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DA ISRAELE: W SILVIO!!!

Post n°272 pubblicato il 17 Aprile 2008 da varese.cittanuova
 

Riceviamo dagli Amici della Fondazione "Giorgio Perlasca" (www.giorgioperlasca.it), e volentieri pubblichiamo:

I risultati elettorali  modificheranno la politica estera italiana in Medio Oriente.
Sul tema, dal CORRIERE della SERA del 16 aprile 2008, un articolo di Gianna Fregonara:


ROMA - E' stato uno dei primi annunci, a poche ore dalla vittoria elettorale: Silvio Berlusconi, stuzzicato da Clemente Mimun a Matrix, lunedì sera, ha confermato che la sua prima missione all'estero sarà in Israele, per celebrare i 60 anni dalla fondazione dello Stato ebraico: «Olmert mi ha invitato, sarò lietissimo di essere presente, per dare supporto all'unica democrazia del Medioriente».
Un messaggio non nuovo per Berlusconi, che in un colpo solo rilancia la politica estera, assente dalla campagna elettorale se non per un weekend di dichiarazioni più o meno confuse sulle missioni militari, cancella «l'incidente» Ciarrapico, che con le sue dichiarazioni nostalgiche sul fascismo aveva inquietato una parte degli ebrei italiani. Il presidente del consiglio in pectore già in campagna elettorale aveva voluto più volte dichiarare la discontinuità della sua politica estera dall'«equivicinanza» tra Israele e palestinesi professata dal ministro degli Esteri uscente Massimo D'Alema. E ieri sera è arrivata la risposta da parte dell'ambasciatore israeliano in Italia Gideon Meir, che ha espresso «soddisfazione » per la sua partecipazione alle celebrazioni a Gerusalemme e ha confermato la telefonata di congratulazioni di Olmert.
E' vero che l'ambasciatore Meir l'altra sera si è congratulato sia con Berlusconi che con Walter Veltroni, con il quale i rapporti sono buoni e al quale la comunità ebraica romana riconosce, per bocca del suo presidente Riccardo Pacifici, di aver contribuito a semplificare il sistema italiano «con l'esclusione dal Parlamento dell'estrema destra di Storace e della sinistra radicale dei Diliberto e di quanti bruciano le bandiere americane e israeliane in piazza».
Oltre al l'omaggio di Matrix, quello che è piaciuto molto è la scelta di Franco Frattini agli Esteri: «Fu lui nel 2003 durante la presidenza italiana dell'Unione Europea a far inserire Hamas nella lista delle organizzazioni terroristiche. Con lui l'Italia ha posto il veto più di una volta alle risoluzioni antiisraeliane nelle organizzazioni internazionali», ricorda Fiamma Nirenstein, neo-eletta parlamentare del Pdl oltre che firma di spicco sulle questioni mediorientali. Del resto non sarà un caso che il voto degli italiani all'estero in Israele ha dato un risultato più che certo: 73,2 al Popolo delle Libertà e il 19,8 al Partito democratico.
Quello che in questi due anni non è piaciuto a gran parte degli ebrei italiani è stata la «neutralità » di D'Alema (la definizione è della Nirenstein) sulle questioni mediorientali. Al suo esordio alla Farnesina lo definirono un «pericolo». Alla celebrazione della festa nazionale, a Roma l'anno scorso, Prodi e D'Alema furono trattati con una certa freddezza, e a chiudere dal palco fu tra gli applausi l'ex ministro Gianfranco Fini come se fosse ancora in carica. Tra l'altro c'era stata la foto di D'Alema a braccetto a Beirut con un parlamentare di Hezbollah. Poi ancora le dichiarazioni sulla necessità di dialogare con Hamas anche prima che accetti di riconoscere Israele, che avevano provocato l'indignazione del l'ambasciatore Meir.
«Chi elogia Hamas è contro gli ebrei», cioè antisemita aveva detto in campagna elettorale Berlusconi che ha curato particolarmente i rapporti con le associazioni ebraiche e che ha fatto di Alessandro Ruben, leader dell'Antidefamation League, un candidato di spicco della coalizione. «Ma non va dimenticato che il governo Prodi ha fatto delle cose esaltanti per Israele: con D'Alema agli Esteri ha mandato i soldati nel Sud del Libano, un'operazione che ha bloccato i missili di Hezbollah sulla Galilea », ricorda Emanuele Fiano, ex presidente della Comunità ebraica di Milano e ora parlamentare del Pd. Alcune prese di posizione del governo Prodi avevano impensierito anche lui, ma oggi spiega: «Oltre all'amicizia con Israele che è molto importante, quello che è fondamentale è l'impegno in politica estera contro la nuclearizzazione dell'Iran e mi sembra che su questo Prodi e D'Alema siano stati ineccepibili». Non la pensa così Anna Borioni dell'Associazione Appuntamento a Gerusalemme: «Noi siamo contenti che non vi sia più D'Alema agli Esteri, per noi questo è un gran risultato». Si guarda oltre Fiamma Nirenstein: la discontinuità berlusconiana dalla linea tradizionale — quella andreottiana — «porterà l'Italia ad avere un ruolo perché si mette in rapporto con la politica di Sarkozy, di Gordon Brown e di Angela Merkel».

