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sex and the city

Post n°105 pubblicato il 08 Settembre 2010 da phyjay

Che “Sex and the city 2” sia una ciofeca epica è stato già detto e ridetto in varie salse, quindi non lo ripeterò. Però, alla fine di questo secondo film, ho avuto una rivelazione (probabilmente un po’ a scoppio ritardato, ma che posso farci? Sono lenta): è un telefilm/film maschilista.

Quattro donne di successo che rompono le palle per 10 anni facendo le fighe e tirandosi a lucido per cosa? Uomini. 10 serie di caccia all’uomo, finché non sono finite maritate con figli che, a quanto pare, è l’aspirazione di ogni donna, dalla casalinga disperata alla scrittrice/avvocatessa/manager/criricadarte di successo. Sarà che mi sono persa qualche dettaglio per strada, ma mi pareva che la serie fosse cominciata con una orgogliosissima dichiarazione d’indipendenza delle donne: “Carrie e le sue amiche giurano di smettere di preoccuparsi di trovare l’uomo perfetto e di cominciare a fare sesso come gli uomini”.

Beh, ad eccezione di Charlotte, naturalmente. Ma almeno lei è una ragazzina romanticheggiante che sogna matrimoni e figli fin dalla prima puntata, quindi che poi finisca sposata con un pelato e peloso ebreo, adotti una bambina cinese, ne sforni una tutta sua e assuma una baby-sitter lesbica con due tette da oscar play-boy non stupisce nessuno (matrù come suona razzista sta frase: ci mancano i neri e i terroni poi ho fatto l'en plein!!).

Ma che Miranda, avvocatessa in carriera con ambizioni di socio fondatore, si ritrovi felicemente sposata e figliata con un monopalla che le ha messo le corna perché lei pensava solo al lavoro e non si depilava l’inguine da mesi con conseguente moquette respingi-uomini, questo mi irrita un po’.

E che Carrie finisse a guardare un film in bianco e nero romanticamente distesa con l’uomo che l’ha torturata per 10 serie essendosi pure sposato con una modella (e il vero interrogativo è dove cazzo gli è venuto in mente di tornare con quel cesso ambulante di Carrie, perché, checché se ne dica, Louis Vuitton e Chanel non migliorano quel naso ondulato e quell’espressione fastidiosissima di ingenua pompinaretta che, ritrovandosi un pene in bocca, esclama: “uh, com’è finito qui? Sarò precipitata dalle mie Manolo Blahnik e mi sarò appesa a questa sporgenza dei tuoi pantaloni e, mentre tentavo di rialzarmi, mi si sono incastrati i capelli e già che ero lì…beh sai com’è, avevo da scrivere un articolo per la mia rivista, mi serviva materiale…”), insomma, che questa si maritasse anch’ella con uno che non ne voleva sapere neanche a brodo di matrimoni (forse per questo era già stato sposato due volte?) dopo 10 anni di trombate a destra e a manca per affermare la sua femminilità (?) e indipendenza (o dipendenza?)…beh, questo mi ha proprio fatto girare le palle.

L’unica che resta fedele al suo credo, il più sublime e nobile ideale, il sesso sacrosanto e benedetto, con o senza sentimenti –chi se ne fotte- quella è Samantha! Certo anche lei cade vittima di sbandate amorose, ma siamo comprensivi per favore! Chi non crollerebbe innamorata fra le braccia di un figo come Smith Jerrod? Bello come il sole che scintilla sul mare, passionale come un vulcano in eruzione, romantico come la dichiarazione di Harry a Sally, innamorato come Francisco ed Evangelina e non rompiballe o geloso come…come nessuno, credo…insomma, praticamente perfetto (come Mary Poppins). Sarebbe come dire: prendo una coppa cioccolata, pistacchio, nocciala, ci metta pure una spruzzatina di creme caramel, ma per favore, la panna dietetica. No no, qui l’amore ci stava tutto, come la panna non dietetica e volendo anche una colata di cioccolato fondente caldo…ma sto divagando. Dicevo, sì, dicevo che qui l’amore ci sta tutto. E quindi vada per l’amore, temporaneo certo, che alla fine così è, volente o nolente. Temporaneo. E così sia. Ma almeno non ha bisogno di anello al dito e figli per sentirsi una donna coi  fiocchi -il signore la benedica.

Che poi poverella è l’unica a cui fanno capitare una tragedia greca come il cancro. E dove? Al seno. Voglio fare finta di non associare questo dettaglio ad una punizione divina per i suoi lussuriosi comportamenti, anche se il tumore potevano farglielo venire da un’altra parte, che so allo stomaco magari, ma insomma, non facciamo queste polemiche che potrebbero sembrare antireligiose e invece, per carità di dio, non sia mai, non sono il tipo! Ma torniamo a quest’eroina dei nostri tempi, Samantha, che molla un uomo davvero perfetto come Smith per tornare a essere schiava dell’unica cosa per cui abbia senso mettersi le manette ed essere frustata: il sesso!

Mi piace ricordala nei momenti di suo maggiore splendore, con le tette al vento e in posizione vitruviana, la schiena inarcata indi poter allargare la cassa toracica fino al limite massimo consentito dalle sue fragili costole e spiegare la voce in tutta la sua sonorità orgasmica!

Sì, sì sì sì ahhhhhhhhhhhh.

 

 
 
 
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