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« REGIONE, AL VIA IL PIANO... | PROVE TECNICHE DI CONTRA... » |
di Paola Rinaldi (segretario Uiltemp Milano-Lombardia) Quello che viene chiesto all’Italia in questi mesi è un deciso cambiamento di marcia. Lo spettro della crisi internazionale e il ruolo che il Paese intende mantenere in Europa impongono di sterzare senza indugi sul sentiero delle riforme. Il percorso decisionale che sostiene le sfide economiche che abbiamo di fronte non deve, tuttavia, cancellare ciò che di buono il nostro Paese ha saputo produrre in questi anni. La concertazione ne è un esempio. Nata, non a caso, in concomitanza con la crisi economico valutaria del 90, si è imposta come un ineguagliabile mezzo di mediazione e confronto, oltre che come strumento di contribuzione della parti sociali alla soluzione dei problemi. Nelle politiche per il lavoro l’adesione a piattaforme discusse e condivise ha consentito di contrastare gli inevitabili freni ideologici e di rendere più incisiva la portata degli stessi provvedimenti. E’ per questa ragione che il segretario nazionale Uil Luigi Angeletti contrasta chi mette avanti ragioni diverse da quelle che si legano all’interesse del Paese e considera la preliminare concertazione una piattaforma di base imprescindibile. La motivazione è chiara e fin troppo condivisibile: il contesto economico nel quale stanno prendendo corpo riforme epocali come quella del lavoro non consentono divisioni. Questo oggi dovrebbe essere chiaro a tutti, ma è sempre bene ricordarselo. Nel '90 fu un imperativo che le parti sociali scelsero di darsi. Oggi le sfide sono altre ma lo spirito di fondo dovrebbe essere lo stesso. |
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