Creato da ing.gorini il 25/09/2010
Raccolta di opinioni di idee critiche costruttive a difesa di Venezia

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« Una tassa sul turismo pe...Riflessioni sul Lido »

Al Lido di venezia sono scomparsi in un buco una pineta e 30 milioni di euro destinati al nuovo palazzo del cinema

Post n°6 pubblicato il 17 Giugno 2011 da ing.gorini

A proposito di ....costume Al Lido di Venezia è successo che per realizzare un nuovo monumentale palazzo del cinema ,da parte della pubblica Amministrazione ,con tecnici preposti di nomina politica (ovviamente romana e non ....),ma con i fondi in prevalenza ricavati dalla svendita dell'ospedale al mare ,pertanto a scapito della salute e delle tasche degli abitanti dell'isola( perché l’ospedale era stato costruito prevalentemente con lasciti di benemeriti della popolazione locale) ,in occasione dell'ormai passato e festeggiato anniversario dell'unità d'Italia ( in onore del quale avrebbe dovuto essere stato costruito il nuovo palazzo del cinema),hanno creato a forza di scavare, per realizzare le fondazioni e la parte interrata del nuovo palazzo , un enorme buco grande come un cratere ,ove sorgeva una volta il forte austriaco delle quattro fontane , e la sovrastante miniera (deposito interrato e ricoperto)di lastre di eternit delle demolite capanne post belliche delle spiagge. L’intervento ha compromesso la funzionalità dello stesso ex Casinò, in quanto con lo scavo sono sparite nella discarica le gradinate in pietra d'Istria che integravano ed arricchivano l'architettura maestosa dell'edificio. Nel cratere si dice, siano a tutto oggi spariti circa 30 milioni per recuperare e mettere in sicurezza le lastre di eternit di cui nessuno conosceva l'esistenza . Dicono inoltre che le terebrazioni non avevano individuato la presenza di eternit,(queste se fatte a regola d’arte ,visto il quantitativo di eternit ritrovato, é praticamente impensabile per persone esperte.... ).Dopo il primo scavo ed il primo ritrovamento di amianto, bastava il buon senso e la professionalità ,del Direttore lavori ,o del commissario governativo , per fermare i lavori e scoprire ,se non l'avessero fatto prima, che tra i documenti storici dell'Ufficio Edilizia Privata, c'erano gli interramenti di notevoli quantità di lastre di eternit , in vicinanza della dismessa pista di pattinaggio che tutti i giovani veneziani di allora ricordano. Avrebbero dovuto contestare le terebrazioni , fermare la escavazione ed effettuare ulteriori sondaggi e realizzare un eventuale ricoprimento a sarcofago di calcestruzzo delle lastre di eternit in sito, come diligentemente e da esperti professionisti avrebbero dovuto e potuto fare . Di conseguenza dovevano pensare fin da allora ad una variante al progetto, rinunciando alla parte interrata del fabbricato ,per realizzarla anche essa fuori terra , alzandone la quota di imposta delle fondazioni . Visto che l’aspetto architettonico di un “sasso”,così come è chiamato il progetto dell’edificio ,più o meno alto rispetto alla sede stradale, in questo contesto è poco influente, non essendoci particolari vincoli. Ma perché non sono state consultate in tempo le planimetrie storiche del Comune ,che avrebbero individuato la presenza della discarica con il suo quantitativo di eternit, ed il forte austriaco delle" Quattro fontane" ? .Mi dispiace giudicare dei colleghi professionisti ,perché anch'io sono un Ingegnere Civile , ma la critica la faccio quando non riesco a giustificare certi comportamenti .Forse nella scelta del sito ove costruire il nuovo palazzo del cinema ,poteva aver influito il pensiero lungimirante di chi,occultando le planimetrie storiche, voleva rimediare indirettamente ai passati errori della Pubblica Amministrazione nell’ interramento di materiale contenente amianto,realizzato a suo tempo senza i necessari accorgimenti. Ipotesi questa molto fantasiosa, che potrebbe essere interpretata oggi anche come meritoria, per l’ecologia del territorio,ma che arricchisce oltremodo chi recupera e gestisce le discariche dei materiali pericolosi come l’amianto e forse non solo loro, (la cui legislazione è esageratamente onerosa nel trattamento dell’eternit )a scapito dei finanziamenti destinati alla mostra del cinema. Con questo si è rischiato di concorrere ad affossare definitivamente la realizzazione del nuovo palazzo e con esso la Mostra del Cinema di Venezia , per favorire così definitivamente la concorrenza romana. Solo ora, dopo parecchi mesi,e dopo aver speso circa € 30.000.000.00 in un inutile scavo di materiali ,che saranno costosamente interrati in altro sito.....in questi giorni ,l’ ex presidente della regione Veneto ,scopre che i soldi per la realizzazione della nuova struttura interrata non bastano più e finalmente lancia l’idea di riprogettare l’edificio  fuori terra,ma con un ridotto finanziamento,perché decurtato dal prolungarsi dell' intervento di bonifica ecc. ecc. . Per quanto sopra, e mettendo da parte tutte le ipotesi fin qui ventilate ,vista la conduzione dei lavori,e la mancata programmazione delle spese e dei finanziamenti auspicherei almeno l’apertura di una dovuta inchiesta . Spero ,che questo mio breve blog venga letto da chi di dovere e ne faccia un uso appropriato. Ing Bruno Gorini

 
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