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« Pomeriggio di novembreUna vecchia lettera da Livemmo »

Passato il giorno

Post n°192 pubblicato il 25 Novembre 2012 da romanoscuri

E' passato il giorno, ma non mi sembra giusto procedere oltre senza intrattenermi un poco con te in breve conversazione.

Lo sai che Maria Luisa mi dice spesso che le dispiace di non averti potuto conoscere più a fondo, quando ancora eri nel pieno delle tue forze? "Chissà se le sarei piaciuta?" mi domanda ogni volta che le racconto qualcosa di te oppure che ti prendo a modello per questa o quella cosa. Eh sì, ne sono convinto. Vi sareste volute bene come vien facile alle persone buone fatte della vostra stessa pasta.

Ed a proposito di pasta, oggi che eravamo a tavola tutti assieme per festeggiare la Cresima di Raffaele, di fronte ad un ottimo piatto di tagliatelle, nonna Maria ci ha ricordato di quando impastavi le tue e gliene portavi un po' affinché lei le potesse cucinare per i suoi e tuoi nipoti, Andrea ed Alessandra. Di cose ne avevi tante da fare, ma riuscivi sempre a trovare un po' di tempo per qualche buon piatto che dispensavi con generosità.

Come quando facevi gli gnocchi là su in montagna a Livemmo e poi, una volta cotti ed uniti al tuo impareggiabile ragù, mi spedivi giù per il paese a portarne un piatto fumante per la tua amica Lisa. Con generosità dispensavi, con gratitudine accettavi quanto gli altri donavano a te e mi dicevi: "A star si secca, ad andar si lecca". Proverbio che non ho mai udito altrove, se non sulle tue labbra.

Ma di certo tu non andavi incontro agli altri per un tornaconto immediato. Ti bastava portar loro un sorriso e ricevere in cambio il loro. "En piàt de bùna cera" era quanto ti bastava come gesto di ospitalità, se passavi a salutare qualcuno dei tuoi fratelli e lo sorprendevi ancora a tavola.

Non hai mai pensato che la vita fosse facile. Presto ti alzavi la mattina e tardi andavi a letto la sera. E non senza aver sistemato tutto quello che avevi in animo di fare. Ma come facevi mamma? Quante energie avevi, sia fisiche che mentali. Sapevi piangere nel dolore, ma non per questo ti scoraggiavi e guardavi sempre con fiducia al tuo domani. Il tuo scopo era tutto qua: fare il tuo dovere per il bene di tutti e per te prendevi quel tanto che ti bastava e solo dopo aver servito gli altri.

L'abbiamo scritto sulla tua lapide, ma è bene rammentarcelo ancora. Grazie per il dono della tua vita.

 
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