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COMUNIONE SPIRITUALE
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Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore. La conversazione di Gesù con la Samaritana si svolge sul tema dell’“acqua viva”. Quest’acqua è indispensabile alla vita, e non è sorprendente che, nelle regioni del Medio Oriente dove regna la siccità, essa sia semplicemente il simbolo della vita e, anche, della salvezza dell’uomo in un senso più generale. Citazioni nei Blog Amici: 11 |
Post n°160 pubblicato il 02 Novembre 2017 da PAOLA11O
Post n°159 pubblicato il 29 Ottobre 2017 da PAOLA11O
LA REGOLA D'ORO «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.» (Giovanni 13,34) LA REGOLA D'ORO
Post n°158 pubblicato il 17 Ottobre 2017 da PAOLA11O
Preghiera per gli amici Signore, tu ci hai comandato di amare tutti gli uomini in te e per te: per tutti imploro la Tua clemenza. Ci sono però molti per i quali Tu hai impresso nel mio cuore un affetto più intimo e familiare: a loro voglio bene con più ardore, per loro voglio pregare con più intensità. Abbracciali nel Tuo amore, Tu che sei la fonte dell’amore, Tu che mi comandi di amarli e insieme me ne dai la capacità. Se la mia preghiera non vale ad ottenere per loro dei vantaggi perché ti è offerta da un peccatore, valga almeno perché nasce in risposta ad un Tuo comando. Per te, dunque, che sei l’autore e la fonte dell’amore, per Te, e non per me, continua ad amarli, e fa' che essi pure Ti amino con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l’anima, così che possano volere, dire e fare solo quanto piace a Te e giova al loro bene. La mia preghiera è troppo tiepida, poiché debole è la fiamma del mio amore, ma Tu, che sei ricco di misericordia, non misurare i doni che Ti chiedo per gli amici sul torpore delle mie invocazioni, ma come la Tua benignità supera ogni amore umano, così la Tua risposta trascenda lo scarso fervore della mia supplica. Fa' per loro e con loro, Signore, quanto li aiuta a procedere nel cammino che hai tracciato per loro, così che siano sempre e ovunque guidati e protetti da Te, fino a che raggiungano la sicurezza gloriosadel cielo..(S.Anselmo)
Post n°157 pubblicato il 08 Ottobre 2017 da PAOLA11O
La pietra che i costruttori hanno scartato Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,33-43)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò Io vi dico: a voi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Parola del Signore. Riflettiamo È una delle più belle allegorie utilizzate da Gesù per indicare l’Amore di Dio per ogni essere umano, e il riferimento principale era il popolo ebreo. Oltre all’Amore comprensivo di Dio, quanto descritto dal Signore nel Vangelo di oggi, presenta anche la mancata corrispondenza da parte dello stesso popolo.
Dio si era rivelato nell’Antico Testamento in molti modi e attraverso uomini prescelti, ma inutilmente, il suo popolo non ascoltava e pativa lunghe purificazioni, Nessun credente dovrebbe mai lamentarsi di Dio. Non esiste un solo motivo da mostrare a Dio colpevolizzandolo di chicchessia, Lui è sempre dalla parte della verità, è la Verità, e tutto quello che si oppone alla Sacra Scrittura, compreso quindi il Vangelo, è falsità.
Il problema della mancanza di corrispondenza alla Legge di Dio, cominciando dalla non osservanza dei Comandamenti, è un problema anche per i cristiani, principalmente molti sono meno attenti alla necessità del ricambiato amore con Dio.
Sono sommamente convinti che la Messa domenicale e forse alcune preghiere bastano per vivere da cristiani!
È un inganno della mente e dei diavoli, principalmente è la debolezza dei cristiani a far nascere questa convinzione sbagliata, deboli come sono per la mancata energia spirituale che arriva solo quando c’è la preghiera profonda e costante.
La mancata corrispondenza ai Comandamenti dati a noi da Dio, oltre a far scivolare sempre più nel BUIO INTELLETTUALE fitto, INDEBOLISCE LA VOLONTÀ del cristiano e diventa sempre più difficile se non impossibile, osservare la Legge di Dio e capire gli eventi futuri.
