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« Ultimo giorno dell'anno | La saggia MirianaPrima parte » |
Così
continuò la sua solita vita,arrangiandosi a vendere un po’ di legna e a costruire qualche sedia per tirare avanti. I vicini che gli avevano prestato il
denaro, vedendolo sempre così misero, gli dissero: “Allora non hai voluto
investire i nostri soldi? Visto che non ti sono serviti, restituisciceli.” Il falegname raccontò loro come li avesse persi, ma quelli non gli credettero e lo
trascinarono dal giudice. Il
giudice non sapeva come regolarsi: “Il falegname è un buon uomo – pensò – non possiede
nulla, e anche se lo metto in prigione morirà solo di fame, ma non riuscirà a restituire tutto quel denaro.” Mentre pensava sul da farsi udì
dalla finestre dei ragazzi che giocavano.
Uno
diceva:- Io sono il giudice e voi, contadini, sottoponetemi le vostre liti!-
Gli si
avvicinò un ragazzino e gli disse: - Eccellenza, io ho prestato dei soldi a questo contadino
ed ora lui non me li restituisce!-
- E tu,
perché non restituisci il denaro che ti è stato prestato?- chiese il
ragazzo-giudice.
- Io vorrei
restituirli, ma non possiedo nulla e
vivo in povertà, come posso fare ?- disse un altro che faceva la parte
del contadino.
Il
ragazzo-giudice pensò un attimo, poi disse:- Ecco la soluzione: daremo al
contadino una proroga di tre anni, così potrà procurarsi il denaro e pagare il
suo debito! –
Tutti i
ragazzi allora cominciarono a gridare e battere le mani: “Grazie, Eccellenza,
sia lodata la tua saggezza!”
Il
giudice, che aveva sentito tutto, si rallegrò e disse ai presenti: “Questo
brav’uomo non può pagare il suo debito, ma se gli diamo tre anni di tempo per
rimettersi, forse potrà restituirvi i vostri soldi con gli interessi!” I vicini
furono d’accordo e gli accordarono la proroga. Il
falegname tornò a spaccare la legna, e si mise d’impegno per ripagare il suo debito! Così stava fino a tardi
nel bosco. Una sera
riempì quasi tutto il suo carretto, ma intanto si era fatta notte ed il buio
era calato, così decise di
restare nel bosco e salì su di un albero
per dormire. Durante la notte arrivarono sotto quell’albero sette briganti.
“Botola, botola, apriti!” disse uno di loro e d’un tratto si aprì una botola
che portava ad un sotterraneo. I briganti scesero con il loro bottino e, quando
uscirono, dissero: “Botola, botola, chiuditi!” e la botola si chiuse dietro di
loro. Dopo che se ne furono andati, il falegname, che aveva visto tutto,
scese dall’albero e disse: “Botola, botola, apriti!”; la botola si aprì ed egli
scese nel sotterraneo, che era pieno di sacchi pieni d’oro e d’argento. Scaricò
la legna, prese qualche sacco e riempì il suo carretto: “Botola, botola,
chiuditi!” disse e scappò subito a casa sua. “Moglie
mia, le nostre sofferenze sono finite – disse appena entrato- Finalmente la fortuna si è ricordata di noi!” e raccontò tutto alla moglie. Quella sera
fecero festa! Ma l’uomo si ricordò del fratello e corse da lui a
proporgli di andare insieme nel bosco a prendere dell’altro oro. E così fecero:
arrivarono nel bosco con due carri , aprirono la botola e cominciarono a
caricare sacchi pieni di monete d’oro. Dopo averne caricati tre, il falegname
pensò che potevano bastare e disse : “Fratello mio, andiamocene.” Ma il
fratello ricco volle restare ancora un po’ per caricare qualche altro sacco:
“Vai tu, - rispose- io mi fermo ancora un po’ per ultimare il carico!” C’era
così tanto oro e gli dispiaceva andarsene soltanto con qualche sacco! Così,
mentre il falegname tornò a casa, nel bosco rimase il fratello ricco; ma arrivarono
i briganti che lo sorpresero a caricare l’oro e subito lo presero e gli
tagliarono la gola, poi lo misero di traverso sul carretto e frustarono il
cavallo, che lo riportò a casa. Il capo
dei briganti, però, si accorse che mancavano tanti sacchi e disse ai suoi: “
Qui mancano ancora molte cose, quell’uomo le deve aver prese e portate a casa
sua; ora che lo avete ammazzato non possiamo sapere dove abitava. Chi di voi lo
ha ucciso dovrà trovare la sua abitazione e recuperare tutto!”.E così il brigante
che aveva ucciso il fratello ricco si mise in giro per tutti i paesi vicini e
capitò giusto nella povera bottega del falegname.
