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Un blog creato da miles1970 il 30/11/2014

Una vacca incazzata

stanco di farmi mungere a sangue, almeno mi sfogo...

 
 

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Apologia di democrazia

Post n°3 pubblicato il 04 Dicembre 2014 da miles1970

La parola democrazia è una meravigliosa parola che deriva dal greco e vuol dire "potere al popolo".

La massima espressione delle moderne democrazie è il voto elettivo al popolo che rappresenta l'estremo concetto appena citato: tutti i cittadini individuano, attraverso l'indicazione del nominativo prescelto, il soggetto che li rappresenterà nella gestione della politica di una comunità determinata.

Oggi questo esemplare strumento di rappresentanza popolare è via via venuto meno, costituendo come un brutale baratto, consumistico mezzo di scambio, molto spesso connaturato anche dalla monetizzazione della stessa scheda elettorale (emblematica è la pratica, in certi seggi elettorali, dove si entra nella cabina con una scheda elettorale precompilata e consegnata prima di entrare nel seggio, imbucandola al momento della riconsegna del documento, mentre quella bianca ricevuta all'ingresso, nascosta nelle tasche, si porta fuori dove, dietro compenso economico fino a € 50, qualcuno la compila per il successivo "cliente" e così via).

Il voto democratico, espressione della volontà popolare, è stato defraudato del suo stesso significato, diventando espressione della volonta di pochi, in una forma di governo "partitico-oligarchico", dove destra e sinistra non hanno più alcun significato e vengono utilizzate come pretesto per litigare davanti a pubbliche piazze mediatiche, per poi ritrovare il giusto compromesso personale tra le mura di palazzi, oramai corrotti fino al midollo.

Oggi si continua a credere che chi non vota non esercita la propria scelta, non manifesta un diritto/dovere costituzionalmente garantito.

Ma è davvero così? Oramai il non-voto è esso stesso un voto; una precisa epressione di volontà, una forma precisa di opinione esplicita, ma che, purtroppo,viene in ogni occasione ignorata, derubricata a semplice "protesta".

Si fa finta di non vedere, si finge disinteresse nella mancanza di affluenza alle urne, purtuttavia ogni volta più massiccia, si ignorano le statistiche che vedono il "partito del non voto" come il primo partito assoluto in Italia.

Eppure un modo per valorizzare anche questo movimento nazional-popolare esiste.

Tempo fa su una rivista di cosmesi (si, avete letto bene, cosmesi e bellezza!) ho letto la proposta del suo direttore che non potevo non condividere con voi.

L'hanno chiamata "MINIMUM PLACET", ma voi potete chiamarla come volete; il fatto è che si tratta di un semplice quanto disarmante strumento per dar voce anche al partito più grande d'Italia: nel caso la maggioranza delle persone non siano convinte da nessuna lista e quindi l'affluenza alle urne fosse inferiore al 50%, le elezioni vengono annullate e tutti i candidati non si possono ricandidare nei prossimi 5 anni per lasciare spazio a persone e formazioni nuove. 

Immaginate le perplessità di chi della candidatura in politica ne ha fatto una professione, di coloro i quali, senza neanche un giorno di lavoro, di quello vero, vantano già vitalizi da fare invidia ai migliori direttori di banca, limitandosi a sbraitare nelle varie aule dei palazzi del potere, oppure preoccupandosi solo di predisporre una brillante proposta di legge sulla coltivazione intensiva della cicoria peruviana nelle piane di Gioia Tauro... immaginate i basiti volti di quei fantomatici politici che, vedenosi rifiutare dalla affluenza più che scarsa degli elettori la loro stessa presenza nella vita attiva della politica, si vedrebbero sbattere in faccia le porte di quello che loro considerano personalissimi ed esclusivi giocattoli....

La cosa che più rattrista in tutto questo ragionamento è il fatto che proposte del genere, segnali di un cambiamento vero, si leggano solamente, con tutto il rispetto, tra le pagine di una rivista di cosmesi. Invece nei palazzi dove si dovrebbe agire ed operare nella esclusiva volontà del Popolo, si continua inevitabilmente ad assistere alla putrefazione della più grande e nobile delle forme di Governo: la democrazia.

 
 
 

Un buon politico č come un ladro onesto

Post n°2 pubblicato il 02 Dicembre 2014 da miles1970

Henry Louis Mencken, giornalista statunitense vissuto a cavallo delle due Guerre soleva spesso dire: "se l'esperienza ci insegna qualcosa ci insegna questo: che un buon politico, in democrazia, è tanto indispensabile quanto un ladro onesto".

Ciò è tanto ovvio quanto il Sole che sorge ogni mattina nella nostra democrazia.

Se ci riflettiamo un momento non si ricorda, a memoria d'uomo, un politico italiano che abbia agito come l'etimologia della stessa parola vuole rappresentare: nell'esclusivo interesse della cosa pubblica, della polis, della comunità che si rappresenta senza ricercare sempre e comunque un proprio interesse personale.

Invece oggi assistiamo sempre di più ad ogni livello politico, dalle Circoscrizioni Comunali alle Camere del Parlamento, ad atteggiamenti da parte dei cosiddetti "politici" di un agire sempre più sfrontato ed impunito per un tornaconto personale e dei propri interessi.

Non c'è deputato, senatore o amministratore locale che non agisca nell'interesse privato in completo dispregio per coloro i quali lo hanno votato confidando nella sua azione "politica".

Oggi questo termine, "politica", è completamente svuotato, svilito, deturpato, mortificato.

I signori del potere ne hanno fatto un personale alibi dietro a cui celare interessi ed affari più o meno leciti ma da cui gli unici a trarne vantaggio sono solo ed esclusivamente loro.