La perdita della preghiera e la vita dissipata, rendono un illuso cristiano simile a un pagano! Eppure, quel cristiano ingannandosi presume di fare tutto bene nella vita, di essere il più onesto e buono della Terra.
LA MANCATA CORRISPONDENZA ALLA VOLONTÀ DI DIO, causa un distacco dell’uomo dal soprannaturale, e vivrà sempre nella sfera umana priva di Luce divina, in una dimensione sfavorevole e dannosa dove si incontrano e si abbracciano, impulsività e superbia o autosufficienza.
La spiegazione data oggi da Gesù sul tradimento di Israele all’Alleanza stipulata con Dio, si paragona al tradimento commesso dal cristiano che rifiuta Dio e non osserva i Comandamenti. Con il suo modo di agire, il rifiuto di Dio si manifesta in ogni azione della sua vita perché agisce senza confrontarsi con Gesù, non Lo invoca né interpella.
Lui stesso si considera un dio perché dispone le sue azioni come vuole e piace, dimenticando gli errori passati, seguendo l’impulsività negativa.
Magari andrà a Messa la domenica, forse per abitudine o per ostentazione più che per vera convinzione, ma serve a poco o a nulla.
La vigna di cui parla Gesù è sicuramente Israele, che non corrispose alle attenzioni divine, ed è anche la Chiesa e ciascuno di noi.
Chiediamoci oggi accanto a Gesù se nella nostra vita Egli trova frutti abbondanti. Abbondanti perché è molto quello che ci è stato dato da Lui.
Ci sono frutti di carità, verità, lavoro spirituale ben fatto, apostolato con amici e parenti, atti di amore e di riparazione a Gesù e alla Madonna nella giornata, invocazioni del cuore, contrarietà bene accolte, opere compiute seguendo la Volontà di Dio, piccoli o grandi servizi offerti a chi ne ha bisogno?
Ognuno di noi raccoglie quello che semina nella vigna del Signore: se i semi sono sinceri si raccoglie molto; se sono ipocriti c’è il vuoto!
Post n°156 pubblicato il 17 Settembre 2017 da PAOLA11O
Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,21-35) In quel tempo, Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il Regno dei Cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello». Parola del Signore. Riflettiamo
Perdonare è un gesto che richiede un amore superiore al male ricevuto. Fino a quando chi ha sofferto a causa della cattiveria altrui, non raggiunge quella vetta spirituale necessaria per dominare il risentimento e mettere quiete dove c'era animosità, non ha la capacità di dimenticare, di non nutrire più alcun rancore verso chi è stato causa del male.
Togliendo il rancore si deve inserire l'amore, ma non è automatico, bisogna meditare buone letture e conoscersi a fondo. Le buone letture spiegano il cammino autentico che indica Gesù e la propria conoscenza rimuove gradualmente il male presente nel cuore. Senza le virtù, le preghiere che si recitano rimangono solo illusioni di un cammino spirituale non conforme al Vangelo. Senza le virtù servono a poco o a nulla le preghiere giornaliere e tutto quello che si compie di spirituale. Questo spiega lo smarrimento spirituale e il cammino di fede impantanato di chi non pratica veramente le virtù. A questo c'è comunque rimedio. Il perdono sincero è un atto di amore che supera di molto chissà quante preghiere! Gesù Cristo ci ha insegnato ad amare anche chi ci ha odiato, ci ha diffamato, ci ha arrecato tanto male e che purtroppo inevitabilmente ricade su di loro. Il male compiuto dai cattivi anche con i soli pensieri che già contengono astio, malignità, tutto il male compiuto da essi, ricade su di essi moltiplicato chissà quante volte. E questo ci dispiace ma se lo sono cercati. Non gioiamo per questo, è la legge naturale che compie il suo percorso, è il male che si compie con i soli pensieri che sono già molto pericolosi, oppure con le falsità che amano raccontare gli invidiosi o quanti vivono come in un'altra realtà e si convincono di avere capito tutto della vita. L'amor proprio, la superbia, ingannano con molta facilità e la vigilanza non è mai abbastanza. Il controllo dei pensieri è importante. Va bene controllare i pensieri ed eliminare subito quelli che portano