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Un blog creato da miles1970 il 30/11/2014

Una vacca incazzata

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La rinuncia dello Stato

Post n°1 pubblicato il 30 Novembre 2014 da miles1970

E come chiamare se non "rinuncia" quell'atteggiamento oramai sistematico, puntuale ed atroce allo stesso tempo dello Stato che si ritira letteralmente dalle sue responsabilità di garante della cosa pubblica a cui assistiamo quotidianamente?

Non parlo di estrema periferia sud o nord dell'Italiota penisola, laddove, ammesso e non concesso, un naturale ganglio della Amministrazione nazionale potrebbe trovare difficoltà a radicarsi nel substrato della società. Parlo del centro nevralgico del sistema, parlo del cuore pulsante della presunta macchina dello Stato, parlo di Roma.

Qui le storture, le aberranti distrazioni da tutto ciò che è legittimo si sdoppiano: da un lato la struttura nazionale con tutte le sue contorte e putrescenti articolazioni politiche, da anni assiepate in punti di non ritorno ad una legittima azione politica intesa come agire a favore della polis, a prescindere dagli interessi personali di chi opera.

Dall'altro una ancor più subdola ma allo stesso tempo impunita amministrazione cittadina che continua imperterrita le sue scorribande come Lanzichenecchi senza controllo, spremendo sempre di più i suoi cittadini-sudditi-schiavi di una finanza che oramai li ha ridotti ad una massa informe di plebaglia senza più dignità...

Qualche esempio?

Benissimo! Dal sito del CAF CISL prendo la seguente definizione di TASI:

"La TASI è stata istituita con il comma 639 della legge di stabilità per il 2014; TASI sta per Tariffa sui Servizi Indivisibili.

Perché si paga?
La TASI si paga per sostenere le spese dei comuni per i servizi cosiddetti “indivisibili”, quei servizi, cioè, che per il fatto di essere usufruiti da tutti i residenti del comune, non possono essere fatti pagare direttamente al fruitore.
Sono esempi di servizi indivisibili l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la sicurezza, l’anagrafe, ecc."

Orbene qualcuno avrà il buon senso di spiegare a questa vacca incazzata come è possibile che alla data in cui scrivo il Raccordo Anulare sia oramai praticamente quasi tutto al buio a causa della barbarie perpetrata a danno del rame che collega il sistema di illuminazione stradale da parte di branchi di zingari e rumeni, organizzati come la migliore delle squadre ANAS, per una sistematica sottrazione di tale prezioso metallo conduttore.

La risposta dello Stato? Si spende troppo per la sostituzione dell rame puntualmente rubato ogni qualvolta si ripristina e pertanto si preferisce RINUNCIARE alla azione di tutela della sicurezza stradale in quanto le misure fino ad allora provate sono risultate inutili...

Sembra che nemmeno la presenza di telecamere di sicurezza sembra aver arginato il problema: quelle installate lungo il percorso per prevenire questo tipo di illeciti non sono sufficienti, anche perché i ladri di rame ne conoscono l’ubicazione e vanno a compiere le loro razzie sui tratti non sorvegliati dagli occhi elettronici. Ma vi sembra una giustificazione per lasciare una delle strade a più alto tasso di incidenti (molto spesso anche mortali) completamente al buio?

ma il fenomeno naturalmente non si ferma al Raccordo Anulare, anche la Roma Fiumicino, una delle principali arterie di collegamento tra l'aeroporto e la Capitale è ormai dall'inizio dell'anno che è completamente al buio, con buona pace dei turisti che dall'aeroporto iniziano il meraviglioso tour romano con questo benvenuto....

Ma qualcuno ha mai pensato di risolvere il problema alla fonte, creando magari l'obbligatoria certificazione di origine di provenienza di tutto il rame utilizzato per la cantieristica e l'edilizia in modo da evitare che società senza scrupoli acquistando il rame rubato oltre a rendersi complici di tali illeciti siano costrette a rinunciare a tale fenomeno?

Capite bene che questa è una chiara dimostrazione di come ci si arrenda di fronte all'illegalità e dell'esempio che si fornisce alle giovani leve della società le quali prendono spunto da questi episodi riaffermando il principio che chi viola la legge vince. Sempre.

 

 

 
 
 
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