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« Stavo per dirti addio... »

sessant'anni

Post n°363 pubblicato il 21 Dicembre 2013 da Vhalyr

Anche se restano ancora moltissime cose piacevoli e meravigliose da vivere, alla mia età è evidente, al di là d'ogni ragionevole dubbio che molte (e forse troppe) porte si sono chiuse per sempre.

Un tempo, sognavo ad occhi aperti immaginando di realizzare un giorno fantastici progetti.

E' una età la mia in cui si fa il bilancio delle risorse a disposizione e si resta dolorosamente segnati dal fatto che le scelte ancora possibili sono ormai maledettamente limitate.

Ci si rende conto (col fisico e non solo con la mente) che non si vivrà per sempre.

E l'improvvisa consapevolezza che buona parte del viaggio è compiuto può far agire in modo draconiano e a volte inaspettato.

Ci si ritrova immersi in una seria depressione o si comincia a pensare alla salvezza dell'anima. (Tranquilli, non è il mio caso).

A volte si mette in discussione tutto ciò che si dava per scontato, scelte, abitudini, convinzioni, modi di fare le cose. Addio alla sensazione di essere immortali, addio alla sensazione di onnipotenza. Poco male. Possiamo finalmente dare il benvenuto all'età nella quale sappiamo vedere noi stessi come siamo davvero.

Finalmente ci apparteniamo serenamente, senza ipocrisie e, sì, con indulgenza. Finalmente accettiamo i sentimenti e i desideri più oscuri, le invidie , le rabbie e i pensieri cattivi, ammettendo che sono parte di noi.

Impariamo finalmente che siamo un miscuglio di emozioni. Positive ma anche negative. E alla fine accettiamo questa realtà e ci sentiamo finalmente in pace con noi stessi.

Accettare il lato oscuro di noi stessi ci permette d'essere più tolleranti nei confronti degli altri. Li vediamo come esseri imperfetti, persone fatte di carne e di sangue che, come noi, sono un coacervo di luci e ombre.

E, avendo preso atto di questo, diventiamo molto più ragionevoli su quello che possiamo, o non possiamo, aspettarci dai nostri amici, figli o eventuali compagne a seguito.

E da noi stessi.

Le scelte sono decisamente limitate, ma per un portone che si chiude magari si spalanca una porticina che siamo in grado di varcare. E che la sapienza popolare autrice dei proverbi abbia pietà di me per l'efferato proverbicidio testé messo in atto.

Ho imparato finalmente che posso continuare a cadere e a farmi male per poi rialzarmi e tirare avanti.

Nessuna ferita dura in eterno.

 
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