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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 06 Marzo 2007 da sono.una.prof
Foto di sono.una.prof

Da dove iniziare? Dal principio, avrebbe detto mia nonna...

Io nasco prof. Quando facevo il liceo le mie cuginette arrivavano a trovarmi con i quaderni e i libri per farmi correggere i compiti e io, buona buona, passavo la domenica così.

Ma non ho sempre fatto la prof.

Ho fatto altri lavori, alcuni dei quali sicuramente più entusiasmanti e meglio retribuiti. Ma la competizione serpeggiava, giravi le spalle e c'era sempre qualcuno pronto a piantarti un coltello in mezzo alle scapole, occorreva stare sempre all'erta, primeggiare per forza. E non è nella mia indole, me ne sono accorta a mie spese.

Un dottorato di ricerca, tre abilitazioni ed eccomi qui, anzi lì, catapultata in una scuola media di provincia non troppo tranquilla ma nemmeno in prima linea. In mezzo a ragazzi che nulla hanno in comune con i ragazzi che eravamo noi. Questi appena ti vedono ti chiedono quanti anni hai, se sei sposata, se hai dei figli, che marca di orologio hai al polso. Sono senza freni, ignorano allegramente il senso delle parole subordinazione e autorità, ma sono anche estremamente fragili.

Non sono abituati al rifiuto. Hanno genitori che li accontentano in tutto e li spalleggiano costantemente. Quando qualcosa non va, si sgretolano all'improvviso come pietre arenarie sotto i colpi di un piccone. I ragazzi si sciolgono spesso in lacrime o si scatenano con pugni sul banco, le ragazze si chiudono spesso in un mutismo assoluto, dimagriscono, impallidiscono e sembrano distanti anni-luce.

Non mi sono certo scelta un lavoro rilassante. Spesso torno a casa e mi porto dietro l'immagine e la preoccupazione di preadolescenti abbandonati a se stessi, con famiglie latitanti, genitori più immaturi di loro, senza certezze, senza valori, preoccupati solo di apparire gradevoli e di costruire il loro futuro su un colpo di fortuna o su un'apparizione in tv.

Noi spesso siamo l'unica figura di adulto disposta ad ascoltarli e a capirli. A loro non interessa se poi li valutiamo con un non sufficiente o se scriviamo sul registro che cosa hanno combinato. In fondo anche quelli sono gesti di interesse nei loro confronti ed è questo che conta: esserci, esistere, destare attenzione. Cosa che tra le mura domestiche, molto spesso, tra madri separate in cerca di un compagno, padri rimasti bambini attaccati alla playstation e nonni che con la loro pensione faticano ad arrivare a fine mese, risulta quasi impossibile.

Sono una prof e cerco di fare il mio lavoro al meglio. Anche se preferirei non dovermi portare da casa la carta per le fotocopie e le matite per chi non le ha, non beccarmi dei sonori vaff... in cambio, ma questo è un mestiere all-inclusive: puoi anche seminare e non raccogliere, lo si sa fin dall'inizio, niente è garantito, niente è dato per scontato. Eppure, più che talvolta, mi piace molto farlo, anche così.

 
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