Sempre dal CORRIERE, un articolo di Davide Frattini sulle reazioni di Al Qaeda e Hamas alla vittoria del Pdl:

GERUSALEMME Ahmed Youssef è chiamato «l'americano », dopo i vent'anni passati negli Stati Uniti. Tra i leader di Hamas è quello che parla meglio l'inglese e che dovrebbe conoscere la lingua da adoperare con la diplomazia occidentale. Il primo messaggio che manda a Silvio Berlusconi è un avvertimento: esca dal controllo di George W. Bush. «Spero abbia imparato che la politica regionale adottata dagli americani — dice all'Ansa da Gaza — è solo fomentatrice d'odio».
Youssef è il consigliere politico di Ismail Haniyeh, il premier deposto dal presidente palestinese Abu Mazen. I capi oltranzisti hanno cercato di allontanarlo dal primo ministro di Hamas — anche fisicamente, il suo ufficio è stato spostato —, resta influente nelle mosse internazionali del movimento fondamentalista. «Bush finora non ha ottenuto nulla, se non un accresciuto antagonismo nei confronti del suo Paese. Ci auguriamo che Berlusconi adotti una politica moderata sulla questione palestinese. Seguire Washington non aiuterà certo a risolvere i conflitti nella regione». Aggiunge: «Occorre che il premier italiano si renda conto che qua c'è un popolo che soffre, che ha diritti e che tutti devono impegnarsi perché questi diritti vengano riconquistati ».
Sami Abu Zuhri, uno dei portavoce del movimento integralista, chiede un intervento «per risolvere la crisi umanitaria nella Striscia, causata dall'assedio israeliano». Da quasi un anno, Hamas controlla la Striscia, dopo un'operazione militare che aveva sconfitto le forze di Fatah, la fazione di Abu Mazen. Gli israeliani e la comunità internazionale stanno portando avanti un embargo economico e politico contro l'organizzazione, che non riconosce il diritto all'esistenza dello Stato ebraico.
In campagna elettorale, Berlusconi aveva attaccato le parole di Massimo D'Alema sulla necessità di coinvolgere Hamas nelle trattative di pace. «Dire queste cose significa lavorare contro gli ebrei. Io, assieme a Tony Blair, ho fatto mettere Hamas nell'elenco delle organizzazioni terroristiche stilato dall'Unione Europea ». Franco Frattini guidava, da presidente di turno, il Consiglio dei ministri degli Esteri che il 6 settembre 2003 aveva deciso di inserire il movimento nella lista nera.
La vittoria di Berlusconi è stata «maledetta» da uno dei forum islamici che veicolano la propaganda di Al Qaeda su Internet. «Che Allah scateni la sua rabbia contro di lui e contro il Papa cattivo» è il commento con la firma al-Wahabi. Sul sito al-Hesbah, viene data la «notizia urgente» del risultato elettorale da un tale Qannas al-Jazira: il «Cecchino della penisola arabica» tiene aggiornati gli utenti sulle vicende italiane. «Alcuni giorni fa Berlusconi aveva detto che in caso di vittoria avrebbe visitato Israele», riporta un altro messaggio.

Da L' OPINIONE , un articolo di Dimitri Buffa:

