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Post n°81 pubblicato il 30 Maggio 2007 da varese.cittanuova

“maxi-lezione” di sicurezza stradale per gli alunni del Vitruvio di Castellammare di Stabia (Na).
In realtà, presso il “Supercinema” della città delle acque, si è tenuto il convegno conclusivo del progetto “Strade Amare, strade da amare- campagna sulla sicurezza stradale”.
Il percorso formativo, ideato dal prof. Antonio Sicignano e coordinato dal dirigente scolastico, dott. Sebastiano Piccolo, consisteva in una serie di conferenze tenute da personale esperto e qualificato a vario titolo.
In particolare sono intervenuti nei vari incontri previsti: il dott. Diego Marmo, Procuratore Generale presso il tribunale di Torre Annunziata, la dott.ssa Stefania Trotta, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Torre Annunziata, il dott. Luigi Riello, magistrato già componente del C.S.M., il dott. Giovanni De Angelis, dirigente del tribunale di Gragnano, il dott. Luigi Petrillo, dirigente del commissariato P.S. di Castellammare, la dott.ssa Valeria Moffa, vicequestore della polizia stradale di Napoli, il cap. Giuseppe Mazzullo, comandante dei Carabinieri di Castellammare, il sen. Luigi Bobbio, relatore della legge sulla confisca dei ciclomotori, l’on. avv. Sergio Cola, relatore della legge sulla patente a punti, con i suoi giovani collaboratori l’avv. Andrea Imperato ed il p. avv. Gaspare Jucan Sicignano.
Tuttavia il fiore all’occhiello del progetto era proprio il convegno conclusivo, in cui i ragazzi hanno potuto ascoltare le tragiche testimonianze del Maggiore dei Carabinieri Giuseppe Mari, padre di Catello noto calciatore deceduto lo scorso anno a causa di un incidente stradale, e di Alessio Tavecchio da Monza, ragazzo disabile per una caduta dalla moto e presidente dell'omonima fondazione, oltre che autore del libro "Cronaca di una gurigione in-possibile".
In una gremita sala del “Supercinema”, davvero toccante si è rivelato l’intervento del Maggiore Giuseppe Mari, che ha esordito con espressioni, molto commoventi: «quando ti muore un figlio, ti muore l’anima e preferiresti che i fiori al cimitero fossero gli altri a portarli a te», ed ancora: «ai genitori consiglio di non aver paura di essere petulanti, insistete con i ragazzi in frasi del tipo “metti il casco”, “metti la cintura” e “vai piano”, io questa mattina sono in veste di genitore, un genitore sfortunato».
Sempre all’insegna delle raccomandazioni si è espresso Alessio Tavecchio aggiungendo un particolare agghiacciante alla sua tragica storia: «io sono caduto con la moto su una buca non sufficientemente segnalata, ad una velocità di 50 Km all’ora. I comuni, le provincie e le regioni dovrebbero avere maggiore attenzione alla struttura del manto stradale ed tutti quei pericoli ad esso connessi, perché dopo è sempre troppo tardi». Infine, dopo un breve saluto di tutti i relatori del progetto, il preside del Vitruvio ha ringraziato gli stessi, omaggiandoli con un quadretto ricordo dell’evento, e ricordando che «al Vitruvio chi si presenta senza casco a scuola non entra».

Testo tratto da un bellissimo articolo fattoci pervenire da un lettore del nostro Blog.
Bruno Paolillo