Esiste un teorema a tal riguardo che invito chiunque a smontare:

la candidatura è di per se oggi in Italia, una mercificazione della propria posizione:

chiunque si candidi, a qualsiasi livello è come se offrisse in una vetrina di Amsterdam i propri servigi verso un determinato gruppo di persone più o meno influenti, che con il loro agire, condizionano gli esiti elettorali.

Nell'esatto istante in cui si viene eletti già il politico deve qualcosa a qualcuno: si è già scesi a compromessi che prima o poi costituiranno una merce di scambio, un debito, un ricatto.

Non c'è Decreto Legislativo che non contenga un cavillo od un comma i cui effetti (favorevoli) ricadano direttamente o indirettamente a favore dell'estensore (guarda caso) del provvedimento stesso o dei suoi "affiliati".

Oggi i governi non sono elettivi, espressione del popolo, ma sono rappresentazione di partiti e quindi di piccoli gruppi ristretti di soggetti che gestiscono la cosa pubblica come un loro personale portafogli da cui prelevare ogni qualvolta, come bambini viziati ne abbiano bisogno per capricci o per vezzi....

Per quanto un uomo possa provare a far politica con le migliori delle intenzioni, una volta eletto non potrà sfuggire a questo perverso e schiacciante sistema, per cui ne rimarrà, prima o poi, invischiato.

Essere politici oggi significa vendersi a qualcuno prima ancora di provare a fare qualcosa... e questo è davvero devastante in una società in cui il confiltto di interessi è la prima causa di non - governo che di fatto ha ammazzato senza appello questa nazione.

 
 
 

La rinuncia dello Stato

Post n°1 pubblicato il 30 Novembre 2014 da miles1970

E come chiamare se non "rinuncia" quell'atteggiamento oramai sistematico, puntuale ed atroce allo stesso tempo dello Stato che si ritira letteralmente dalle sue responsabilità di garante della cosa pubblica a cui assistiamo quotidianamente?

Non parlo di estrema periferia sud o nord dell'Italiota penisola, laddove, ammesso e non concesso, un naturale ganglio della Amministrazione nazionale potrebbe trovare difficoltà a radicarsi nel substrato della società. Parlo del centro nevralgico del sistema, parlo del cuore pulsante della presunta macchina dello Stato, parlo di Roma.

Qui le storture, le aberranti distrazioni da tutto ciò che è legittimo si sdoppiano: da un lato la struttura nazionale con tutte le sue contorte e putrescenti articolazioni politiche, da anni assiepate in punti di non ritorno ad una legittima azione politica intesa come agire a favore della polis, a prescindere dagli interessi personali di chi opera.

Dall'altro una ancor più subdola ma allo stesso tempo impunita amministrazione cittadina che continua imperterrita le sue scorribande come Lanzichenecchi senza controllo, spremendo sempre di più i suoi cittadini-sudditi-schiavi di una finanza che oramai li ha ridotti ad una massa informe di plebaglia senza più dignità...

Qualche esempio?

Benissimo! Dal sito del CAF CISL prendo la seguente definizione di TASI:

"La TASI è stata istituita con il comma 639 della legge di stabilità per il 2014; TASI sta per Tariffa sui Servizi Indivisibili.

Perché si paga?
La TASI si paga per sostenere le spese dei comuni per i servizi cosiddetti “indivisibili”, quei servizi, cioè, che per il fatto di essere usufruiti da tutti i residenti del comune, non possono essere fatti pagare direttamente al fruitore.
Sono esempi di servizi indivisibili l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la sicurezza, l’anagrafe, ecc."

Orbene qualcuno avrà il buon senso di spiegare a questa vacca incazzata come è possibile che alla data in cui scrivo il Raccordo Anulare sia oramai praticamente quasi tutto al buio a causa della barbarie perpetrata a danno del rame che collega il sistema di illuminazione stradale da parte di branchi di zingari e rumeni, organizzati come la migliore delle squadre ANAS, per una sistematica sottrazione di tale prezioso metallo conduttore.

La risposta dello Stato? Si spende troppo per la sostituzione dell rame puntualmente rubato ogni qualvolta si ripristina e pertanto si preferisce RINUNCIARE alla azione di tutela della sicurezza stradale in quanto le misure fino ad allora provate sono risultate inutili...

Sembra che nemmeno la presenza di telecamere di sicurezza sembra aver arginato il problema: quelle installate lungo il percorso per prevenire questo tipo di illeciti non sono sufficienti, anche perché i ladri di rame ne conoscono l’ubicazione e vanno a compiere le loro razzie sui tratti non sorvegliati dagli occhi elettronici. Ma vi sembra una giustificazione per lasciare una delle strade a più alto tasso di incidenti (molto spesso anche mortali) completamente al buio?

ma il fenomeno naturalmente non si ferma al Raccordo Anulare, anche la Roma Fiumicino, una delle principali arterie di collegamento tra l'aeroporto e la Capitale è ormai dall'inizio dell'anno che è completamente al buio, con buona pace dei turisti che dall'aeroporto iniziano il meraviglioso tour romano con questo benvenuto....

Ma qualcuno ha mai pensato di risolvere il problema alla fonte, creando magari l'obbligatoria certificazione di origine di provenienza di tutto il rame utilizzato per la cantieristica e l'edilizia in modo da evitare che società senza scrupoli acquistando il rame rubato oltre a rendersi complici di tali illeciti siano costrette a rinunciare a tale fenomeno?

Capite bene che questa è una chiara dimostrazione di come ci si arrenda di fronte all'illegalità e dell'esempio che si fornisce alle giovani leve della società le quali prendono spunto da questi episodi riaffermando il principio che chi viola la legge vince. Sempre.

 

 

 
 
 
 

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