Un Faro Nella Notte

12 giugno.


La persistenza della memoria, tra sogno e realtà. Ti attendo.E d’attesa ogni cosa si riveste e mi circonda.La calma apparente non riesce a celare l’agitazione dell’incontrarti.Mi muovo in spazi e momenti carichi di tensioni e incognite e paure e aspettative.Non controllo il lieve tremore delle mani mentre curiose girano le Sibille con l’illusione di prevedere e conoscere cosa accadrà tra poco: appari tu, come “Gran Signore” e la “Stanza.”Stanno sbagliando. Non è così. Non potrà essere. Non sarà.Ma ti attendo. E tu arrivi…Questa notte il cielo è un manto di velluto nero che ricoprendoci con la sua oscurità ci avvolge in una dimensione di tempo non-tempo. Una notte nera che è solo mia. Solo tua. Una notte che ci appartiene.La spiaggia è deserta mentre passeggiamo lentamente, senza fretta, fumandoci una sigaretta.Il mare si muove lento e la sinfonia delle onde è musica per le mie orecchie.L’aria è carica di elettricità, di pensieri silenziosi, di parole non dette e di mille e mille parole ancora da dire…I corpi sono vicini, ma ancor più le nostre anime che come evanescenti ectoplasmi si cercano e si intrecciano e si fondono, al di fuori della materialità e del nostro volere.Vorrei trattenerti in un respiro, custodirti in un sospiro, fermare il tempo e fissare questi attimi nella memoria… Non voglio perdere domani la sensazione, anche se solo per un attimo, di aver intersecato l’infinito…La tua mano, quasi inavvertitamente, come un gesto antico, conosciuto, già sentito, mi accarezza la nuca e le dita si intrecciano ai miei capelli. Non dovevi farlo. Lo sapevi…Troppa tensione… Un impulso elettrico. La sensazione forte delle vertigini e un caleidoscopio di emozioni e colori e suoni e sapori  mi cattura e mi trascina con sé come in un vortice. Lo sapevo. Lo sapevi.Non dovevi…L’uranio della tua anima, adesso, si è schiantato nel piombo del mio cuore.