Mentre lei dorme, il viso
incastonato nella luce lunare,
simile nella figura ad un’Afrodite
tra le braccia di Orfeo,
la sua mente, ne sono certo,
sta pianificando.
Con l’orecchio vicino alla sua testa
sento trum trum frush frush
e queste, cari miei,
sono idee in produzione di massa.
Imprigionato
tra le lenzuola
(sudario consunto),
mi divincolo;
chiedendomi se sono
in tempo per una rapida fuga.
So di non esserlo. Nessuna illusione di sfuggire
alla sua catarsi.
Lei si muove nel sonno, la carne sua
calda,
rilassata (alla stregua della corda di un arco
a riposo),
leggermente scivolosa d’una sottile pellicola
di sudore.
Nei suoi capelli è rimasto il profumo di sale
e anche sotto la curva dei suoi seni.
No, non sono in tempo.
Rimarrò qui, ad alimentare con la mia presenza
i suoi sogni assassini.