Basta passeggiate con i ministri Hezbollah e dichiarazioni di assurde equivicinanze.
Con la vittoria nettissima alle elezioni politiche da parte di Silvio Berlusconi gli israeliani in particolare e tutti gli ebrei del mondo in generale ritrovano un loro sicuro e fedele amico. E la stampa dello Stato ebraico, pur mantenendo un certo understatement, di certo non si fa pregare nel sottolineare la felice novità. Su Yedioth Aronoth si parla della vittoria del “miliardario amico di Israele”, sul sinistrorso Haaretz è contenuto un commento di un giornalista di “Repubblica”, Vincenzo Nigro, che sostiene che “Israele può essere contento perché Berlusconi mostrerà come in passato una grande amicizia verso Gerusalemme...” e che afferma che “per Israele dovrebbe essere un sollievo tornare a trovare a Roma un caro alleato”. Infine sul Jerusalem Post la notizia della vittoria di Berlusconi è al primo posto nella sezione esteri della versione online e si ricordano le sue continue attestazioni di amicizia verso lo Stato ebraico. Da Roma l’entusiasmo israeliano viene commentato anche dai candidati di religione ebraica eletti nel Partito delle libertà come Fiamma Nirenstein e Alessandro Ruben.
La prima non ha peli sulla lingua nel ricordare come a Gerusalemme nessuno abbia dimenticato i segretari di partito come Oliviero Diliberto che marciavano insieme a chi bruciava la bandiera con la stella di Davide e tantomeno i ministri degli esteri come Massimo D’Alema che si facevano fotografare a braccetto con gli esponenti del “partito di Dio” finanziato dall’Iran. La Nirenstein fa anche notare come in pratica gli elettori abbiano di fatto bocciato ogni partito, a destra e a sinistra, che nel proprio bagaglio avesse messo le lotte anti occidentali: che si trattasse della Destra di Storace e della Santanchè o dei verdi di Pecoraro Scanio.
L’avvocato Ruben invece ha evitato di mettere il dito nella piaga dicendo che “la riflessione sull’atteggiamento di una certa parte della sinistra verso Israele riguarda soprattutto chi è stato sconfitto”. E la stampa araba? I principali quotidiani noti e venduti anche in Italia, nelle edicole di via Veneto a Roma (ad esempio), come Al Ayat e Al Sharq al Awsat, non prendevano posizioni nette. Ahmed Yussef, consigliere politico del leader di Hamas a Gaza Ismail Haniyeh ha invece avvertito: “Spero che Berlusconi abbia imparato che la politica regionale degli Stati Uniti è solo fomentatrice di odio. Ci auguriamo che, per quanto concerne la questione palestinese, Berlusconi adotti una politica moderata”.
Le parole pesanti sono giunte ieri dai vari siti della jihad online che più o meno fanno riferimento ad Al Qaeda e dintorni. Su uno di essi si legge anche la prima maledizione islamica contro il Cavaliere: “Che Allah lo maledica e scateni la sua rabbia contro di lui e contro il Papa cattivo”. A inserire queste invettive sul sito “al-Hesbah”, è stato un internauta che si firma al-Wahabi. A propagare la presunta parola d’ordine di Osama bin Laden un assiduo frequentatore dei siti di al-Qaeda che si fa chiamare Qannas al-Jazira, cioè il “cecchino della penisola”. Il frequentatore del forum sembra essere particolarmente attento ai telegiornali italiani e già in passato è intervenuto su vicende che hanno riguardato il nostro paese. Il post si chiude con un terzo messaggio di commento inserito da Fursan al-Fajr, che scrive: “Alcuni giorni fa Berlusconi aveva detto che in caso di vittoria sarebbe andato in visita in Israele”. Ecco insomma chi sono i compagni di odio anti berlusconiano della sinistra antagonista che per fortuna è diventata extraparlamentare.

