ViolaMente

VIRUS (questo non è un post estivo, quindi, semmai, ripassa)


Non occorre concentrarsi, è sufficiente inspirare ed espirare, e lasciare che le dita scorrano, aspettare solo che l’automatismo si avvii.D’accordo, ce la devi fare, e allora adagio, non farti fretta, prendi un lembo tra il pollice e l’indice e disegna una goccia. Ora con la mano sinistra afferra l’altro lembo e gira attorno al pollice, come per mettergli il guinzaglio, e…. No, no, no, e ancora no.Lascia perdere: cambia scarpe, o non allacciarle, buttale dalla finestra o esci scalza, ma, ti scongiuro, non ricominciare con quei lacci.Il dolore è un virus, basta respirare l’aria malata che gli aleggia accanto per rimanerne infetti, basta sfiorare la condensa, quella che crea la sofferenza a contatto con l’imbarazzo intorno, per rimanerne contagiati.  E a te questo virus ti blocca, non i pensieri, le azioni.Gli anticorpi non servano a un cazzo. Averlo consumato, superato ed esservi sopravvissuta non ti rende indenne: anche quello degli altri ti entra nelle narici, e poi giù nelle vie respiratorie ed insieme all’ossigeno si spande nelle vene per prendere il possesso.Come quella notte in cui non sapevi più in che via avevi parcheggiato l’auto e chissà per quante ore hai camminato a vuoto, come quando sei uscita da quel locale senza preoccuparti del conto e il titolare, inseguendoti, ti ha guardata come fossi uno zombie, quando fumare non era un piacere, ma solo un modo per riuscire ancora ad abbassare le mutande, come quando il tuo corpo è svenuto pur di non assistere all’afflizione.Come quando sei scappata quando dovevi restare lì, ferma, più forte del dolore, e dirle solo di non aver paura.