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« PompelmoLiala/Harmony »

Crociera

Post n°107 pubblicato il 13 Novembre 2010 da phyjay

Ho sempre snobbato le crociere, come se io fossi troppo figa per accollarmi una vacanza adatta a pensionati e coppie smielose in viaggio di nozze. E invece devo ricredermi. Oddio, è vero che ci sono dei lati negativi, come in tutte le cose d’altronde. Ad esempio il fatto che sei chiuso con altre 3000 persone in un ambiente che, per quanto grande, è limitato e non te ne puoi andare da nessuna parte se non lì…una specie di gigantesca prigione luccicante e lussuosa; o anche che sei costretto a vedere i posti che dicono loro, nei tempi che dicono loro, con le modalità che dicono loro e quindi automaticamente ti ritrovi quasi sempre in una bolgia in cui la solitudine non è contemplata; e c’è sempre una fila da fare per salire in autobus o entrare nell’idromassaggio o mangiare al buffet. Insomma, in un certo senso troppa vita sociale se vuoi approfittare di tutto quello che la vacanza ti offre. Ma naturalmente puoi fuggire dalla massa e trovare un angolo nella nave che può essere solo tuo o scegliere un momento per scendere dalla nave in cui tutti sono già andati via. Puoi persino riuscire a evitare l’animazione che non è tormentosa e invadente come nei villaggi turistici in cui sei trascinato nella pista da ballo o nei giochi anche se è chiaro a tutti che preferiresti morire piuttosto che alzarti dalla sedia. Quindi sì, sicuramente ci sono degli aspetti negativi, ma devo dire che sono ampiamente compensati. Per esempio sono tutti sorridenti e gentili e disponibili e non in un modo artefatto, ma proprio lo senti che sono tutti deliziosi, dai camerieri al ristorante, al bar, al buffet al personale della palestra, ai musicisti, ai croupier, ai tizi che rifanno le stanze. E proprio loro sono i migliori, sempre di una squisitezza che fa impressione, che non te l’aspetti che siano così sorridenti e la stanza rifatta ogni volta che ne esci. Ti coccolano proprio. Ogni singola persona (quindi ben 3000 cristiani) è considerata speciale e degna di tutte le attenzioni possibili. Poi il cibo: il cibo è tanto, tantissimo, troppo. Puoi mangiare a tutte le ore del giorno e della notte e pare male non farlo, con tutti quei vassoi sempre colmi di prelibatezze; quindi mangi fino a scoppiare e ti sembra lo stesso di avere fame. Immagino sia per questo che hanno creato una delle palestre più belle che abbia mai visto, con tutti gli attrezzi più moderni ed efficienti che stimolano muscoli che non pensavo manco di avere. E naturalmente, non possono mancare piscine, idromassaggi (almeno 7 vasche distribuite in tutta la nave), sauna e bagno turco. Veramente ineccepibile. I posti: naturalmente sono scelti col massimo della cura e nel totale rispetto dei sondaggi di mercato. Sono tutti posti di una bellezza stupefacente e quindi, come globalizzazione impone, totalmente invasi da turisti e negozi per turisti in cui i souvenir sono uguali a quelli che trovi a Parigi (solo che nel magnete c’è scritto Santorini invece che Parigi). Ma questo non toglie che ti godi un panorama da sogno, il mare è ancora cristallino e pieno di pesci, che l’isola e i villaggi sono perfettamente conservati e confezionati per essere mostrati al mondo nel loro splendore e sono sicura che, avendo tempo, si potrebbe trovare un microcosmo in cui ci sono botteghine e vie e piazzole non contaminate dallo sguardo e dalle scarpe da tennis di orde di turisti. Cos’altro? Ah, beh, certamente le persone. La gente che va in crociera non è speciale, ma è abbastanza categorizzabile. Le tre principali categorie sono: i pensionati che amano farsi coccolare e viaggiare senza per forza doversi stancare troppo; le coppiette in viaggio di nozze o in viaggio anniversario o in viaggio rinnovo voti d’amore, insomma, due piccioncini che vogliono avere la vacanza romantica, ma non necessariamente solitaria, rilassante, ma anche vedere posti belli, con l’animazione se sono annoiati e non sanno che fare, ma che può essere rifuggita facilmente se hanno voglia di coccole – sì, decisamente la crociera E’ il viaggio di nozze per eccellenza! Infine le famiglie con figli, i quali sono tutti prontamente sbolognati ai santi animatori permettendo così ai genitori di rilassarsi e prendersi per la mano senza che i figlioli si intromettano nel loro dimenticato, forse ritrovato, amore. Poi ci sono delle categorie meno popolate, ma pur sempre presenti: i gruppi di amici, suddivisi a loro volta in due categorie: coppie che vanno in vacanza con altre coppie amiche e amici-branco (tipicamente 2 max 3 esemplari di sesso maschile) che vanno a caccia; le signore zitelle che hanno deciso di tentare un ultimo colpo di coda; infine ci siamo io e M, una coppia non coppia che si è ritrovata seduta in un tavolo di sposini, non considerati dai freschi amanti perché non coppia e non considerati dai single perché pur sempre insieme. E poi – gggesù – M! Cosa avrebbe fatto se fosse andato senza di me o con uno della sua specie? Ecco, lui forse sarebbe uno dei pochi che, pur nella crociera, sarebbe stato capace di essere solo. Finalmente, in questa vacanza, ho dato un nome a lui, e quindi anche a quelli della sua razza, con un acronimo (di cui vado molto orgogliosa) che sintetizza i tratti fondamentali della sua interazione con la società:

 

S = Snob

T = Timido

A = Asociale

N = Nerd

C = Comunista

 

Poi ne ho trovato un altro che descrive lui in senso stretto, e anche di questo vado molto orgogliosa, soprattutto tenendo conto che gli aggettivi si sono aggiunti uno dopo l’altro in ordine sparso a partire dal suo primo passo mosso a Venezia fino ad un’ultima caratteristica rivelatasi in terra ellenica. Al contrario STANC è stata una creazione estemporanea ispirata da Dubrovnic e da una discussione a proposito dell’animatrice tettona e di quella simpatica ma bruttina (…maschi). Ad ogni modo è stato sentenziato che M è uno SCROLL, ovvero Scassaminchia, Cacasotto, Rincoglionito, Ossessivo, Lento, Leccaculo.

