Varese Città Nuova

MEMORIA CORTA

Veltroni sta tentando di derubricare a maquillage politico il Popolo della Libertà di Berlusconi. La battuta, però, ha un forte sapore autobiografico, considerando le mille trasformazioni dei postcomunisti in tutti questi anni (Pci, Pds, Ds, Cosa due, Ulivo, Pd...). Il Pdl in realtà è un progetto nuovo, in grado di parlare anche ai delusi del centrosinistra, e in particolare ai moderati che avevano scelto l’Unione e hanno dovuto amaramente constatare che il centrosinistra ha portato solo paralisi governativa e controriforme. Nel comizio di apertura della campagna elettorale, a Spello, il leader del Pd si è candidato come "nuovo", ma è subito caduto in contraddizione sottolineando i presunti meriti del governo Prodi e non prendendo dunque le distanze da una stagione politica fallimentare che ha impoverito gli italiani e distrutto l'immagine internazionale del Paese.

Secondo Veltroni, invece, "grazie al risanamento portato avanti dal governo uscente oggi è possibile venire incontro agli italiani con la riduzione delle tasse". Una dichiarazione d'intenti apprezzabile, che però cancella con un colpo di spugna tutte le promesse fatte e non mantenute nel corso degli ultimi due anni da Prodi e Padoa Schioppa in materia fiscale.

Anzi, Il Sole24Ore di ieri ha certificato, dati alla mano, che i conti del 2008 sono a rischio, perché rispetto alla Finanziaria si può già conteggiare un "extrabuco" di ben sette miliardi di euro per spese ancora da coprire. E' la seconda volta, in appena sette anni, che il centrosinistra lascia un'eredità avvelenata sul fronte dei conti pubblici: la stessa cosa infatti avvenne nel 2001 a causa della Finanziaria elettorale varata dal governo Amato. Altro che extra-gettito, dunque. Veltroni fa solo promesse a vuoto quando parla di un taglio di tasse immediato senza tagli alla spesa pubblica grazie al presunto risanamento attuato dal governo Prodi.

La realtà è un'altra: il tanto sbandierato risanamento non c'è stato perché Prodi e Tps hanno taglieggiato le tasche degli italiani solo per finanziare le proprie clientele, non approfittando della favorevole congiuntura economica e non riuscendo dunque a sciogliere nemmeno uno di quei "nodi strutturali" a cui ha accennato ieri proprio Veltroni. Inoltre, secondo il segretario del Pd, i due poli sono stati "incapaci di uscire dallo scontro ideologico" nonostante la fine delle ideologie, ed "è la politica che deve rialzarsi, non l'Italia".

Anche su questo punto, è facile rispondere che in questi anni lo zoccolo duro ideologico è rimasto unicamente all'interno di quella Unione di cui fino a ieri Veltroni ha fatto parte magnificandone in più occasioni i meriti. Se la politica ha abbondantemente deluso gli italiani, la colpa sta quasi tutta a sinistra, ed è a sinistra infatti che è nata e germogliata l'ultima ondata di antipolitica.