Creato da barrocu.salvatore il 15/01/2013

Le ali della libertà

pensieri, parole ed opere di un santo ateo

 

 

« Ma siamo seri

Critici, falliti, pii e teoreti

Post n°14 pubblicato il 31 Maggio 2013 da barrocu.salvatore
 

Viene da pensare, arrivando in Italia da un qualsiasi luogo dell'universo conosciuto, che sia una terra abitata da esseri umani che appartengono, o si fanno incantare, solo da gente delle categorie del titolo.

C'è chi urla e insulta  più degli altri, gettando porcheria sulle idee altrui, c'è chi ha fatto, ma ha clamorosamente fallito, chi predica moralità agli altri, peccando di suo,chi si diletta a fare il guru, propinandoci le sue ricette per la salvezza del mondo intero e di ogni singola anima, o chi, molto più squadrato mentalmente, ci propone teoremi salvifici, o automatismi analitici. E poi c'è chi raduna in se tutte le categorie sopra descritte.

Tutti quanti hanno un seguito, questi capipopolo da poco, ma hanno più seguito di tutti, da anni, ormai, i due comici in disarmo, da tutti conosciuti, da molti amati ma sicuramente universalmente temuti: Berlusconi e Grillo. Persone che hanno avuto l'intuizione, non nuova in  verità, lo scoprirono Mussolini e Goebels prima di loro, che usando i mezzi di comunicazione di massa per far passare il loro messaggio, fosse anche un messaggio fuorviante, esso sarebbe “passato”. Così uno ha usato la televisione come ariete di sfondamento, per rincoglionire l'Italia e convincerla di essere “L'Unto del Signore” chiamato a comandare le schiere angeliche nella battaglia contro la sinistra definita illiberale. L'altro ha usato il web per vestirsi da novello Savonarola, fustigatore del malcostume altrui con un linguaggio sprezzante, offensivo a volte francamente disgustoso nei modi e nei concetti. Alla fine dei conti questi signori si sono rivelati uno un incapace: nei lustri in cui le pecorelle ammaliate dai sederi ballonzolanti dagli schermi Mediaset gli hanno dato il potere a cui agognava è riuscito a mandare l'intero Paese al fallimento, a renderci ridicoli in giro per il mondo, anche se ci riusciamo benissimo anche senza di lui. La disoccupazione è cresciuta, la povertà è diventata condizione comune, le ingiustizie si sono aggiunte alle ingiustizie. Nonostante questo, milioni di pecorelle ancora lo votano, dimostrando in pratica che è facile convincere un italiano che anche l'atto sessuale subito, contro natura, è pur sempre fare l'amore, e se a godere è solo chi ha la parte attiva, la colpa del dolore è di chi subisce, perché non si rilassa.

L'altro, il novello Savonarola, ha messo in piedi uno spettacolo quotidiano, con i suoi post sul web, seguito con interesse ed apprensione da tutti. Chi lo segue, prende da quelle parole la direzione delle sue azioni, per la giornata. Si, perché, come le farfalle, le parole del comico durano solo una giornata, domani è un altro giorno, si vedrà. Ha insultato tutti, Grillo, amici, nemici, ex amici ed ex nemici, riscuotendo l'applauso di chi, oltre all'insulto, non pensa nulla e nulla riesce a pensare. Non che i nostri politici, la nostra politica non meritino di essere insultati. Molti meritano ben di peggio, ma quando predichi il cambiamento e poi, all'occasione, ti ritiri in uno sdegnato isolamento non ti puoi aspettare che il popolo, da sempre gregge indisciplinato, ti rivoti. E allora giù insulti anche alla gente, che non vota i suoi sproloqui, giù ingiurie a quelli che, fino al giorno prima, erano bandiere del Movimento.

Ma possibile che in Italia non si possa avere una rivoluzione pacifica seria? Il lavoro, la salute, l'istruzione, i diritti, che sono individuali solo quando sono collettivi, ricordiamocelo, sono questioni che devono aspettare ancora a lungo per essere affrontate?

Si riuscirà mai ad avere una comunità di votanti che, ragionando con la propria testa e non a rimorchio di un capetto, decida di mettere fine allo scempio della civiltà che sta avvenendo nel nostro Paese da ormai troppi anni? Siamo tutti sicuri che sia necessario accentrare nelle mani di uno, o di pochi, il diritto ed il dovere di scegliere soluzioni alle nostre idee o ai nostri problemi?

Non sarebbe meglio che la politica sia di tutti, democratica, vicina, agibile, e così il potere, piuttosto che delegata a vertici di partito che si riducono all'uomo solo al comando, o dello Stato ( Si chiama fascismo, l'accentramento dei poteri, ricordiamocelo) che, anche quando si oppongono al declino, sembrano arrivare da Marte?

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