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Il mondo che conoscevamo

Post n°258 pubblicato il 09 Gennaio 2016 da romanoscuri

Nel mondo che conoscevamo ci veniva domandato fin dalla più tenera età che cosa ci sarebbe piaciuto diventare da grandi. Nel corso degli anni mutavamo la scelta del nostro destino con naturale disinvoltura adeguandola ai desideri ed alle aspirazioni del momento lasciandoci di volta in volta influenzare da ciò che l'esperienza e la nostra sensibilità ci portavano ad apprezzare maggiormente.

Effettuavamo la scelta del percorso di studi, tenendo sì conto delle nostre inclinazioni naturali, ma soprattutto considerando la professione che avremmo voluto svolgere un domani. Ci fidanzavamo pensando al matrimonio come sbocco naturale del nostro percorso di coppia e verificavamo ogni giorno la bontà della nostra scelta valutando l'armonia e la conseguente felicità che nasceva nel rapporto di relazione con un'altra persona.

Entrati nel mondo del lavoro, scoprivamo ora la possibilità di dare concretezza ai nostri desideri e facevamo progetti, ormai non più a lunga scadenza, per trovare casa e convolare a nozze. Una volta costituita la nuova famiglia, pensavamo a darle maggiore sostanza auspicando l'arrivo di nuovi giovani componenti. I figli venivano accolti con aura di mistero di cui noi potevamo essere soltanto tramite per una perpetuazione i cui fini ultimi restavano sconosciuti pur potendone comprendere appieno tutti gli aspetti biologici.

Poi il mondo che conoscevamo all'improvviso è sparito. Non c'interessa più chiedere ai più piccoli cosa vorranno fare da grandi perché ormai è diventato tutto più complicato. Non si studia più per diventare un domani ciò che avevamo desiderato in precedenza di diventare. Le scelte, ma soprattutto i consigli, sono dettati dalla possibilità di trovare più facilmente un lavoro, qualunque esso sia, indipendentemente dalle caratteristiche ed inclinazioni spontanee di chi si approccia ad entrare nel mondo degli adulti.

Fidanzamento è ormai una parola desueta. Prevalentemente si sta insieme, ma senza che questo sia necessariamente finalizzato ad un'unione nel senso tradizionale del termine. Si ha la chiara coscienza che l'amore è eterno finché dura - ammesso e non concesso che di amore realmente si tratti - ed in questo clima d'incertezza generale e, nello specifico, del sentimento provato, la genitorialità viene vissuta piuttosto come incidente di percorso anziché come scelta consapevole del nostro personale contributo alla vita.

 
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