odio, invidia, cattiveria, amor proprio, superbia e altro che non può arrivare mai da Gesù, allo stesso tempo però si deve cercare di capire la natura maligna di quei pensieri. Da dove scaturiscono? Questo deve domandarsi il cristiano autentico, anche se è un grande peccatore ma desidera diventare migliore ed imitare Gesù Cristo. Questo metodo è indispensabile per arrivare a scoprire la radice di molti mali interiori, che impediscono di amare e di perdonare. Con la conoscenza personale il cristiano si ridimensiona e arriva dopo un cammino a capire le sue potenzialità e anche le miserie. È la più bella conoscenza perché partendo da essa ci si pone davanti a Dio nella condizione che abbiamo compreso e non ci esalteremo più inopportunamente. Con questa conoscenza si arriva anche a riconoscere gli sbagli commessi e che forse sono stati la causa delle reazioni altrui. Pensiero Dio non misura la nostra perfezione dalle molte cose che facciamo per Lui, ma dal modo di farle. (San Francesco di Sales)
Post n°155 pubblicato il 21 Agosto 2017 da PAOLA11O
Tag: vieni! Seguimi!
Se vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 19,16-22)
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. Parola del Signore.
Post n°154 pubblicato il 21 Luglio 2017 da PAOLA11O
Tag: Mt 10.24-33
Un servo non è più grande del suo signore
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,24-33) In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che Io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’Io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei Cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’Io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei Cieli». Parola del Signore
Riflettiamo
Nel capitolo 10 di Matteo si trovano importanti istruzioni date da Gesù agli Apostoli, possiamo dividerli in tre sezioni e questa riguarda la prima metà della terza sezione. Gesù inizia con la spiegazione delle persecuzioni che riceveranno.
Una delle ragioni per le quali dovevano aspettarsi di essere perseguitati stava nel fatto che non erano superiori al loro Maestro: se Egli era stato odiato, anch’essi, come suoi seguaci, dovevano passare per la stessa via delle persecuzioni. L’odio non li avrebbe risparmiati.
“Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto”.
Anche dinanzi ad una apparente superiorità di grado di chi ci perseguita, nell’ambiente lavorativo o all’interno della Chiesa, non bisogna mai avere paura, non si deve entrare in una crisi di ansia o immaginare scenari negativi che abbattono sicuramente.
Chi rimane in comunione con Gesù ed è convinto della sua assistenza in ogni circostanza, non teme i suoi nemici ed utilizza molta prudenza in ogni occasione. Eliminando la paura, si rimane gioiosi e nella pace, sicuri che la sua protezione è potente.
Sappiamo che tutto verrà svelato e quanto è stato tenuto nascosto dai cattivi e dai personaggi che tramano mascherati contro la Chiesa, l’Italia e l’umanità, sarà conosciuto da tutti. Ci saranno moltissime sorprese, e noi non nella frenesia di questo svelamento, i buoni non cercano la vendetta e donano sempre il perdono.
I veri cristiani si muovono nel mondo sicuri delle opere che compiono e non temono i loro persecutori. Per loro pregano ogni giorno.
Il dono dello Spirito Santo della fortezza mira alla crescita del fedele, cioè alla sua capacità di fare il bene e combattere il male con continuità nonostante la fragilità della sua volontà umana. La fortezza nasce dalla consapevolezza della bontà dell'ideale perseguito, e dell'immenso valore ad esso attribuito.
Durante un discorso nel giorno di Pentecoste del 1989, Giovanni Paolo II definì il dono della fortezza come “un impulso soprannaturale, che dà vigore all'anima non solo in momenti drammatici come quello del martirio, ma anche nelle abituali condizioni di difficoltà: nella lotta per rimanere coerenti con i propri principi; nella sopportazione di offese e di attacchi ingiusti; nella perseveranza coraggiosa, pur fra incomprensioni ed ostilità, sulla strada della verità e dell'onestà”.
