In questo momento storico, in cui della storia ce ne facciamo un baffo, dimenticandola troppo facilmente e condannandoci così a ripeterla, si sta legislamente sancendo un buio periodo di proibizionismo! Mi sento in dovere, di cronaca, di portare la mia modesta voce, a proposito di questo controverso argomento.
Fino a qualche tempo fa, si sentiva dibattere la questione di chi, contravvenendo a degli articoli di legge, usa sostanze stupefacenti, e, se questo comportamento fosse da ritenersi un "pericolo" per la collettività da punire severamente, o meno. In pratica, il drogato è da considerarsi un comune disadattato, oppure un prepotente, attratto dai soldi facili, (degli altri),o dalla violenza efferata...?!?
Per anni, queste persone, laddove si rendevano colpevoli di reati penali, venivano allontanate dalla vita sociale, attraverso la reclusione, colpevolizzandole, giustamente, non direttamente per l'assunzione di sostanze stupefacenti, ma per la loro, individuale, propensione al crimine. Per capire meglio questo nodo farò un esempio pratico:
Se, al fine di procurarsi i denari per consumare sostanze stupefacenti illecite, uno è disposto ad affrontare chicchessia e rubare, rapinare, uccidere, non è più solo un drogato, ma un "normale" delinquente che, in più si droga, e quindi molto pericoloso per gli altri. Se, invece, chi si droga, ruba, rapina e uccide solo se stesso,e, quando non dispone di risorse personali, se ne stà nel suo angolo a soffrire, più o meno in silenzio, io, modestamente, credo, forse erroneamente, che non sia pericoloso per gli altri, tutt'al più fastidioso; a meno che non rappresenti un pericolo, in quanto rifiuta questo sistema, in cui non si identifica e, con il suo auto-emarginarsi, non produce ricchezza pubblica, (o risorse che dir si voglia); ma questo, e sfido chiunque ad affermarlo, non può essere punito, nello specifico, e allora ci possiamo inventare che deve curarsi, perchè, essendo "malato", non è in grado di sapere cosa sia meglio per lui; così diventa "carne da macello", in nome di un pseudo-benessere futuro, che, tuttavia, non gli appartiene.
Ora, visto e considerato che già la precedente normativa in materia di sostanze stupefacenti presentava alcune grosse lacune, tipo l' ammetterne l'uso e il consumo, ma non l'acquisto o la cessione anche gratuita. A meno che non siamo Alice nel paese del Bianconiglio, qualcuno mi saprebbe dire come è possibile che questo paradosso, dopo anni e anni in cui ha prodotto un sacco di danni ulteriori nell'infelice vita, per non dire lenta agonia, di tali soggetti e delle loro famiglie, non sia servito ad altro che a questa imminente ulteriore recrudescenza del fenomeno in cui i delinquenti, quelli veri, trovano un sacco di scappatoie, tra cui Principi del Foro a garantire i loro diritti, e non ci sia un tossicomane che non abbia almeno un precedente penale per spaccio di modiche quantità ?!?
Se poi, volendo essere più realisti del Re, andiamo a vedere, in pratica, qual'è il naturale epilogo di una permanenza, più o meno lunga presso le patrie galere, scopriremmo senza troppa fatica, che il danno maggiore, il carcere lo produce non durante la reclusione, che tuttavia non è certo una passeggiata, ma quando si esce, di solito pieni di buoni propositi, e si tocca con mano le macerie della propria vita, che, nel frattempo è stata smantellata completamente, (e parlo solo di casa e lavoro), da un sistema che non ti permette neanche di poterti fermare un attimo a riflettere su te stesso, figurati dopo qualche mese, quando si è fortunati, di totale assenza!
Possibile che "il Legislatore", oltre a non considerare che in politica, a differenza dell'economia, i numeri sono persone e non coefficenti da amortizzare, non faccia mai, e sottolineo mai, i conti con la realtà del tessuto sociale, quando va a sancire, con anni e anni di carcere, l'esistenza intera delle persone e delle loro famiglie?!?
Io, come al solito, formulo solo domande...le risposte le leggerò negli occhi di chi incontrerò domani!
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