“Perchè
sei così triste, buon uomo ?” – chiese il brigante. “Avevo un
fratello maggiore che viveva qui vicino con sua moglie – rispose il
poveretto – ma pochi giorni fa qualcuno lo ha ucciso e il suo cavallo lo ha
riportato a casa con la gola tagliata!”. “Oh, che
cosa terribile! – disse il brigante – E la poverina è rimasta sola, come
potrà vivere? Mostrami dove abita, che la voglio aiutare!” Ma il falrgname rispose: “Mia cognata sta nella casa qui di fronte, ma non ha bisogno
di niente, ti ringrazio del tuo buon cuore, sarò io stesso a pensare a
lei”. Uscendo
di casa, il brigante fece una croce col gesso sulla porta della casa del
falegname e su quella della vedova del fratello maggiore: al falegname che lo
vide mentre segnava le porte, gridò: “ Buon uomo, ripasserò di qui e verrò
ugualmente a trovarti per veder se avete bisogno di qualcosa. Segno la
tua porta per essere sicuro di ritrovarti.”. E corse subito dagli altri
briganti a raccontare tutto. Quelli decisero allora di tornare nella notte per
ammazzare tutti e riprendersi l’oro. Nel
frattempo il falegname tornò a casa tutto contento e raccontò come avesse
incontrato una così brava persona che si era commossa tanto alle sorti sue e
del suo povero fratello, e aveva addirittura segnato la sua porta e quella
della cognata per essere sicuro di ritrovarli, una volta che fosse di nuovo
passato di là. A sentire queste parole, Miriana, la figlia adottiva, si allarmò e
disse:- Ma, papà, non è che invece quest’uomo è uno dei briganti che vuole
recuperare il suo oro? Forse ha segnato la nostra porta perchè vuole essere
sicuro di trovarci, ma per ammazzarci!- A quelle
sagge parole, il terrore si impadronì di tutti loro ed il falegname non sapeva
che fare, ma la figlia ebbe un’idea: corse fuori e segnò col gesso tutte le
porte di quel quartiere. Quando i
briganti arrivarono, non seppero orientarsi e se ne tornarono scornati! Il capo
dei briganti se la prese con quello che era andato a trovare il falegname e lo
fece bastonare, ma non si volle dare per vinto; così decise di mandare di nuovo
lo stesso brigante dal falegname, con un carro con sette botti: solo una di
queste era piena d’olio, ma nelle altre si nascondevano sei ladroni! Il solito
brigante si ripresentò, lasciò il suo carro con le botti nel cortile e
chiese asilo per la notte. Il
falegname lo ospitò, del resto non era certo che si trattasse di un
brigante...La figlia adottiva, però, andò a guardare nelle botti e si accorse
che solo una era piena d’olio, mentre le altre avevano bel altro
contenuto. Così tornò dentro e disse: “Papà, dobbiamo preparare un buon
pranzo per il nostro ospite. Vado subito in cucina a bollire l’acqua!”. Ma man
mano che l’acqua bolliva, ecco che la versava nelle botti e così uccise
tutti i briganti! Dopo
cena, il brigante uscì dalla casa e cercò di chiamare i compagni: fischiò,
battè nelle botti, ma niente!, Nessuno rispondeva.
Stupito aprì una botte e ne
uscì un gran vapore: allora capì quello che era accaduto e se la svignò finchè
era in tempo! Miriana svegliò i suoi e raccontò tutto: il
falegname allora disse “Mia cara ragazza, ci hai salvato la vita. Voglio
perciò che tu sia la sposa di mio
figlio!”. Detto e fatto, in breve tempo si organizzarono le nozze e si
festeggiò con un gran banchetto. Ma la ragazza, che aveva sempre timore che i
briganti potessero tornare, chiedeva sempre al falegname di vendere la casa e
comprarne un’altra da un’altra parte, per essere più sicuri di non essere
ritrovati. Ed
infatti, di lì a poco il solito brigante decise di tornare da loro, travestito
da ufficiale. Il padrone di casa non lo riconobbe e gli offrì ospitalità. Ma la
figlia l’aveva riconosciuto, nonostante il travestimento, e così andando a
dormire, portò con sè un’ascia ben affilata. Durante
la notte il brigante entrò nella camera da letto degli sposini e cercò di
uccidere il ragazzo con la sciabola: ma la ragazza, che non dormiva, con
l’ascia prima gli staccò la mano destra e poi la testa. Dopo
questo episodio il falegname capì che la figlia adottiva era veramente molto
saggia e decise di darle retta: vendette la casa e si comprò una locanda, dove
visse con tutta la famiglia facendo buoni affari. Un giorno
passarono di là quei vicini che un tempo gli avevano prestato il denaro. Lo
videro prospero e felice e gli chiesero indietro i loro soldi. Il falegname si
rallegrò:- “Certo
che vi posso restituire i vostri soldi, anzi per ringraziarvi della vostra
bontà ve ne darò il triplo!” E tutti a dire “Bene!” “Bravo!” e decisero di
festeggiare. “La tua
casa ha un bel giardino – dissero- andiamo a vederlo e facciamo festa!” . e
così fecero, e mentre si aggirarono nel giardino videro, coperta da delle
piante una cassetta per la cenere: “Ma quella è la cassetta che mia moglie
aveva venduto!” – disse il falegname, l’aprirono e trovarono i soldi .
Allora i vicini capirono che il contadino aveva detto loro sempre la verità:
“Ma se il tuo cappello te lo ha rubato una gazza ladra, forse ci ha fatto un
nido – dissero - proviamo a cercarlo!”Cominciarono a scrutare tutti gli
alberi del giardino, finchè non lo trovarono: lo tirarono giù e lo trovarono
pieno di soldi! Così il
falegname ripagò il suo debito e visse ricco e felice.
Versione russa della fiaba di Alì Babà
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