ViolaMente

ECCEZIONI


Violamente non è nato per, ne atto a, ospitare pettegolezzi.Voleva nelle intenzioni raccogliere solo racconti, che poi fossero storie realmente accadute, a violet o ad altri, fantasie o mostri, in fin dei conti, non ha troppa importanza.Ma questa sera e questo post saranno la degna eccezione alla regola, perchè non riesco a resistere e non condividere questo pettegolezzo con un pubblico lettore. Potrei tenermelo come arma illecita e spietatamente sputtanitrice nei confronti del soggetto coinvolto (che con due veloci pennellate dipingerei come un ipocrita e gretto maschilista), ma già so che la mia poca memoria e concentrazione faticano a trattenere informazioni ben più importanti e che non sono troppo affidabili per il diffondere del chiacchiericcio, anche quando trattasi di nobili cause come questa. Avrei potuto, altrimenti, tenermelo consevato come materiale prezioso per un racconto, uno di quelli che ricordano Fango di Ammaniti, in cui andare delineare l'infanzia di un uomo qualunque che a un certo punto della sua vita si ritrova, quasi senza averne coscienza, a compiere le più schifose nefandezze. Ma nel caso letterario almeno il fine giustificherebbe lo spifferamento, perché sono dell'idea che non le si dovrebbero raccontare certe storie a chi, già di suo, ama inventarsele e scriverne. Alla fine ho pensato, tuttavia, che lo sputtanamento era un momento dovuto.Dunque, sapete che mi è capitato oggi in pausa pranzo? Partendo dalla mia banale ammissione che alla sera, spesse volte, non ho voglia di cucinare si è dipanato un discorso contorto in cui un collega è arrivato a confidarmi un'intima consuetudine domestica: vale a dire che lui stesso (distinto e paraculo uomo di mezza età, aggiungo io) ha preparato al figlio per colazione, fino al compimento del 15emo anno di età, il latte caldo con dentro inzuppati i biscottini, precisamente quelli super nutritivi per i bimbi, piccoli. Nella tazzona, vi chiederete voi? Tutto sommato, non è così grave. Nooone, NEL BIBERON. E allora sì che la faccenda si fa divertente, soprattutto se riuscite ad immaginarvi la scena condita con qualche spassosissimo particolare, che ne  so, tipo che la prole all'epoca era già alto più di un metro e ottanta, e, mentre si sdraiava per ciucciare dal biberon gli uscivano quelle gambe lunghe e magre da adolescente fuori dal divano. Oppure che, al grido d'aiuto "Papi, è pronto il titto?" il premuroso padre di famiglia ha provveduto, anno dopo anno, ad allargare il buco di uscita della tettarella per facilitarne la nutrizione assistita. Di fronte alla mia risata irrefrenabile si deve essere pentito di avermi affidato questo segreto di famiglia ed ha provato a riacquistare credibilità affermando con serietà che in fondo non c'era mica niente di male, sempre meglio un biberon che le canne. Ecco, ricordo che proprio a quindici anni risale la mia prima canna, e non me ne vergogno affatto, mentre il ragazzo ventenne, dalla stessa ammissione del padre, lo ucciderebbe se sapesse che stesse raccontando questa storia. E io penso che farebbe pure bene.Non dovrebbero esistere genitori che costringono i propri figli a portarsi dietro un passato così ridicolo.