La fortezza è indicata anche come il coraggio, la tenacia e la costanza di perseguire il proprio dovere senza essere guidati dall'istintività o a scendere a compromessi con le pressioni dell'ambiente circostante. Un cristiano così strutturato non teme di annunciare Gesù Cristo in famiglia, al lavoro, ovunque, e sa che il Signore vuole questo.
Quando è stato detto che i cristiani non devono fare proselitismo, si è mostrato il tentativo di manipolare il Vangelo, non permettere alla gente di conoscere Gesù e di penalizzare la Chiesa, considerandola come una religione qualsiasi. È Gesù a dire agli Apostoli di evangelizzare il mondo: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19).
Per molti cristiani il proselitismo è un obbligo morale in quanto nel passo appena letto, è riportata l'esortazione di Gesù Cristo ai suoi seguaci affinché viaggino per il mondo facendo discepoli, li battezzino e comunichino loro gli insegnamenti del Messia.
L'attività del proselitismo cristiano è anche detta evangelizzazione, ma nella Chiesa stranamente viene ostacolata la vera evangelizzazione, non si è più d’accordo con l’attività dei missionari e di tutti quei credenti che si sforzano di portare la gente a Gesù. È una contraddizione gravissima che nasconde altre finalità!
“Quello che Io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze”.
Il discorso di Gesù era iniziato con un preciso mandato per i Dodici che Egli stava per inviare solo alla terra d’Israele, dopo averli istruiti di quel che li aspettava in un tempo più lontano e cioè quando avrebbero ricevuto potenza dall’alto, sempre più si allarga fino a rivelare che cosa realmente significa essere suoi discepoli.
Già la prospettiva di trovarsi a essere come “pecore in mezzo ai lupi” anche se con la prudenza dei serpenti (la sola qualità imitabile del serpente) ma pur sempre con la genuina semplicità delle colombe indicate come figura di una rettitudine immacolata, era sufficiente a rendere per lo meno perplessi i discepoli del Signore.
L’annuncio di persecuzioni, di contrasti familiari gravissimi non poteva certo diminuire le loro paure. E Gesù vuole dare ragione delle sue parole e nello stesso tempo offrire loro delle certezze che dovevano renderli fedeli a Lui e perseveranti in ogni prova.
“Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo”. È dunque solo Dio che bisogna temere!
Post n°153 pubblicato il 02 Luglio 2017 da PAOLA11O
VIENI
*** Non ho trovato nessuno con una fede così grande!
Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,5-17)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che Lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che Tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità Io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora Io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel Regno dei Cieli, mentre i figli del Regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e Lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”. Parola del Signore
Commento
Questo Vangelo entusiasma per la presentazione di alcuni dei temi più importanti della Rivelazione, come la dimostrazione dell’Onnipotenza di Gesù, la sua padronanza nel dominare la malattia e i diavoli, i miracoli, la Fede che sposta le montagne, la docilità necessaria ai cristiani di mettersi al servizio della Parola di Dio.
La suocera di Pietro dopo l’immediata guarigione comprese che il miglior ringraziamento era il servizio. “Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e Lo serviva”. Questo aspetto è conosciuto da pochi, mentre molti di quelli che ricevono Grazie dimenticano presto Gesù e ritornano ai passatempi precedenti.
Post n°151 pubblicato il 18 Giugno 2017 da PAOLA11O
Tag: CORPUS DOMINI
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo La mia Carne è vero cibo e il mio Sangue vera bevanda.
