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UniversoParallelo

sono soltanto parole....

 

 

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Post N° 215

Post n°215 pubblicato il 15 Novembre 2006 da SolEdArgent0

Venite...accomodatevi, voglio raccontarvi una favola...ma poi fatene tesoro (in particolare voi genitori :-))

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La storia di un cucciolo.

“C’era una volta un cucciolo che viveva in una bellissima tana.

 Tutto era fatto su misura per lui e lui ne era proprio molto felice. Erano belli non solo i suoi giochi e la sua cuccia, ma anche le cose che i genitori facevano per lui e le parole che gli insegnavano fra queste quella che si sentiva più spesso era la parola Si. E così il cucciolo crebbe conoscendo solo queste cose, finchè arrivò il giorno dell’uscita dalla tana, quando tutti i cuccioli impararono a camminare per il bosco. E allora questo cucciolo che conosceva solo il Si si avventurò anche lui per il bosco, quando all’improvviso vide di fronte  a lui un grosso mostro.

“Chi sei?” gli chiese il cucciolo con la voce tremante,

“Io sono la parola No!” tuonò possente la voce;

Il piccolo ne fu così terrorizzato che corse velocemente nella sua tana, si barricò dentro e non volle più uscire. Passò un po’ di tempo e i suoi genitori ebbero molta pazienza, ma quando si accorsero che lui non voleva davvero più uscire dalla tana, capirono che bisognava fare qualcosa. Pensa e ripensa, scartarono varie ipotesi. Scartarono quella di uscire ad allontanare il NO che aveva spaventato il loro cucciolo, perché chissà quanti altri ne avrebbe trovato nel bosco e non si poteva certo eliminarli tutti. Scartarono anche l’idea di cominciare a dirgli sempre di no anche loro, per abituarlo, perché il cucciolo si sarebbe sentito spaventato e disorientato da questo cambiamento improvviso.

Fu così che decisero che l’unica cosa possibile era quella di fargli fare amicizia con la parola NO, poco per volta, piano piano, in modo che non si spaventasse.

E infatti il cucciolo, che dei suoi genitori si fidava, la prima volta che questi gli misero davanti la parola NO si sentì stupito, ma non così spaventato come quando era là fuori da solo, nel bosco non familiare.

E a poco a poco anche la parola NO entrò qualche volta nella tana del piccolo, insieme alle cose che gli erano familiari. E anche lui ebbe il modo di imparare a conoscerla e a non temerla.

E quando il sole si fece più  caldo per la nuova primavera che arrivava,anche il cucciolo che prima conosceva solo la parola Sì potè uscire dalla sua tana e giocare con gli altri fra le ombre del bosco, sia che queste si chiamassero Si, sia che si chiamassero NO”

                                                 (Guido Petter)

 
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