Detto questo, aggiungerei giusto qualche considerazione sulle mie giornate e sui posti che abbiamo visto:

  1. Non mi aspettavo che Bari fosse così bella. Per compensarci del diluvio universale con cui ci ha accolti, ci ha pure fatto trovare il funerale di un parlamentare della ex-dc alla chiesa di San Nicola.

  2. Santorini è un sogno. Ci siamo fatti la salita dal porticciolo al centro della città (se così si può chiamare) in groppa agli sciccarelli, ma già dopo 2 minuti mi sono sentita troppo in colpa perché erano veramente stanchissimi e sudati. Abbiamo gironzolato per il paesino ed è esattamente come nelle cartoline e certamente tanto troppo turistico, ma comunque stupendo! Imbarco alle 14 e partenza alla volta di Mikonos. Anche Mikonos è stupenda, coi suoi mulini (e i dentisti ad ogni angolo) e le mini-chiesette bianche coi tetti blu o rossi (le chiese comuniste). Peccato ci siamo arrivati col buio, per cui ci siamo limitati a passeggiare per le viuzze e a guardare i negozi troppo cari. Ma si capiva comunque che dev’essere bella quasi quanto Santorini.

  3. Rodi. Ma quant’è bella quest’isola non si può capire. Innanzitutto mi ci sono fatta il mio primo bagno in mare greco ed è un mare perfetto e cristallino. Poi è una città in cui l’incontro, o forse sarebbe meglio dire scontro, fra le civiltà cristiana e islamica è fortissimo. Strapiena di gatti. Banchetto in legno come quello delle scuole elementari per scrivere le cartoline. Poi ovviamente una marea di negozi turistici e ristoranti in cui i camerieri ti agguantano, nel vero senso della parola, per farti mangiare nel loro locale piuttosto che in quello accanto. Dopo esserci seduti e immediatamente alzati da un ristorante in cui le posate e i piatti erano ricoperti di polvere e le tovaglie “bianche” erano macchiate di tutti i colori delle pietanze che vi erano cadute sopra, siamo approdati in un altro in cui si è mangiato proprio bene e abbiamo disquisito sulla mia crisi d’identità linguistica: pensi in italiano, in inglese o in francese? Pomeriggio passato in giro per i negozi che chiudono esattamente quando si sente il primo richiamo della nave che invita i passeggeri a ritornare a bordo, perché in queste isole si vive così, al ritmo dei turisti e delle navi da crociera. Non mi sono fatta mancare la sauna. E oggi M s’è pure lanciato in un tentativo nel gioco d’azzardo in roulette che però è finito in un recupero miracoloso del bottino iniziale.

  4. Anche la giornata di totale navigazione non è stata male. Dopo aver sbafato a iosa, mi sono dedicata alla palestra e ho provato una cosa che sicuramente rifarò: cyclette con libro! Si.Può.Fare!!! Libro sul manubrio o tenuto in mano e 20-25 min di cyclette passano senza accorgersene. Che soddisfazione. Oggi è pure stata la prima volta di attrezzi per cosce e culo e pure delle essenze alla salvia versate nelle pietre della sauna che emanano un odore estatico. E’ stata pure la volta della serata di gala, di una danza sfrenata all’orrendo ritmo delle vecchie canzoni italiane super-remixate (che proprio è che vuoi ballare e ti vuoi divertire, se no ti verrebbe voglia di sparare al gruppo e alla cantante). Infine altro cocktail banana-baileys (ufficialmente diventato il mio preferito) al ritmo di musica classica-jazz, molto d’atmosfera.

  5. Dubrovnic. E vabbè, ma pure questa città è bellissima! Si arriva nella cala che è di una bellezza disarmante con il blu del mare e le case coi muri bianchi e i tetti rossicci incastonate in una collina verdissima. Medioevale per definizione, con le mura a circondare la città vecchia e le viuzze e le scalinate in un sali-scendi che non stanca perché è troppo bello da guardare, con le chiese e le case coi cortili e i panni stesi e i vecchietti che vendono sacchettini di lavanda, ricami di cotone o lino e arance e fichi glassati. A bordo non posso saltare l’ultimo giorno di palestra, sauna e idromassaggio e ho pure finito il libro “L’arte di annacarsi”. Ultima cena coi ragazzi del tavolo, scambio di mail e numeri di telefono, abbracci e promesse di rivedersi. E un giro al casinò me lo dovevo fare pure io. E infatti ho perso 20€ alla roulette, ma almeno ho resistito un’oretta.

  6. Un paio di anni fa c’era una pubblicità in televisione di due tizi nella vasca da bagno con un modellino di barchetta che ricordavano le loro vacanze appena finite e poi scoppiavano a piangere. Era la pubblicità della Costa Crociere e devo dire che mi sono sentita esattamente così nel momento in cui ho messo piede fuori dalla nave. Come se tornare sulla terra ferma e la realtà non valga proprio la pena rispetto ad attraversare i mari e vivere su una nave.

 

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