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,51-58) In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il Pane vivo, disceso dal Cielo. Se uno mangia di questo Pane vivrà in eterno e il Pane che Io darò è la mia Carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua Carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la Carne del Figlio dell'Uomo e non bevete il suo Sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna e Io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia Carne è vero cibo e il mio Sangue vera bevanda. Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue dimora in Me e Io in lui. Come il Padre, che ha la Vita, ha mandato Me e Io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di Me vivrà per Me. Questo è il Pane disceso dal Cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo Pane vivrà in eterno. Parola del Signore
Post n°150 pubblicato il 11 Giugno 2017 da PAOLA11O
SS. Trinità La Chiesa, dopo aver stabilite diverse feste che onorano le singole Persone della SS. Trinità, ne fissò pure una in onore delle Tre Persone. Questa festa fu istituita nei primi secoli del Medio Evo per opera specialmente dei monaci che cominciarono a celebrarla nei loro monasteri. Di qui si estese man mano alle singole diocesi e finalmente all'intera Chiesa Romana per opera di Papa Giovanni XXII che nel 1314 la dichiarava festa universale, fissandola la prima domenica dopo Pentecoste. « Abbiamo visto, dice il Guéranger, gli Apostoli il di della Pentecoste ricevere lo Spirito Santo, e fedeli all'ordine del loro Divino Maestro, mettersi in viaggio per andare ad ammaestrare le nazioni nel nome della SS. Trinità. Era dunque conveniente che la festa di Dio Uno e Trino seguisse immediatamente la Pentecoste cui si connette con misterioso vincolo ». La festa della Trinità è una festa cara e gradita a tutti i cristiani perché ricorda il più grande mistero della nostra religione: « Un Dio solo in tre persone uguali e distinte »; questo dogma che è il grande oggetto della nostra adorazione in vita, sarà poi la nostra eterna felicità in cielo. La Messa ed il Breviario sono un continuo sueccedersi di invocazioni alla SS. Trinità. Così tutti i Sacramenti portano la medesima invocazione. L'intenzione quindi della Chiesa nell'avere tutta impregnata la Sacra Liturgia del nome della SS. Trinità è di far vivere nelle menti dei fedeli questo mistero e di far rinnovare in essi i sentimenti di una profonda adorazione, di una umile riconoscenza verso le Tre Persone. Verso il Padre, come principio di tutto ciò che è, Padre di un Figlio eterno e con sostanziale a Lui, Padre che col Figlio è principio dello Spirito Santo. Verso il Figlio, generato ab aeterno dal Padre, incarnatosi, morto sulla croce per la salvezza degli uomini. Verso lo Spirito Santo, come amore eterno e sostanziale del Padre e del Figlio dai quali procede, e da Essi dato alla Chiesa, che santifica, vivifica, mediante la carità che si diffonde nei nostri cuori. Nessun altro mistero è tanto ricordato nella Liturgia come questo. Nei Sacramenti che sono i principali mezzi della grazia si fa menzione della SS. Trinità. Nel Battesimo, il bambino viene battezzato nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Nella Cresima si ha la formula: « Ti segno col segno della croce, ti confermo col crisma della salute nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo ». Dopo la distribuzione della SS. Eucarestia il sacerdote benedice nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Al confessionale il sacerdote comincia colla benedizione e dà l'assoluzione nel nome della SS. Trinità. Soventissimo invocato, nel Sacramento dell'Ordine. Nel matrimonio il sacerdote congiunge gli sposi nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. In tutti gli inni, in tutti i salmi, in tutte le preghiere della Messa son ricordate le Tre Persone: è una lode perenne che si dà alla SS. Trinità. PRATICA. Facciamo sovente il segno della santa croce, recitiamo bene il Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo. PREGHIERA. Ci giovi alla salvezza dell'anima e del corpo, o Signore Dio nostro, la comunione di questo sacramento, la confessione della sempiterna e santa Trinità e della stessa individua unità.
Post n°149 pubblicato il 03 Giugno 2017 da PAOLA11O
I 7 Doni Dello Spirito Anto Il dono di Intelletto: lo Spirito Santo, attraverso questo dono permette all'anima di penetrare, in vari modi, nelle profondità dei misteri rivelati. È concesso a tutti i cristiani, ma il suo sviluppo dipende dal vivere in Grazia di Dio e dall'impegnarsi nella santificazione personale. È necessario per la pienezza della vita cristiana.