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Commenti al Post:
mpvitruvio
mpvitruvio il 02/06/07 alle 00:17 via WEB
da http://www.mpvitruvio.blogspot.com/ Carissimi amici, sono passati circa 10 mesi da quando, unitamente al preside, dott. Sebastiano Piccolo, e parte del corpo docente, decidemmo che la comunità scolastica, dell’Istituto “M.P. Vitruvio” di Castellammare di Stabia (NA), non poteva rimanere inerme di fronte alle tante morti giovanili, dovute agli incidenti stradali. Rappresenta oramai un dato drammaticamente incontestabile, che i sinistri stradali provocano ogni anno in Italia circa 8.000 decessi, circa 170.000 ricoveri ospedalieri e 600.000 prestazioni di pronto soccorso non seguite da ricovero, e rappresentano la prima causa di morte tra i maschi sotto i 30 anni. E la scuola, a cui spetta, insieme alla famiglie, la responsabilità di formare le coscienze dei ragazzi, ha il dovere di intervenire, al fine sia di educare alla comprensione dell’insieme di leggi, regolamenti e norme che disciplinano la circolazione stradale, sia per sviluppare nei giovani autonome capacità di giudizio ed assunzione di responsabilità nei confronti di sé e degli altri. Nacque così: “STRADE AMARE, strade da amare- campagna sulla sicurezza stradale”, ovvero un progetto di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, conclusosi con una grande manifestazione dibattito lo scorso 21 aprile. Il progetto, organizzato attraverso una serie di conferenze tenute da personale esperto come avvocati, giudici, parlamentari oltre che alti esponenti dei Carabinieri e della Polizia di Stato, si è svolto all’insegna del confronto costruttivo con i ragazzi. Infatti, proprio al fine di superare la classica dicotomia, adulto-giovane, è stato creato anche un blog internet, ove i ragazzi possono apporre in piena libertà le proprie opinioni, senza alcun condizionamento di sorta. E proprio i tanti messaggi ricevuti sul blog testimoniano che a Castellammare di Stabia (NA) un clima diverso, almeno sul fronte dell’uso del casco, inizia a respirarsi. Tuttavia rimane ancora molto da fare, in quanto dalle varie conferenze è emerso un dato allarmante, ovvero che la metà degli incidenti stradali mortali è dovuta o alla mancata messa in sicurezza delle strade, o alla presenza di veri e propri pericoli sulle stesse. E su questo versante, la città di Castellammare di Stabia, e tutta la provincia di Napoli, come ricordato anche dal sindaco, Salvatore Vozza, alla manifestazione del 21 aprile, presenta un deficit enorme; tanto si presume realizzato, ma, ed è agli occhi di tutti, tantissimo deve ancora esser fatto. prof. Antonio Sicignano
 
mpvitruvio
mpvitruvio il 07/06/07 alle 09:29 via WEB
Normale operazione di controllo sul territorio per la polizia del Commissariato di Castellammare di Stabia (NA), agli ordini del primo dirigente Luigi Petrillo e del sostituto procuratore Stefania Grasso. Posti di controllo coordinati con il comando della polizia municipale locale per spingere i giovani ad utilizzare con maggiore frequenza, se non sempre, il casco protettivo quando sono in sella ai propri scooter, anche se in realtà, dai dati in possesso degli agenti stabiesi, sono più gli “over” a non indossare il casco in moto, mentre i giovani si stanno rivelando più responsabili in tal senso. Pochissimi gli scooter sequestrati, meno di dieci, mentre singolare ciò che è accaduto in pieno centro. Ad un controllo, una pattuglia della polizia, in mancanza di trasgressori, ha deciso di fermare due giovani in sella ad uno scooter regolarmente con il casco. Due minorenni, entrambi 16enni, si sono fermati senza problemi: documentazione ineccepibile, copertura assicurativa presente. Ma qualcosa non quadrava. Da un ulteriore controllo, infatti, i poliziotti hanno scoperto una cosa loro mai capitata. Il 16enne che guidava lo scooter era con il casco, è vero, ma l’oggetto era stato rubato poco prima. Per capire meglio la situazione, i due minorenni sono stati portati in commissariato, dove hanno confessato. «E’ vero, abbiamo rubato il casco – hanno spiegato agli agenti che li hanno interrogati – ma solo per evitare che i vigili ci fermassero». Questa la confessione dei due: un motociclista, infatti, aveva da poco denunciato il furto del suo casco, lasciato per alcuni istanti incustodito sulla moto mentre era a fare un prelievo in banca. Nemmeno un attimo per distrarsi, e il casco era sparito, preso in “prestito” dai due giovani per evitare il controllo degli agenti. I due minorenni sono stati denunciati a piede libero, mentre la refurtiva è stata riconsegnata al proprietario. Tutti i protagonisti della vicenda sono stabiesi. Dario Sautto tratto da: "il Giornale di Napoli", sabato 2 Giugno 2007
 
mpvitruvio
mpvitruvio il 17/08/07 alle 10:44 via WEB
Visitate il blog sulla sicurezza stradale edito dalla scuola Vitruvio di Castellammare di stabia (Na) su http://mpvitruvio.blogspot.com/ oppure su http://blog.libero.it/stradeamare/
 
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