bene strumentale il cui costo deve sempre avere meno incidenza sulla produzione.

Tuttavia molte vittime di questa assurda situazione sono state condizionate a non porsi domande e ad affidarsi ai sistemi di informazione tradizionali anch’essi controllati per occultare e mistificare la realtà e i veri intenti di tutto questo. Assistiamo tutti i giorni a manifestazioni indecenti e a risvolti drammatici sulla vita sociale ma ne percepiamo solo gli effetti e non le cause. Vediamo espropri di prime case, perdita di lavoro e dignità, disperazione, suicidi, delinquenza dilagante, insomma una società barbara e primitiva. E la risposta generica è: Beh si, è la crisi. Fine

Popolo Unico è già oltre a tutto questo. Anche quando sai, se non agisci nulla cambia.

Vi sono quattro cose semplicissime da cambiare per avere effetti immediati.

 1 -  Sostituire la competizione con la collaborazione
 2 -  Prendere atto che non è possibile risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato (Einstein)
 3 -  Essere consapevoli che siamo circondati di abbondanza in grado di soddisfare tutti i bisogni primari e secondari
 4 -  Trovare il modo di dare comunicazione alle istituzioni che si è fuori da questo meccanismo e farlo in modo legale e riconosciuto senza conseguenze

Il quarto punto, il più importante, è stato raggiunto. Una volta che si è consapevoli di cosa questo passo comporta, allora si è pronti per lavorare sugli altri tre. E io sono pronto. Chiaro però è che se si vuole uscire dal meccanismo e non si sa dove si vuole andare siamo di nuovo da capo.

Il punto uno e due sono strettamente collegati tra di loro. Sostituire la competizione con la collaborazione provoca, inevitabilmente, un cambio di mentalità e di approccio all’economia che non viene più considerata come un mezzo di sopraffazione ma di unione per il bene comune. Cade automaticamente il concetto di gerarchia sociale e con esso i benefici orrendamente e volutamente sproporzionati di pochi a scapito degli altri. La stessa biologia ci insegna che quando tutto è in armonia e risonanza non ci sono patologie in corso. In una società il cui cardine è la competizione come si può essere in risonanza con chi aspetta il momento buono per mettertelo in quel posto? Non si può che avere come risultato una società patologicamente cronica.

Questo provoca anche un enorme mutamento nel concetto di impresa. Il fine di lucro e speculazione viene abbandonato in un più nobile benessere collettivo che lo diviene, automaticamente, sul piano individuale.

In sostanza, ogni essere umano diviene impresa di sé stesso. Mette a disposizione di tutti il suo talento, le sue abilità e le sue capacità di produrre ricchezza e riceve la stessa cosa da tutti gli altri. Non vi sono intermediari tra le ricchezze create e quelle godute. Nessuno ci si può speculare sopra né tantomeno nessuno può essere escluso dal partecipare al benessere comune ed individuale.

Il sistema basato sulla competizione accetta tutte le conseguenze e le disparità che ne derivano. Chi lo ha congegnato era ben cosciente che con questo meccanismo un giorno avrebbe potuto avere il controllo globale di tutte le risorse, comprese quelle umane. Ora spetta a tutti gli esseri umani rialzare la testa e dire che a questo gioco al massacro non si vuole più partecipare. Le istituzioni, di comune accordo con il sistema bancario/finanziario, hanno ripetutamente e volutamente violato i diritti fondamentali dell’uomo in nome di una dittatura globale programmata. E lo hanno fatto con la complicità e l’aiuto di esseri umani manipolati a non vedere la realtà o a vedere una realtà distorta. Prendere le distanze da questa mentalità criminale è un dovere morale e civile di ogni persona umana. Nelle istituzioni, così come in ogni ambito sociale, ci sono persone umane ben consapevoli di tutto questo, persone che aspettano solo l’occasione per manifestare e realizzare il sogno comune. E’ il momento di agire. Da un lato assistiamo a situazioni drammatiche, mentre dall’altro si è creata una opportunità che deve essere subito tramutata in azione. Non c’è più tempo da perdere, le procedure di legale rappresentanza ci consentono di prendere in mano la situazione, di rivendicare, programmare ed attuare tutti i diritti che nessuno può negare.

 
 
 
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