Il dono di Scienza: ci fa comprendere l'essenza delle cose create entro il disegno di Dio sulla creazione e sull'elevazione all'ordine soprannaturale. Con questo dono il cristiano docile allo Spirito Santo sa discernere chiaramente ciò che lo avvicina a Dio e ciò che lo separa da Lui.
Il dono di Sapienza: ci dà una conoscenza amorosa di Dio, e delle persone e cose create in quanto riferite a Lui. Il cristiano che segue da vicino il Signore contempla, mediante la visione profonda che questo dono dà all'anima, la realtà creata da un più alto punto di vista, dato che in qualche modo partecipa della visione che Dio ha in se stesso di tutto il creato. Giudica tutto attraverso la chiarezza di questo dono.
Il dono di Consiglio: è la virtù della prudenza ed è un grande aiuto per conservare una coscienza retta. Il dono di Consiglio è particolarmente necessario a chi ha il compito di orientare e di guidare altre anime. È necessario per la vita quotidiana, sia nelle situazioni personali che per consigliare gli amici nella vita spirituale e in quella materiale. È una somma prudenza naturale, illuminata dalla Grazia di Dio.
Il dono di Pietà: ha come propria conseguenza il sentimento di sentirci veramente figli di Dio. Ci permette di rivolgerci a Dio con la tenerezza e l'affetto di un buon figlio verso suo Padre e si è profondamente convinti che nostro Padre Dio vuole il meglio per ciascuno dei suoi figli. Questa fiducia totale si manifesta soprattutto nella preghiera che lo stesso Spirito Santo suscita nel nostro cuore.
Il dono di Fortezza: lo Spirito Santo procura all'anima la fortezza necessaria per superare gli ostacoli e praticare le virtù. Se permettiamo che lo Spirito Santo prenda possesso della nostra vita, la nostra sicurezza non avrà limiti. Nella misura in cui purifichiamo le nostre anime e siamo docili all'azione della Grazia, ciascuno di noi può dire con San Paolo: "Tutto posso in Colui che mi dà la forza".
Il dono di Timor di Dio: questo timore filiale, da figli che si sentono protetti dal Padre, e che non vogliono offenderlo, ha due conseguenze principali. La più importante, essendo l'unica che fu presente in Cristo e nella Santissima Vergine, è un rispetto immenso per la maestà di Dio Padre, un profondo senso del sacro e un compiacimento senza limiti della sua bontà di Padre. In virtù di questo dono le anime sante hanno riconosciuto il loro nulla di fronte a Dio.
Post n°148 pubblicato il 16 Maggio 2017 da PAOLA11O
Lo Spirito Santo
Gesù disse ai suoi discepoli:
I nostri beni altro non sono
Post n°144 pubblicato il 30 Aprile 2017 da PAOLA11O
I discepoli di Èmmaus
Lo riconobbero nello spezzare il pane.
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 24,13-35) Ed ecco, in quello stesso giorno il primo della settimana due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed Egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo Tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu Profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità Lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e Lo hanno crocifisso. Noi speravamo che Egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo Corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di Angeli, i quali affermano che Egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma Lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, Egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e Lo riconobbero. Ma Egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre Egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore RIFLETTIAMO Nel Vangelo di oggi Gesù appare mite e buono, come sempre, pronto ad aiutare due discepoli abbattuti, rialzandoli da uno sconforto forse irreversibile. Così questo brsno diventa una bellissima pagina di riattivazione della Fede spenta, fino a diventare forti, coraggiosi, gioiosi e pieni di fiducia in Gesù. I due discepoli si allontanano da Gerusalemme per fare ritorno ad Emmaus, è un allontanarsi da Gesù, infatti, più metri percorrono lasciando alle spalle la città, più aumenta in loro la tristezza, la sfiducia, la delusione verso Gesù. Eppure, avevano sentito che alcune donne erano state avvisate dagli Angeli della Risurrezione del Signore, ma non hanno la forza spirituale per credere come