Da Israele, per INFORMAZIONE CORRETTA, il commento di Deborah Fait

 Lo so, lo so, e' troppo facile dire "non vedro' piu' la faccia di Diliberto, non lo sentiro' piu' inveire contro Israele !". Facile, che cavolo di analisi politica e'? Analisi sempliciotta e molto stupida ma che da una di quelle soddisfazioni come poche! Altro che parolone, decine di giornalisti delle maggiori testate, altro che Porta a Porta o Matrix, la morale di quello che e' successo si riassume tutta in una sola frase ""non vedro' piu' la faccia di Diliberto, non lo sentiro' piu' inveire contro Israele !". Ahhhh, il cipollone e' stato digerito. come diceva il grande Gaber! Mi rendo conto pero' che ci vuole altro per commentare quello che e' successo in Italia e capire il motivo della enorme ghigliottina che si e' abbattuta senza pieta' su un rispettabile numero di politici scaraventando tante illustri teste nel cestone del hofinitodifarpolitica, eliminando cosi' tutti i partiti della sinistra radicale, razzista, antisemita, violenta e bruciabandiere. Ringraziando gli italiani, meno quel milione che li ha votati, sono finiti nella monnezza politica anche i fascistoni alla Storace/Santanche', il primo e' colui che non comprerebbe mai un biglietto per Gerusalemme, la seconda e' la bionda che ama far politica col dito medio alzato. Via, non ci sono piu', spazzati e, speriamo, spezzati per qualche anno almeno. Aiutooo, come faremo senza la sinistra, ululano gli analisti. Come! La sinistra moderata c'e' se no Veltroni cosa ci sta a fare! E' stata eliminata , grazie a tutti gli dei dell'Olimpo, la sinistra cattiva, quella fatta di imbecilli in kefia che urlano contro Israele, contro l'America. Ci siamo liberati della feccia che adora hamas, hezbollah, Ben Laden, di quei pacifinti che andavano a inchinarsi davanti a Arafat e piu' ebrei faceva ammazzare piu' si inchinavano, adoranti e felici, disgustosamente ipocriti e razzisti. Cento, Agnoletto, Bertinotti, Morgantini e i loro scagnozzi. Ve li ricordate sorridenti tra lacrime di emozione, al Mukata mentre si facevano sbrodolare da Arafat. Diliberto che, solo a nominare Israele, cambiava espressione. Ci siamo liberati di quei decerebrati che urlavano "10, 100, 1000 Nassirya". Non vivendo in Italia non entro nel merito dei problemi interni, pare enormi, che hanno fatto stravincere Berlusconi, vivendo in Israele entro invece nel merito della indegna politica estera portata avanti dalla sinistra che non c'e' piu', una politica razzista, violenta, piena di odio, lo stesso odio nazifascista di triste memoria. Vivendo in Israele mi piace pensare che le tante brave persone che votavano a sinistra per affetto, tradizione familiare e convinzione si siano stancate di vedere dei cretinetti in kefiah al seguito dell'intellettuale meno pensante al mondo, l'emerito Vattimo che tra le varie porcherie razziste contro Israele ha anche firmato un appello CONTRO i Monaci tibetani, torturatori, secondo lui, dei poveri cinesi. Forse le brave persone di sinistra si sono stancate di cortei con bandiere bruciate, forse si sono stancate di sentire dipingere Israele come il Male del mondo visto che molti tra essi conoscono e apprezzano questo Paese, alcuni lo amano incondizionatamente. Forse chi votava a sinistra si e' stancato di vedere i tesori dell'arte italiana sepolti sotto bivacchi di poveracci che non sanno dove andare a dormire e si accampano nelle piu' belle piazze italiane campando tra un taccheggio, uno scippo , uno stupro. Forse le brave persone di sinistra si sono scandalizzate delle esternazioni di Dalema, delle sue passeggiate con terroristi, dei suoi consigli di avvicinarsi al mondo degli assassini da lui tanto apprezzati, delle aperture di tutta la sinistra all'islam radicale mentre si sbeffeggiano persone come Magdi Allam e si fanno vignette con svastiche contro Fiamma Nirenstein. Mi piace pensare che dopo tanti anni di insulti, di violenze, di nullafacenti dei centri sociali pronti a tirarsi giu' i pantaloni davanti alla bandiera di Israele e al gonfalone della Brigata Ebraica..... Mi piace pensare che dopo la creazione dell'ucoii, un'equivoca organizzazione islamica composta da biechi e loschi figuri, con le sue campagne di odio antisemita, forse, chissa', le brave persone di sinistra si sono stancate di votare per partiti che hanno fatto del razzismo e del filoislamismo radicale e fondamentalista la loro politica senza preoccuparsi minimamente degli italiani e del problema di arrivare alla fine del mese, di avere una casa, un lavoro, uno stipendio decente. Come puo' un ricercatore italiano a 900 euro al mese votare per la sinistra che demonizza Israele quando sa che in quel malefico paese un ricercartore pari suo, se bravo, riceve un laboratorio con dei dottoranti, con la casa pagata per tre anni e uno stipendio di tutto rispetto. Come puo', una persona per bene, credere a una sinistra cosi' fuori dal mondo reale da arrivare a vendersi agli intellettuali piu' stronzi tra gli stronzi, pieni di idee razziste oltre che di soldi, strapieni di false ideologie e depositari di enormi menzogne, fregandosene della gente comune che lavora e suda un misero stipendio. La sinistra e la destra radicali sono scomparsi, le motivazioni saranno innumerevoli, le analisi le sentiamo da ore e le sentiremo per giorni e giorni ma, per una italiana di Israele , che ama Israele, che sa cosa e' Israele, e' consolante pensare che tanti milioni di italiani di sinistra non siano, nonostante la propaganda battente dei segretari di partito, razzisti e antisemiti. Un'italiana di Israele, dopo la scomparsa di Rifondazione Comunista dal governo, dall'opposizione, da tutto e le dimissioni di Bertinotti, spera che il Parlamento Europeo faccia un bel pacco postale della signora Luisa Morgantini e la mandi dritta, senza fermate intermedie, a Ramallah a piangere per il suo adorato martire in nome del quale ha insultato e demonizzato Israele per tanti anni. Un'italiana di Israele ama sperare di non vedere piu' , mai piu', pacifisti razzisti inneggianti ai kamikaze e , dopo tanti anni di mal di fegato, e' felice di pensare che adesso saranno loro, gli antiisraeliani, a bersi ettolitri di Maalox. E poi, sara' anche un cavolo di analisi politica, ma , fatemelo dire ancora, ancora per 10, 100 1000 volte: che meraviglia non vedere piu' la faccia di Diliberto e dei suoi giannizzeri!

 
 
 
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