prima. “Alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo Corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di Angeli, i quali affermano che Egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma Lui non l’hanno visto”. Parole che racchiudono una speranza infranta e uno spiraglio di attesa per sentire finalmente la conferma della Resurrezione di Gesù. Sono due buoni discepoli innamorati di Gesù ma amareggiati, lottano tra la delusione che prende sempre più possesso di essi e il ricordo amorevole di Gesù buono: “Noi speravamo che Egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute”. Nei due discepoli di Emmaus dobbiamo cogliere questo insegnamento. Si allontanano dal luogo della crocifissione di Gesù e gradualmente perdono la speranza, la Fede in Lui, la certezza delle sue profezie. Allontanarsi da Gesù è una vera disgrazia, può avvenire anche inconsapevolmente perché presi da molti impegni o da una vita disordinata. Diamo le priorità nella vita di ogni giorno, mettiamo al primo posto Gesù e la Madonna, poi tutto il resto! Così siamo veri cristiani! Dobbiamo tenere sempre presente che Gesù cammina accanto a noi ma non Lo vediamo e non solo perché non appare, anche perché cammina dietro per non farci mancare l’aiuto nei momenti di bisogno. Ci è sempre a fianco e molti fanno l’esperienza della sua presenza quando Lo chiamano con Fede e avvertono che Gesù c’è sempre. Il Signore ci raggiunge lì dove siamo per scuoterci amorevolmente e condurci in Chiesa, là dove attende nel Tabernacolo i suoi seguaci. PENSIERO Pregare non è un’imposizione, è un dono. Non è una costrizione, è una possibilità. Non è un peso, è una gioia.
Post n°142 pubblicato il 01 Marzo 2017 da PAOLA11O
Tag: tempo forte
Quaranta giorni prima della Sua passione Gesù si raccoglie in preghiera Quaresima... Tempo forte
Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la Quaresima Il 1° marzo, Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima. È il «tempo forte» che prepara alla Pasqua, culmine dell'Anno liturgico e della vita di ogni cristiano. Come dice san Paolo, è «il momento favorevole» per compiere «un cammino di vera conversione» così da «affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male», si legge nell'orazione colletta all'inizio della Messa del Mercoledì delle Ceneri. Questo itinerario di quaranta giorni che conduce al Triduo pasquale, memoria della passione, morte e risurrezione del Signore, cuore del mistero di Salvezza, è un tempo di cambiamento interiore e di pentimento in cui «il cristiano è chiamato a tornare a Dio "con tutto il cuore"
Post n°141 pubblicato il 01 Marzo 2017 da PAOLA11O
Tag: Le Ceneri
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,1-6.16-18) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei Cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità Io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità Io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità Io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore
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I MESSAGGI PIU' BELLI Grazie Paola...se la Pace di Gesù regna nel nostro cuore, allora diventiamo portatori di Pace, diventiamo operatori di Pace. Portare la Pace significa portare Gesù nel nostro cuore, ed in questo modo diventiamo come Gesù. Gesù è il figlio di Dio, noi diventiamo figli di Dio!
SE ASCOLTATE OGGI
Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto.
LA CROCE Ultimi commenti
Buon inizio settimanae buon lunediPaola !Spero che sia un... Inviato da: laura1953 il 06/11/2017 alle 09:50 Inviato da: DarkMylaVampire il 03/11/2017 alle 18:26 Inviato da: apungi1950 il 03/11/2017 alle 16:04 Inviato da: collineverdi_1900 il 02/11/2017 alle 12:41 Inviato da: NonnoRenzo0 il 29/10/2017 alle 18:36 Cerca in questo Blog Da questo tutti sapranno " Signore, da chi andremo . TagChi può scrivere sul blog
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T'adoriam, Ostia divina, t'adoriam, Ostia d'amor: tu dell'angelo il sospiro, tu dell'uomo sei l'onor: T'adoriam, Ostia divina, t'adoriam Ostia d'amor. Tu dei forti la dolcezza, tu dei deboli il vigor, tu salute dei viventi, tu speranza di chi muor. Ti conosca il mondo e t'ami, tu la gioia d'ogni cuor; ave, o Dio nascosto e grande, tu dei secoli il Signor. .... Buona serata, amica